Teheran, 26 aprile 2025 – Quattro morti e oltre 500 feriti. È questo il bilancio provvisorio di un'esplosione avvenuta nel porto di Shahid Rajaee nella città di Bandar Abbas, nel sud dell'Iran, sulla sponda settentrionale dello Stretto di Hormuz. Secondo quanto reso noto in precedenza dall'agenzia di stampa locale Tasnim, un serbatoio di carburante è esploso per cause ancora sconosciute. Ma il procuratore generale Mohammad Movahedi ha sottolineato la necessità di un'indagine "rapida e precisa" e ha chiesto un'azione ferma contro chiunque venga ritenuto responsabile di negligenza o cattiva condotta in relazione all'incidente.

I feriti sono stati trasferiti negli ospedali di Hormozgan, mentre le attività del porto sono state interrotte per "consentire alle forze di sicurezza e di soccorso di riportare rapidamente la situazione sotto controllo".
"L'esplosione non ha alcun legame con le raffinerie, i serbatoi di carburante, il complesso di distribuzione e gli oleodotti collegati" alla National Iranian Oil Refining and Distribution Company in quell'area, ha precisato la stessa società energetica, aggiungendo che i propri impianti situati nell'area di Bandar Abbas "sono attualmente in funzione senza interruzioni".
Israele, dal canto suo, ha fatto sapere di non essere coinvolto nel tragico incidente. Lo hanno riferito funzionari anonimi all'emittente dello Stato ebraico Channel 12.
Il porto di Shahid Rajaee
Il porto di Bandar Abbas è uno dei porti chiave per l'economia iraniana. Accanto, c'è una base della Marina delle Guardie della Rivoluzione e secondo molti osservatori sarebbe da qui che partono le spedizioni di armi destinate a Hezbollah e Houthi.
Lo scorso febbraio era stato riferito che era attraccata una nave cargo proveniente dalla Cina con un consistente carico di perclorato di sodio, utile per produrre tonnellate di propellente per alimentare missili a medio raggio come il Kheibar Shekan o l’Haj Qassem.