Anna Zafesova, i telefoni del Cremlino ieri sono stati particolarmente attivi.
“Per prima cosa è interessante notare come Putin abbia parlato con due americani, se prima con loro non aveva contatti sotto nessuna forma adesso gli Usa tornano centrali. Per quanto riguarda il Papa, si tratta di una cosa davvero insolita. La proposta di mediazione di Leone XIV di ospitare i negoziati era stata bocciata dai falchi del Cremlino. Alcuni, però l’avevano trovata interessante. Quindi Putin non ha comunque voluto chiudere la porta”.

Però ha diffuso un video con toni durissimi contro Kiev…
“Sono dossier che vanno divisi. Putin non ha mai pensato di trattare. Sta mandando avanti la sceneggiata della trattativa perché la vuole Trump. Non c’è nulla su cui trattare, le proposte russe lo fanno capire chiaramente. La posizione di Mosca è sempre la stessa: eliminare le cause del conflitto alla radice, quindi no a un’Ucraina indipendente e filo occidentale. Dall’altra parte, però, Putin vuole mostrare di essere almeno disposto a parlare con gli americani. Ma non con gli ucraini”.
Quindi non cambia nulla…
“Credo che la telefonata sia più un messaggio diretto a Trump: resta tutto come prima. E infatti Trump ha detto che è stata una telefonata buona, ma che non porterà alla pace in breve tempo”.
Trump ha detto che Putin ha assicurato che vuole reagire con fermezza agli attacchi ucraini dei giorni scorsi. Non c’è possibilità di ricondurlo a più miti consigli?
“Io credo che nessuno possa ricondurre Putin a posizioni più ragionevoli. Il mito che non abbiamo ancora trovato la mediazione giusta è totalmente sbagliato. Qui non si tratta di trovare le parole per convincere Putin. Verrà a negoziare solo quando non potrà più proseguire questa guerra o il prezzo sarà diventato troppo alto. Ma fino a quel momento possiamo stare certi che non si fermerà”.
Anche il Vaticano, dunque, non ha carte da giocare?
“Ne ha anche meno. Perché Usa, Ue e Cina hanno strumenti di pressione di vario tipo e molto concreti. Dall’aspetto militare a quello economico. Il Vaticano ha indiscutibilmente un grande prestigio, ma solo quello. E stiamo parlando di un Paese dove il nazionalismo di ispirazione ortodossa è stato eletto a ideologia ufficiale. Lo stesso Lavrov ha escluso negoziati ospitati da un Paese che non sia ortodosso. Figuriamoci nel cuore della cristianità cattolica”.