Giovedì 25 Aprile 2024

Hong Kong, ancora proteste anti Cina. Assediata stazione di polizia

Barricate dopo manifestazione contro la legge sulle estradizioni in Cina. Appello al G20

Hong Kong, barricate davanti alla stazione di polizia (Epa Ansa)

Hong Kong, barricate davanti alla stazione di polizia (Epa Ansa)

Hong Kong, 26 giugno 2019 - Non si placano le proteste di piazza contro la legge sulle estradizioni in Cina varata dal governo della ex colonia britannica. Migliaia di persone, dopo il raduno di Edinburgh Place a Hong Kong, animato da una folla oceanica, hanno circondato nella notte la sede centrale della polizia a Wan Chai, ultimo evento di una giornata piena di iniziative contro la legge sulle estradizioni in Cina. La protesta ricorda quella di venerdì, quando la polizia restò asserragliata nel fortino di Arsenal Street per 15 ore. Secondo i media locali, i manifestanti hanno creato blocchi con le transenne e oscurato le telecamere di sorveglianza con il nastro adesivo, al fine di richiamare l’attenzione dei rappresentanti delle nazioni del G20 di Osaka.

Le autorità dell’ex colonia inglese hanno diffuso un appello, chiedendo di manifestare “in modo pacifico e ordinato“, mentre la polizia ha chiesto di “lasciare libero accesso ai veicoli d’emergenza, perché i servizi di soccorso siano assicurati al pubblico e non ostacolati“. Questa mattina, la giornata si è aperta con una marcia d’esordio, cui hanno preso parte 1500 manifestanti, secondo gli organizzatori. Una marcia che ha attraversato simbolicamente i consolati dei Paesi del G20 per sollecitare l’attenzione delle principali economie sviluppate ed emergenti sulla legge per le estradizioni in Cina, considerata uno strumento per limitare l’autonomia dell’ex colonia a favore di una maggiore ingerenza di Pechino negli affari interni di una metropoli ultramoderna che tiene molto ai valori di libertà e autodeterminazione.

Free Hong Kong, manifestazione di piazza (Epa Ansa)
Free Hong Kong, manifestazione di piazza (Epa Ansa)

Il messaggio degli attivisti è stato consegnato a 19 consolati, tra cui quelli di Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Francia e Italia: tolto dall’elenco dei Paesi del G20 la Cina e l’Indonesia (gli uffici erano chiusi), è stata aggiunta la rappresentanza dell’Unione Europea.