Iran, allenatrice di pallavolo condannata a morte

Fahimeh Karimi è stata arrestata mentre partecipava alle manifestazioni per i diritti delle donne. Ha tre figli

Condannata a morte per aver partecipato alle proteste contro il regime. Fahimeh Karimi, allenatrice di pallavolo e madre di tre figli è stata arrestata durante una manifestazione a  Pakdasht, nella provincia di Teheran. La magistratura iraniana la accusa di essere una delle promotrici e di aver preso a calci un paramilitare Basiji: ha deciso che deve morire. Karimi è stata di recente trasferita dal carcere di Evin a Teheran a quello di Khorin, a Pakdash. 

Fahimeh Karimi, allenatrice di pallavolo e madre di tre figli (Ansa)
Fahimeh Karimi, allenatrice di pallavolo e madre di tre figli (Ansa)

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Non si ferma dunque la macchina della repressione di fronte al movimento per i diritti sempre più vigoroso in Iran. Le proteste vanno avanti senza sosta dalla morte di Masha Amini, la 22 enne arrestata perché non portava il velo in modo ortodosso e morta mentre era in arresto. Masha non è l'unica ad aver pagato con la vita la ricerca della libertà. L'ultima vittima è Mahak, uccisa a 16 anni per aver indossato un cappello al posto del velo.

Ma i giovani hanno dimostrato di non voler cedere al ricatto della violenza. Un coraggio sempre più contagioso. Oggi le donne sono scese in piazza per manifestare, anche nel sud-est dell'Iran, regione tradizionalmente molto conservatrice. Nelle strade di Zahedan, capitale della provincia della minoranza sunnita, decine di donne hanno intonato slogan a favore della "rivoluzione", "con o senza velo islamico". Su uno striscione si leggeva: "Donna, vita, libertà". "E' raro" vedere donne manifestare a Zahedan, ha commentato Mahmood Amiry-Moghaddam, direttore della Ong Iran Human Rights, con sede a Oslo. 

Lo sport iraniano si è fatto promotore delle rivendicazioni che arrivano dalla società civile, sfidando il potere. Ricordiamo il recente gesto della nazionale di calcio che ai mondiali in Qatar non ha cantato l'inno, ma anche la decisione di alcune atlete di non indossare il velo durante le competizioni internazionali. Ora l'impegno in prima linea dell'allenatrice di volley su cui pende la mano del boia.