Ucraina, politologo Usa: "Zelensky non può fare come gli pare, c'è una linea rossa"

Il professor Harper: "La Crimea non potrà essere attaccata, il conflitto deve finire con un accordo"

Volodymyr Zelensky, presidente dell'Ucraina (Ansa)

Volodymyr Zelensky, presidente dell'Ucraina (Ansa)

Roma, 8 ottobre 2022 - Professor John Harper, come leggere le dichiarazioni di Biden sul fatto che Putin sul nucleare "fa sul serio"?

"Biden ha buone fonti, si diceva convinto dell’invasione anche quando molti erano scettici. E aveva ragione. Quindi, è preoccupante quel che dice. Ma la mia impressione è che può essere stato anche un messaggio a Zelensky a non esagerare e a cominciare a rendersi conto che bisognerà accettare dei limiti e che la guerra non potrà continuare per sempre e ad ogni costo".

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Anche la rivelazione americana che l’attentato che ha portato alla morte della figlia di Dugin è di matrice ucraina, va letta allo stesso modo?

"È stata una fuga di notizie alla stampa, forse non per caso ma per comunicare la stizza che si sente a Washington per una mossa avventata. Anche qui, è probabilmente un invito a non esagerare".

Fino a che punto l’America sarà con Zelensky?

"Probabilmente se lo sta chiedendo la stessa amministrazione Biden: ci sono dei punti di vista diversi e una discussione in corso. Sono ancora determinati ad aiutare Zelensky a sconfiggere i russi, ma il punto è: fino a quando diamo carta bianca a Kiev? Fino alla riconquista di tutto il territorio ucraino? Io penso che l’amministrazione americana si ponga dei limiti e ritenga, ad esempio, che la Crimea non possa essere attaccata. Se mai c’è una linea rossa per Putin oltre la quale sarebbe tentato di usare le armi nucleari, quella è la Crimea".

Arriverà il momento nel quale gli americani spingeranno per la trattativa?

"La guerra deve finire con un negoziato, specialmente con una potenza nucleare. Gli americani non possono dare totale carta bianca a Zelensky, anche perché i cittadini americani sostengono in maniera convinta questa guerra ma non sosterrebbero il rischio di un conflitto nucleare per la Crimea. Un sondaggio molto recente dice che il 32% vuole dare carta bianca a Kiev per infliggere una sconfitta decisiva a Putin mentre il 58% è favorevole a cercare una soluzione negoziata che preveda dei compromessi".

Q uindi fino a quando gli ucraini riconquistano territori presi dai russi in questa guerra, il sostegno americano sarà totale, mentre le cose cambierebbero se Kiev volesse riprendersi la Crimea e territori occupati nel 2014-15?

"Grossomodo è così. Oltre un certo limite, Biden proverebbe a scoraggiare gli ucraini minacciando di ridurre i rifornimenti di armi. Credo che l’America accetterebbe una tregua sulla linea pre-febbraio. Questo sarebbe molto amaro per gli ucraini e per convincerli bisognerebbe dargli molti aiuti per la ricostruzione e anche garantire la loro sicurezza, ma io prevedo una soluzione del genere. Certo, se l’esercito russo dovesse collassare, allora cambierebbe tutto. Ma non credo si arrivi a una Caporetto. E quindi la soluzione sarà negoziale".