Martedì 23 Aprile 2024

Iran, "la scacchista Sara Khadim al-Sharia si trasferirà in Spagna"

La giovane campionessa ha sfidato il regime di Teheran giocando ai Mondiali di scacchi in Kazakhstan senza indossare l'hijab. Prima di lei altre atlete e personalità hanno aderito alla protesta subendo ritorsioni

La campionessa di scacchi iraniana Sara Khadim al-Sharia (Ansa)

La campionessa di scacchi iraniana Sara Khadim al-Sharia (Ansa)

Roma, 29 dicembre 2022 - Sara Khadim al-Sharia si trasferirà in Spagna, la campionessa di scacchi iraniana di 25 anni, che ha sfidato gli ayatollah giocando ai Mondiali in Kazakhstan senza indossare l'hijab, teme ritorsioni nel suo Paese. La prima giocatrice iraniana a conquistare il titolo di maestra internazionale di scacchi all'età di 18 anni, sposata con una figlia, già possiede un appartamento in Spagna, e secondo il quotidiano spagnolo El Pais potrebbe ottenere, o ha già ottenuto, un permesso di soggiorno spagnolo grazie alla sua proprietà. O potrebbe anche chiedere asilo politico. 

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Inoltre dal sito web antiregime IranWire, minacciato di ritorsioni dai pasdaran come altri media di opposizione all'estero, erano due le scacchiste iraniane che hanno partecipato al Campionato mondiale 2022 di scacchi senza indossare l'hijab obbligatorio. Oltre a Sara Khadem c'era anche Atousa Pourkashiyan. Entrambe sono apparse in foto pubblicate sul feed Flickr della Federazione Internazionale di Scacchi senza il loro hijab.

Un gesto che conferma come le pressioni del governo non abbiano scoraggiato personaggi dello sport e dell'arte iraniana a mostrare. quasi sempre in sedi internazionali, la loro solidarietà con le proteste. Una delle prime ad aderire la protesta contro la morte di Mahsa Amini, uccisa perché non indossava il velo, è stata la climber Elnaz Rekabi in una competizione di arrampicata su roccia in Corea del Sud lo scorso ottobre, affrontata senza l'hijab. Gesto che la fece accogliere al ritorno in patria da centinaia di iraniani, ma che la mise nel mirino del regime che a inizio di dicembre ha raso al suolo la casa della sua famiglia.

In seguito hanno detto no all'hijab anche la pattinatrice Niloufer Mardani, salita senza velo sul podio dopo una gara in Turchia. L'arciera Parmida Ghasemi, che lo scorso novembre senza velo durante una cerimonia di premiazione a Teheran, anche se dopo si era scusata dicendo che era scivolato. Poi decine di artiste hanno pubblicato foto e video senza il velo, e molte sono state arrestate, tra queste Taraneh Alidousti, Katayoun Riahi, Hengameh Ghaziani e Sohaila Golestani. Molte rilasciate, ma Taraneh Alidousti, una delle più famose attrici iraniane, è ancora detenuta nella prigione di Evin, dove sono rinchiusi gli oppositori al regime.

Teheran ha risposto alla sfida di Sara Khadim al-Sharia affermando che "non rappresentava la repubblica islamica". Un funzionario ha spiegato: "Questa giocatrice di scacchi ha partecipato liberamente a proprie spese" al torneo, ha precisato all'agenzia di stampa Fars il reponsabile della federazione scacchistica iraniana. "Khadim al-Sharia non ha partecipato a queste competizioni attraverso la federazione, ma vi ha partecipato in modo indipendente e compiuto questo gesto".

Intanto nel Paese la protesta va avanti, come la repressione, e almeno 100 i dimostranti tra i migliaia arrestati rischiano anche la pena di morte. Nel braccio della morte ci sono 11 persone, denuncia l'Iran Human Rights (Ihr). E crescono le proteste per la brutalità indiscriminata della repressione, come nel caso della piccola Saha Etebari, la ragazzina di 12 anni colpita e uccisa a un posto di blocco della polizia mentre era in auto con i genitori. La Procura ha aperto un'inchiesta, dopo aver tenato di bollare la motre della bambina come incidente. Polemiche anche per l'arresto della moglie e della figlia del famoso calciatore iraniano Ali Daei, costrette a scendere da un aereo come rappresaglia alle critiche al regime del calciatore.