Venerdì 19 Aprile 2024

Iran, ragazza 14enne muore dopo l'arresto. Si era tolta il velo in classe

La giovanissima Masooumeh è stata portata in ospedale in gravi condizioni con lacerazioni vaginali, secondo la denuncia del direttore di Center for Human Rights Iran. Arrestati anche i genitori

Istanbul, 21 dicembre 2022 - Una ragazzina 14enne iraniana, Masooumeh, è morta dopo essere stata arrestata a Teheran perché in segno di protesta si era tolta il velo in classe. La giovane, dopo il fermo, è stata portata in ospedale in gravi condizioni: sono state rilevate gravi lacerazioni vaginali, denuncia il direttore di Center for Human Rights Iran, con sede a New York. L'adolescente era finita nel mirino della polizia religiosa iraniana per il gesto, e identificata grazie alle immagini di sicurezza della scuola. Secondo alcune testimonianze sui social anche i genitori sono stati arrestati. 

Protesta di alcune studentesse iraniane
Protesta di alcune studentesse iraniane

Mattarella: "Superato ogni limite"

Proprio oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo messaggio alla quindicesima Conferenza delle ambasciatrici e degli ambasciatori italiani, ha sottolineato: "Quanto sta avvenendo in queste settimane in Iran supera ogni limite e non può, in alcun modo, essere accantonato". 

Continua la protesta

Masooumeh è l'ennesima vittima della repressione iraniana, scattata contro  le proteste per la morte di Mahsa Amini, la 22enne curda arrestata perché portava il velo in modo non ortodosso, deceduta durante la detenzione. Una miccia che ha infiammato il Paese e scatenato il movimeto di protesta che sta coinvolgendo migliaia di giovani iraniani, che hanno trovato una dura risposta da parte delle forze repressive della polizia religiosa. E condanne a morte con processi farsa.

Nuovo processo per Mahan Sadrat

La Corte Suprema iraniana ha ordinato un nuovo processo per il giovane manifestante Mahan Sadrat, condannato a morte a inizio novembre. L'esecuzione di Sadrat era già stata sospesa il 14 dicembre, quando erastata accolta la revisione del processo. Sadrat è una delle undici persone fino a oggi condannate a morte (Due sono stati già giustiziati) per gli scontri con la polizia. Il ventenne era stato dichiarato colpevole il 3 novembre di essere un "mohareb" (in guerra con Dio) per "riunione e collusione con l'intenzione di commettere un crimine contro la sicurezza del Paese, di aver dato fuoco a una motocicletta e di aver distrutto il telefono di chi lo denunciava, ferendolo intenzionalmente con un coltello".