di Marta
Ottaviani
Elogia l’Italia per tutto l’aiuto fornito e i Paesi impegnati per la pace. Ma il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky non molla. Kiev continuerà a combattere fino a quando potrà sedersi al tavolo delle trattative in una posizione di forza rispetto alla Russia di Putin. Il leader ucraino è arrivato ieri a Cernobbio, dove ha partecipato al Forum Teha. Era reduce da una mattinata a Ramstein, in Germania, dove si è riunito il Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina. E oggi incontrerà la premier italiana, Giorgia Meloni. Luoghi e platee differenti, ma il messaggio è sempre lo stesso: Kiev ha bisogno di armi a lungo raggio.
"L’Ucraina vuole mettere fine a questa guerra, ma la Russia non ci lascia altra scelta di lottare e difendere le nostre vite", ha esordito il presidente, che poi ha spiegato i motivi che hanno portato Kiev a invadere la Russia nella regione di Kursk. "Abbiamo deciso di attaccare il territorio russo di Kursk per prevenire una possibile azione russa nel nord del Paese", ha voluto sottolineare il leader, aggiungendo che in caso contrario le armate di Mosca avrebbero puntato contro la cittadina di Sumi, che conta circa 100mila abitanti. "L’Ucraina deve arrivare a eventuali negoziati in una posizione di forza perché altrimenti perderemo la nostra nazione, le nostre persone e i nostri territori. Vogliamo mantenere i nostri valori e per questo abbiamo bisogno di un piano e del sostegno dei nostri alleati", ha esortato Zelensky, lasciando intendere chiaramente che Kiev non si siederà a un tavolo di mediazione finché non avrà la certezza che Putin sia disposto a cedere qualcosa. Peccato che il presidente russo, al momento non ci pensi minimamente e, oltre a bombardare l’Ucraina in modo selvaggio, colpendo di proposito infrastrutture civili chiave, come scuole e ospedali, ha riconvertito l’economia nazionale in economia di guerra, aiutato nella sua ‘operazione militare speciale’ anche dall’Iran.
"Putin – ha accusato Zelensky – sta cercando di lanciare più missili per uccidere altri bimbi. Noi cerchiamo di difenderci" come possiamo, "ma loro attaccano anche con missili balistici che provengono dall’Iran". Motivo in più secondo il presidente, per fornire all’Ucraina le tanto agognate armi a lungo raggio e lasciare che possano essere colpiti gli obiettivi militari russi presenti nella lista che funzionari di Kiev hanno consegnato all’Amministrazione Biden a fine agosto. "L’Italia sta facendo di tutto, è con noi per portare avanti la formula di pace. Kiev non chiede niente di più che quello che il vostro Paese o altri hanno fatto o stanno facendo. Vogliamo che i bimbi non debbano più soffrire. Vogliamo che l’eredità ucraina non venga distrutta dai russi".
E per ringraziare, o forse cercare di convincere un governo che sulla questione missili balistici è reticente, Zelensky ha assicurato che "l’Italia aiuterà l’Ucraina anche nella ricostruzione", annunciando una conferenza, con buone probabilità, il prossimo anno. Non è mancata una frecciatina al premier ungherese, Viktor Orban, avvocato d’ufficio della Russia e del presidente Putin in Ue che ieri è tornato a parlare di dialogo e di un incontro fra il presidente russo e quello ucraino "possibile e certamente necessario". "Penso che la cosa più importante è che l’Europa sia unita e che l’Ucraina possa giocare il proprio ruolo – ha detto Zelensky –. Un’Europa unita ci dà l’idea di un continente forte dal punto di vista economico e potrebbe essere più forte di tanti altri Paesi e invece, attraverso le minacce, la Russia ha sempre cercato di dividere l’Europa". Orban, in questo momento, è un elemento di divisione che gioca la partita di Mosca.