Mercoledì 24 Aprile 2024

Hong Kong, rinviata la legge sull'estradizione in Cina

La governatrice Carrie Lam ammette che il governo si è comportato in modo 'inadeguato'. Confermata la manifestazione di protesta di domani

Estradizione, gli attivisti dei diritti umani confermano la manifestazione (Ansa)

Estradizione, gli attivisti dei diritti umani confermano la manifestazione (Ansa)

Hong Kong, 15 giugno 2019 - Dopo una settimana di proteste e scontri, e prima di una nuova manifestazione convocata per domani, il governo di Hong Kong ha annunciato il rinvio dell'approvazione della controversa legge sull'estradizione.  "Dopo aver studiato la questione negli ultimi due giorni, annuncio che sarà rinviata la legge", ha detto in conferenza stampa la governatrice di Hong Kong, Carrie Lam, affermando che il governo aveva presentato inizialmente questa legge nell'interesse dei cittadini, ammettendo però che il suo esecutivo si è comportato in maniera "inadeguata" provocando "un grande conflitto a Hong Kong che è stata relativamente calma negli ultimi due anni". 

"Abbiamo deluso e rattristato molte persone, e anche io sono rattristata e provo rammarico", ha aggiunto Lam che ha poi detto che il governo "sinceramente e umilmente accetterà critiche e cercherà di migliorare". Lam non ha indicato per quanto tempo verrà rinviata l'approvazione della legge ma rispondendo a una domanda ha affermato che "al momento" la legge non viene completamente ritirata.  "Abbiamo due obiettivi, il caso di omicidio a Taiwan - ha detto riferendosi al caso del ricercato per un omicidio che si era rifugiato ad Hong Kong - e la soluzione della scappatoie legali. Forse non potremmo affrontare il primo, ma dobbiamo risolvere il secondo quindi non credo, che a questo stadio, le legge possa essere ritirata'".

La governatrice ha detto di "dover ammettere che vi sono state da parte del governo molte inadeguatezze dal punto di vista della spiegazione e della comunicazione" della proposta di legge che renderebbe più facili le estradizioni verso la Cina.  "La legge ha provocato molte divisioni nella società, dubbi e incomprensioni" ha detto ancora affermando di aver deciso di accogliere la richiesta di chi, in seno al governo, le consigliava di "spingere il tasto di pausa per riflettere".  E ha promesso di "mantenere il dialogo con la società, con un atteggiamento aperto", prima di prendere la decisione sulla legge.  "Dobbiamo tenere in mente l'interesse più grande di Hong Kong che è quello di ristabilire la pace e l'ordine", ha aggiunto Lam che ha comunque difeso il comportamento della polizia che mercoledì ha usato proiettili di gomma, lacrimogeni e gas urticanti contro i manifestanti. Una nuova manifestazione era stata indetta per domani.

Inoltre, sottolinea Lam, dal governo centrale cinese sono arrivati "comprensione, fiducia, rispetto e sostegno" per Hong Kong. Pechino, aggiunge,  comprende che Hong Kong è un sistema differente da quello cinese e che "non è semplice fare cose buone" nell'ex colonia britannica. Il governo centrale, ha aggiunto, "ha fiducia nel mio giudizio". 

MANIFESTAZIONE CONFERMATA - Nonostante il rinvio sine die della legge, è syaya confermata la manifestazione indetta per domani a Hong Kong. Contro la legge si è mobilitato un vasto movimento di protesta. Il Civil Human Rights Front, la coalizione di partito pro democrazia che è anima della mobilitazione, ha infatti invitato a scendere in piazza per protestare contro l'eccessivo uso della forza da parte della polizia durante la manifestazione dei giorni scorsi. La coalzione chiede che il governo ritiri la designazione dei fatti di mercoledì come "rivolta" e non incrimini gli arrestati. Mercoledì scorso gli agenti hanno usato lacrimogeni, gas urticanti e pallottole di gomma contro i manifestanti, ferendo 81 persone.