Martedì 16 Aprile 2024

Iran al contrattacco, scatta la minaccia nucleare

L'annuncio di Teheran: "Tra dieci giorni supereremo i limiti delle riserve di uranio". Trump invia altre truppe

Armamenti su nave iraniana nel Golfo Persico, foto di repertorio (Ansa Ap)

Armamenti su nave iraniana nel Golfo Persico, foto di repertorio (Ansa Ap)

Teheran, 17 giugno 2019 - Dopo giorni di tensione segnati dall'attacco alle petroliere nel Golfo, l'Iran contrattacca e minaccia una nuova escalation nucleare: "Tra dieci giorni supereremo i limiti imposti nelle riserve a basso arricchimento dell'uranio fissati dall'accordo del 2015". Così ha dichiarato il portavoce dell'Agenzia iraniana per l'energia atomica, Behrouz Kamalvandi. Che aggiunge: "Aumenteremo drasticamente la produzione". 

Dopo l'ultimatum lanciato del presidente iraniano Hassan Rohani ai partner europei rimasti a sostenere l'intesa, a un anno dal ritiro unilaterale degli Stati Uniti, Teheran aveva già riferito di aver quadruplicato la sua produzione di uranio a basso arricchimento (non oltre il 3,67%) utilizzato come combustibile per i reattori nucleari. Un aumento delle riserve di uranio e acqua pesante era stato certificato anche dall'ultimo rapporto dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) di fine maggio, che però confermava la permanenza entro le soglie fissate dal Piano d'azione globale congiunto (Jcpoa), cioè 202,8 kg di uranio e 130 tonnellate di acqua pesante.

Secondo il portavoce dell'Agenzia atomica del regime degli ayatollah, l'accrescimento delle riserve di uranio corrisponderà "ai bisogni della nazione". L' Iran afferma di avere la necessità di disporre di uranio arricchito al 5% per alimentare la centrale nucleare di Bushehr, porto nel sud del Paese sul Golfo Persico, e fino al 20% per un reattore a Teheran a scopi di ricerca scientifica. La corsa al riarmo mascherata è stata di fatto annunciata oggi in occasione di una visita al reattore ad acqua pesante di Arak, trasmessa in diretta tv e aperta ai rappresentanti dei media. Finora, gli ingegneri e i generali della Repubblica islamica avevano rispettato i limiti imposti e gli altri obblighi del Piano d'azione globale congiunto.

L'amministrazione Trump intanto sta valutando l'invio di ulteriori truppe in Medio Oriente in seguito all'attacco alle petroliere. Lo riportano i media americani citando alcune fonti, secondo le quali il dislocamento di contingenti militari in aggiunta a quelli già sul posto servirebbero a difendersi contro l'aggressione dell'Iran.