Il ministro degli Esteri Tajani: pace giusta in Ucraina "L’Europa è una nostra priorità"

Il titolare della Farnesina ospite del secondo appuntamento di “Futuro Quotidiano“ "La guerra finirà entro l’anno per la mediazione cinese? Spero che Kissinger abbia ragione".

di Alessandro Farruggia

L’Europa, la guerra in Ucraina, i futuri assetti di quell’Europarlamento che guidò, il rischio di scelte ideologiche nella lotta al cambiamento climatico. Ha parlato con franchezza il ministro degli Esteri Antonio Tajani ospite del secondo appuntamento di Futuro Quotidiano, un ciclo di incontri con i protagonisti della politica, dell’economia,della cultura dell’imprenditoria e del sociale organizzato dal Quotidiano Nazionale e dall’università romana Luiss.

Dopo un intervento della professoressa Maria Elena Cavallaro che ha sottolineato le nuove prospettive della politica estera italiana, meno vincolata dopo la caduta del Muro, la direttrice di Qn Agnese Pini ha intervistato il ministro Tajani iniziando dalle ricorrenti critiche giunte all’Italia da Francia e Spagna. "Per quanto siano inaccettabili, le posizioni critiche sull’Italia espresse in Francia e Spagna – ha detto Tajani – sono legate principalmente a situazioni di politica interna francese e spagnola. Un certo atteggiamento volto alla politica interna peraltro non paga, vedi la performance dei socialisti spagnoli alle elezioni locali. Questo premesso, la Francia è nostra alleata, ma l’Europa non può essere bipolare franco-tedesca. Con la Francia serve dialogare, abbiamo il Patto del Quirinale per questo e del resto anche i francesi si rendono conto che la questione migratoria non può essere un problema solo italiano. O si risolve nell’Ue, o non si risolve". "È quindi interesse di tutti – ha aggiunto – confrontarsi per trovare soluzioni. La Francia deve rendersi conto che come paese fondatore non può rinchiudersi nel suo interesse nazionale. L’Italia ha un governo destinato a durare 5 anni e l’esecutivo francese farebbe bene a lavorare con noi senza farsi condizionare dalla preoccupazione di perdere le prossime elezioni".

In Europa, in vista delle elezioni per il Parlamento, gli schieramenti si stanno peraltro muovendo per valutare la possibilità di una maggioranza diversa da quella tra socialisti e popolari. "C’è un dibattito aperto. Certe scelte imposte dal vicepresidente Timmermans – ha ricordato Tajani – hanno provocato delle reazioni da parte di alcuni Paesi. Certe scelte ideologiche sui temi ambientali, che rischiano di danneggiare la stessa lotta al cambiamento climatico, rischiano di risultare sbagliate. Le scelte fatte dalla Commissione su alcuni temi non sono condivise da gran parte del Ppe e non sono condivise dal partito conservatore, che non ha nulla a che vedere con Le Pen. Quindi, è ovvio che ci sia un dialogo aperto, sui contenuti, per arrivare ad una alternanza. È possibile arrivarci? Io dico di sì. L’esperimento operativo c’è già stato nel 2017 con la mia elezione alla guida dell’Europarlamento: una alleanza popolari, liberali e conservatori europei".

E poi, naturalmente, si è parlato di Ucraina, con la direttrice Pini che ha ricordato quanto detto da Henry Kissinger: la guerra finirà entro l’anno, soprattutto per la mediazione cinese. "Mi auguro che Kissinger sia un buon aruspice – ha replicato Tajani – e del resto è interesse di tutti che la guerra, una guerra in spregio all’ordine internazionale, possa finire prima possibile. La Cina ha enormi interessi nel commercio internazionale, interessi che una guerra turba. E infatti si muove. Ma Pechino ha anche bisogno di una alleanza con i russi, e per questo li tutela con delle proposte che gli americani hanno considerato del tutto negative, mentre io le giudico parzialmente negative".

"Di sicuro – ha proseguito Tajani – la pace deve essere giusta. Una cosa che gli ucraini non accetteranno mai è un cessate il fuoco con i russi che occupano una parte del loro territorio. E quindi, benissimo la tregua in vista di un accordo di pace, ma i russi devono ritirarsi alle posizioni che avevano quando è iniziata la guerra. Occorrerà lavorarci, specie dopo l’offensiva ucraina credo che possano aprirsi spazi. Io, nel frattempo, ho proposto due cose concrete: una zona franca attorno alla centrale nucleare di Zhaporizhia e poi istituzionalizzare con un accordo sine die per la continuazione del corridoio del grano. Sarebbero due passi concreti che testerebbero la volontà russa di arrivare a un accordo di pace".