Il mostro antico del negazionismo. Quelli che a Bucha chissà chi è stato

Dai Protocolli dei Savi di Sion all’Olocausto e all’11 settembre: perché i complottisti hanno tanto successo

Un bimbo appoggia un cartone di acqua sulla tomba della madre a Bucha (Ansa)

Un bimbo appoggia un cartone di acqua sulla tomba della madre a Bucha (Ansa)

Bologna, 6 aprile 2022 - Ma come si fa, di fronte alle immagini di Bucha e ora anche di Borodyanka e Irpin, a dubitare dell’orrore di una guerra che, comunque sia, l’ha scatenata Putin? Eppure c’è chi dice no, chi dubita, chi eccepisce e perfino chi nega e dice che è tutta una montatura della propaganda. Ma in base a cosa lo dicono? Che informazioni hanno che noi giornalisti prezzolati dall’Occidente non abbiamo? È che con la guerra è purtroppo tornato pure un altro mostro antico, sempre seducente: il negazionismo.

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Ancora c’è gente che nega l’Olocausto, che dice che non è possibile perché le camere a gas non erano a tenuta stagna e lo Zyklon B sarebbe uscito, perché non ci sarebbe stato il tempo materiale per uccidere sei milioni di persone (ne avessero uccise cinque tutto bene?), perché i filmati dai campi di concentramento sono dei falsi girati a Hollywood da Hitchcock, perché quei cadaveri erano morti di tifo a casa della mancanza di acqua provocata dai criminali bombardamenti alleati, e via con altre scemenze. E le testimonianze da chi nei lager nazisti c’è stato e non c’è morto solo perché sono arrivati in tempo a liberarlo? E i sei milioni di ebrei che mancano all’anagrafe? Dove sono? Ad Hollywood?

E ancora c’è gente che dice che l’11 settembre non è andata come "ce la raccontano", ma dai, sono gli americani che si sono fatti l’attentato da soli. Nei mesi successivi, in Francia a lungo è stato in testa alla classifica un libro che s’intitolava "L’incredibile menzogna. Nessun aereo è caduto sul Pentagono". Eh va be’: nessun aereo.

Il negazionismo è un mostro antico che non potrebbe esistere senza un fratello gemello: il complottismo. Nei primi anni del XX secolo uscirono in Russia (guarda un po’ che combinanzione) i Protocolli dei Savi di Sion, un falso confezionato dalla polizia segreta zarista per attribuire agli ebrei una cospirazione per il dominio sul mondo. Ancora oggi c’è gente che tira sempre in ballo i Protocolli.

E sempre dalla Russia oggi arrivano le accuse di falso alle foto e ai filmati, e alle testimonianze e ai reportage degli inviati di guerra, e insomma a tutto ciò che documenta quanto hanno fatto i soldati mandati da Putin. Ma il problema non è quello che dice la Russia: la propaganda di guerra c’è sempre stata; e sempre è stata più martellante nelle dittature. Il problema sono quelli che ci credono.

C’è Carlo Freccero, ex direttore Rai, che dice che in Ucraina si sta girando una fiction con attrici, influencer e materiali preparati ad hoc. E passi Freccero, che già aveva detto che ci hanno modificato il dna con il vaccino anti-Covid: c’è pure Alessandro Orsini, docente della Luiss praticamente sconosciuto fino a un mese fa e ora diventato famoso teorizzando l’ormai certa vittoria di Putin e il dovere morale dell’Italia di uscire dalla Ue: e pensare che lo pagano pure, per dire queste cose in tv.

E ci sarebbe anche il filosofo Diego Fusaro che su Twitter scrive: "Secondo i benpensanti atlantisti e i giornalisti a gettone, la Russia dovrebbe assistere muta (e magari anche grata) al proprio accerchiamento ad opera delle autoproclamate “forze del bene” made in USA, quelle che in Ucraina appoggiano forze dichiaratamente naziste". Ma sì: povero Putin accerchiato.

C’è chi dice no e c’è anche chi dice ni. Insomma c’è chi nega ma ci sono anche – e sono tanti – quelli che dicono "non si sa ancora", e fra questi c’è anche gente di valore come Toni Capuozzo, eccellente inviato, che però sui massari di Bucha dice "magari sono stati gli ucraini". Ma in fondo anche l’Anpi, associazione dei partigiani d’Italia composta in gran parte da persone che il partigiano non l’hanno fatto per motivi anagrafici e che probabilmente sarebbero tirate per le orecchie dai partigiani veri, insomma c’è l’Anpi che in un comunicato afferma che su Bucha bisogna "appurare cosa davvero è avvenuto, perché è avvenuto, chi sono i responsabili". E peccato ci siano i filmati satellitari di due settimane fa, quando Bucha era controllata dai russi, e si vedono i cadaveri per strada. E peccato ci siano milioni di profughi: come mai sono scappati da una fiction?

C’è una sinistra che nega o dubita per la sua vecchia pregiudiziale anti-americana, c’è perfino nel Pd nonostante la barra dritta tenuta da Enrico Letta, il migliore dei leader di partito in questa vicenda. Ma anche a destra ci sono i negazionisti e i sofisti, quelli che spaccano il capello in quattro mentre in Ucraina si muore. Ci sono poi quelli che condannano la guerra ma Putin non l’hanno mai nominato: Berlusconi, Salvini, Grillo.

Per molti, come Conte, il "né con Putin né con la Nato" è un calcolo elettorale. Per altri – giornali di sinistra e di destra – è un calcolo editoriale. In entrambi i casi, è un calcolo che si basa su un fatto: la clientela, per chi vende certe idee, è sempre assicurata.

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