L’infermiera-segugio: così annuso le malattie

Joy Milne: l’Alzheimer? Mi ricorda il pane di segale marcio. L’università di Manchester l’ha chiamata per un progetto sul Parkinson

 Joy Milne

Joy Milne

Londra, 13 novembre 2019 - Joy Milne è ormai nota come ’la donna-segugio’, l’unica umana in grado di sentire l’odore delle malattie. Grazie a lei, l’università di Manchester sta sviluppando il primo test per il morbo di Parkinson, attraverso il progetto ’Nose to Diagnose’, che permetterà la diagnosi precoce e il possibile alleviamento dei sintomi della malattia, anche se per ora non c’è ancora alcuna cura. La 69enne Joy è un’infermiera in pensione, dotata di un olfatto assolutamente straordinario: "Mi dicono che sono una via di mezzo tra una donna e un cane in termini di olfatto. Io lo prendo come un complimento!". Il suo dono si chiama iperosmia ed è rarissimo. 

Sposata con Les, un medico di professione, Joy si è accorta presto che Les aveva "cambiato odore" già da giovane. "Aveva appena 31 anni, racconta Joy, e aveva sviluppato questo strano odore pungente, un po’ muschiato, poco piacevole. Non volevo farlo sentire in imbarazzo ma lo controllavo e vedevo che si lavava come sempre. Un giorno ci trovavamo ad un meeting per pazienti di Parkinson e tutti puzzavano nello stesso modo! Gli dissi, ’Les guarda che secondo me c’è qualcosa che non va’". 

Ben più di 10 anni dopo i primi sintomi olfattivi percepiti da Joy, Les è stato diagnosticato con il morbo di Parkinson. È morto a 65 anni. Quando l’istituto di biotecnologie legato all’università di Manchester è venuto a sapere dell’esistenza di Joy, la professoressa Perdita Barran l’ha sottoposta ad un test. La Barran ha preso 12 pazienti, 6 dei quali avevano il morbo di Parkinson e 6 no, e ha dato loro 12 t-shirt identiche. Le dovevano indossare per tutta una notte, per impregnarle bene del loro odore. Dopo averle annusate una alla volta, Joy ha selezionato senza incertezza le 6 dei pazienti malati, cosa che ha lasciato il team della Barran a bocca aperta. Non solo, Joy ha selezionato una settima T-shirt di una persona che faceva parte del gruppo di controllo. 

Sei mesi dopo a quella persona è stata diagnosticato il morbo di Parkinson. Prove alla mano, gli scienziati si sono messi all’opera separando le molecole e cercando di capire cosa avesse preallertato Joy. Pare che il Parkinson agisca sulle ghiandole seborroiche, creando un eccesso di sebo dall’odore particolare. Joy dice: "Negli anni in cui facevo l’infermiera, sentivo sempre i cambi di odore nei miei pazienti. Nel caso del morbo di Parkinson, di cui ha sofferto anche mia suocera, mi sono anche accorta che l’odore si intensifica man mano che il morbo si sviluppa. Verso la fine, l’odore per me era diventato quasi insopportabile, ma cercavo di non darlo a vedere per non offendere nessuno". Joy sa anche riconoscere l’Alzheimer, che le ricorda il pane di segale marcio. 

"Sono abbastanza vecchia per ricordare di aver curato diverse persone che soffrivano di tubercolosi. Ha un odore preciso, simile al cartone umido". Per la tubercolosi Joy sta collaborando con una ong belga che l’ha portata in Congo dove c’è un’esplosione della malattia. "Non posso dire ancora nulla – spiega Joy – ma credo che stiano sviluppando un qualcosa anche per quel morbo". Joy, che è ora studiata da diversi gruppi scientifici che sperano di capire come funziona il suo naso, spiega che anche i diabetici hanno un olezzo pungente simile allo smalto per unghie, mentre chi soffre di tumore rilascia zaffate che le ricordano i funghi.