Mercoledì 24 Aprile 2024

"Immaginate per me le guerre del futuro". Quando gli scrittori anticipano la storia

Macron ingaggia fumettisti e sceneggiatori di fantascienza. L’obiettivo: prevedere gli scenari bellici tra il 2030 e il 2060

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Nel 1903 H. G. Wells, autore de La guerra dei mondi, pubblica Le corazzate terrestri. Nel racconto, le sorti di un conflitto vengono decise da pesanti macchine semoventi che spazzano via le trincee nemiche. Bisogna aspettare 13 anni, il 1916, perché i primi carri armati affianchino davvero le avanzate dei soldati britannici nella Prima Guerra Mondiale. Wells era buon amico di Winston Churchill, tra i principali promotori del Landships Commitee, l’organo promotore della ricerca sui ‘trattori corazzati’. Churchill quindi avrebbe tratto diretta ispirazione dalle pagine dello scrittore britannico.

Arriviamo ai giorni nostri. Il ministero della Difesa francese ha arruolato scrittori, sceneggiatori di fumetti e illustratori di fantascienza nella squadra che dovrà "anticipare mutamenti tecnologici, economici, sociali e ambientali che potrebbero generare conflitti tra il 2030 e il 2060". A questi professionisti dell’immaginazione – tra cui Laurent Genefort, Romain Lucazeau e Xavier Dorison – viene chiesto di fare da ‘Red Team’ (termine che indica l’avversario in uno scontro simulato) e ipotizzare scenari e minacce futuribili. L’idea è affascinante e riporta alla mente tanti casi in cui la fantasia – libri, film, fumetti – ha anticipato la realtà.

L’esempio più alto è Jules Verne. Lo scrittore francese prefigura le fasi dell’allunaggio nel dittico Dalla terra alla luna (1865) e Intorno alla luna (1870). Nel suo libro più famoso, Ventimila leghe sotto i mari (1870), s’inventa il Nautilus, prototipo del sottomarino moderno. Meno conosciuto, 2889: Giornata di un giornalista americano (1889): nel mondo immaginato da Verne e dal figlio Michel, i quotidiani vengono letti tramite fonografi agli abbonati come radiogiornali (in onda solo dagli anni Venti) e si può comunicare tramite il ‘fonotelefoto’, una videoconferenza. Anche Emilio Salgari con Le meraviglie del 2000 (1907) viaggia nel 2003, scoprendo treni sotterranei velocissimi e macchine volanti. Uno stile di vita frenetico che causa nevrosi e pesanti esaurimenti nervosi. Profetico è dir poco, no?

Da un gigante della letteratura all’altro: 1984 di George Orwell (1948) dà vita a un mondo autoritario in cui il governo controlla tutti attraverso ‘Il grande fratello’, una rete di apparecchi audiovisivi collocati nelle case. Una visione estrema, ma non troppo, se pensiamo a quanto abbiamo ceduto la nostra privacy ai colossi digitali o alle rivelazioni sui cittadini spiati dall’Nsa statunitense fatte da Edward Snowden nel 2013. Interessante – e dolorosamente anticipatore – l’isolamento sociale descritto da Ray Bradbury in Fahrenheit 451 (1953), con le persone attratte più dagli schermi che dalla vita reale. Il mondo virtuale e la diffusione della Rete sono al centro di Neuromante (1984), opera di uno dei padri del cyberpunk, William Gibson.

Dalla carta alla celluloide. Le scene di vita sulla stazione orbitante di 2001 – Odissea nello spazio immaginate da Kubrick (1968), sono visioni ormai familiari nella Stazione spaziale internazionale frequentata anche dagli astronauti italiani. Wargames – giochi di guerra (1983) mette in scena una guerra informatica tra un hacker e un cervello elettronico senziente. A quei tempi, la Rete aveva una diffusione imparagonabile a oggi.

Pieni di invenzioni diventate realtà (o vicine a diventarlo) sono Atto di forza (1990) – dal body scanner degli aeroporti al taxi con pilota robotico – e Minority Report (2002), dove Spielberg immagina un mondo con annunci pubblicitari personalizzati (la normalità, oggi, su Internet) e le interfacce virtuali che si comandano a gesti. Anche lo scenario pandemico è stato prefigurato da un intero filone della fantascienza. Valga per tutti Contagion (2011): un letale virus viene trasmesso dagli animali all’uomo, dilagando con modalità pressoché identiche a quelle ipotizzate per il Coronavirus.

Infine, i fumetti. In una striscia di Jeff Hawke del 1959, l’autore Sidney Jordan sbaglia di due settimane la data dello sbarco sulla luna, che sarebbe avvenuto 10 anni dopo. Menzione infine per Alfredo Castelli: il papà di Martin Mystère (edito da Bonelli), rielaborando con maestria teorie già esistenti, ha anticipato temi e invenzioni oggi esistenti. Quella di cui va più fiero è la stampante 3D, inserita in un albo del 1987: lo spunto per questa fotocopiatrice tridimensionale fu la Tac.