Inchiesta sul Qatargate: Panzeri resta in carcere e la difesa chiede tempo

Belgio, la decisione della procura federale

Niccolò Figà-Talamanca e Pier Antonio Panzeri

Niccolò Figà-Talamanca e Pier Antonio Panzeri

Poker della procura federale del Belgio. Tutti e quattro i principali indagati del Qatargate, accusati di corruzione e riciclaggio di denaro finalizzati a influenzare le decisioni del Parlamento Europeo, restano al momento in carcere. La corte d’appello di Bruxelles ha revocato il braccialetto elettronico concesso a Niccolò Figà-Talamanca, prolungando così la custodia cautelare. A sorpresa, invece, la difesa di Pier Antonio Panzeri ha chiesto più tempo, ottenendo un rinvio al 17 gennaio. Insomma, per i quattro si prospetta un Capodanno dietro alle sbarre, oltre al Natale. All’appello mancano Francesco Giorgi ed Eva Kaili, ma il tribunale, nel caso dell’ex vicepresidente dell’Eurocamera, si era già espresso la settimana scorsa, prolungando la detenzione. Il compagno non ha invece presentato ricorso. Se ne riparlerà quindi fra due mesi, quando il tribunale – in base al codice penale belga – potrà tornare a riesaminare la questione delle misure attenuate. Per capire se, per avere una reale influenza sulle istituzioni europee (il fine di Marocco e Qatar secondo l’ipotesi della procura) sarebbe servita una leva ben più ampia di Panzeri&soci.