Giovedì 25 Aprile 2024

Hong Kong, violenti scontri all'aeroporto. Cina all'Onu: non si intrometta

Voli ripristinati dopo le proteste, la polizia si ritira. Trump avverte: Pechino sposta truppe al confine

Scontri nell'aeroporto occupato a Hong-Kong (Ansa)

Scontri nell'aeroporto occupato a Hong-Kong (Ansa)

Hong Kong, 14 luglio 2019 - L'aeroporto internazionale di Hong Kong è stato riaperto ai voli dopo gli scontri tra dimostranti e polizia che lo avevano bloccato per il secondo giorno consecutivo. I terminal sono ora accessibili e operativi. Centinaia di manifestanti protestavano per le misure che limitano democrazia e la libertà di spostamenti nell'ex colonia britannica sempre più soggetta alle ingerenze del regime di Pechino. Dopo un primo stop, ieri lo scalo aveva annunciato la totale cancellazione dei voli in partenza: tutte le procedure di check-in sospese. Gli agenti in assetto antisommossa hanno reagito con spray al peperoncino alle barricate e al lancio di oggetti, prima di ritirarsi e abbandonare le posizioni. Intanto Donal Trump in un tweet fa sapere che la Cina sta spostando truppe al confine con il Paese. "Tutti stiano calmi e al sicuro". 

La leader di Hong Kong Carrie Lam ha lanciato un monito ai manifestanti anti governativi, chiedendo loro di non spingere la città verso l'"abisso". Hong Kong, ha detto Lam nel corso di una conferenza stampa, ha "raggiunto una situazione pericolosa" e ulteriori violenze potrebbero portarla al "punto di non ritorno". La popolarità della Lam è precipitata ai minimi storici rispetto a qualsiasi leader di Hong Kong, secondo un sondaggio diffuso dall'emittente locale Rthk. Su una scala dal 0 a 100, il consenso si ferma a 27,9, inferiore anche all'ultimo governatore britannico, Chris Patten. A luglio era al 30,1%. Solo il 20,4% degli intervistati voterebbe Lam in caso di elezioni, contro il 71,6% che alla domanda ha risposto "no".

Hong Kong, si muove l'Onu

L'Alto commissariato dell'Onu per i diritti umani ha chiesto un'indagine indipendente sulle misure usate dalle autorità di Hong Kong contro i dissidenti, e ha avvertito che ci sono prove che indicano come non siano in linea con gli standard internazionali. "Per esempio, si sono visti agenti lanciare gas lacrimogeni direttamente sui manifestanti, sulla folla e nelle aree chiuse, con gravi rischi di provocare feriti o morti", ha detto un portavoce, Rupert Colville. Le autorità di Hong Kong devono indagare "immediatamente" su questi incidenti e cambiare le loro pratiche antisommossa in quei casi che contraddicono gli standard internazionali, ha aggiunto. Colville ha assicurato che l'Alto commissario per i diritti umani, Michelle Bachelet, è preoccupata dall'escalation di violenza degli ultimi giorni e allo stesso tempo, "condanna ogni forma di violenza e distruzione di proprietà e chiede a tutti i partecipanti alle proteste di manifestare pacificamente".

Cina: Onu non si intrometta

Non si fa attendere la replica della Cina: la Missione diplomatica di Pechino a Ginevra ha denunciato la "dichiarazione ingiustificata" sulle manifestazioni ad Hong Kong, che "contraddice i fatti, interferisce con quanto accade a Hong Kong e invia un segnale sbagliato a criminali violenti. Le manifestazioni hanno recentemente preso una piega violenta con comportamenti che non hanno nulla a che fare con una manifestazione pacifica".

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Quasi 700 persone sono state arrestate a Hong Kong dal 9 giugno, quando sono iniziate le proteste contro le autorità locali e il governo cinese. Lo rende noto la polizia, come riporta la Cnn. I fermati sono sospettati di diversi reati tra cui riunione illegale, aggressione ad agenti di polizia, intralcio alla polizia nell'esecuzione del proprio dovere, possesso di armi d'offesa e oggetti pericolosi. Se giudicati colpevoli, rischiano fino a 10 anni di prigione. La persona più giovane tra gli accusati è una ragazza di 16 anni.