Martedì 17 Giugno 2025
MARTA OTTAVIANI
Esteri

I negoziati di Istanbul e le carte (coperte) di Putin. Sembra un film già visto

Ottaviani Lunedì le delegazioni di Russia e Ucraina si troveranno nuovamente a Istanbul, per cercare di mettere fine a una guerra...

Ottaviani Lunedì le delegazioni di Russia e Ucraina si troveranno nuovamente a Istanbul, per cercare di mettere fine a una guerra...

Ottaviani Lunedì le delegazioni di Russia e Ucraina si troveranno nuovamente a Istanbul, per cercare di mettere fine a una guerra...

Ottaviani

Lunedì le delegazioni di Russia e Ucraina si troveranno nuovamente a Istanbul, per cercare di mettere fine a una guerra voluta da Mosca e che dura da oltre tre anni. Le novità più significative sono due. La prima è che questa volta saranno presenti anche delegazioni di Regno Unito, Francia e Germania. La seconda è che, pur nel suo atteggiamento ampiamente ambiguo, il presidente Trump sembra molto meno disposto a prendere le difese di Mosca rispetto a quanto fatto nelle prossime settimane. Al netto di questi due dati, l’impressione è che, anche questa volta, la Russia si siederà al tavolo per prendere tempo e non per accettare una mediazione. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ne è convinto, anche perché il Cremlino non ha ancora presentato il memorandum con le sue condizioni, cosa che Kiev ha già fatto da giorni. Le armate di Mosca, intanto, continuano ad attaccare, segno che la condizione che l’Ucraina ritiene fondamentale per iniziare a trattare, ossia il cessate il fuoco incondizionato, è destinata a rimanere insoddisfatta. Ieri è stata la volta di Kharkiv, presa di mira da un violento bombardamento. In tutta franchezza, sembra un film già visto, con la Russia che si prende gioco della comunità internazionale cercando di guadagnare tempo nelle operazioni sul campo e che, soprattutto, non ha la minima intenzione di cedere su due punti che ritiene dirimenti per raggiungere un accordo, ossia il riconoscimento della Crimea e dei territori conquistati dal febbraio 2022 e l’impossibilità per l’Ucraina di entrare nella Nato e di armarsi per potersi difendere da altre future aggressioni.

Quello che è certo è che per la comunità internazionale è venuto il momento di fare tutta la pressione possibile, anche solo per un fatto di reputazione. Soprattutto il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, con questi negoziati vuole guadagnarsi un posto al sole nel panorama internazionale come mediatore. Ma se non si raggiunge un risultato, rischia di venire identificato più come un alleato inaffidabile per l’Occidente, che sta dando al presidente Putin una via d’uscita che come un Paese super partes.