Roma, 15 aprile 2025 – L’alta rappresentante europea Kaja Kallas chiede sanzioni contro la Russia e Mosca risponde: “Va rimossa e processata dal tribunale Onu”. Intanto l’inviato del presidente Usa Steve Witkoff ribadisce che in Ucraina Putin vuole “una pace duratura”. E aggiunge che la chiave di una possibile intesa “riguarda i cosiddetti cinque territori" parzialmente occupati dai russi. Ma il ministro degli Esteri russo Lavrov sottolinea: “Non è facile concordare sui punti di un accordo". E attacca ancora la Ue: “Dopo Zelensky, l’Europa vorrà piazzare in Ucraina un nuovo mezzo Fuhrer”.
Oggi, intanto, il presidente ucraino ha rimosso il capo dell’amministrazione militare di Sumy, Volodymyr Artyukh, dopo il devastante raid russo di domenica. È accusato di avere offerto un obiettivo ai russi con la cerimonia delle medaglie ai soldati.
Nella notte nuovo attacco ucraino con droni sulla città russa di Kursk, al confine tra i due Paesi: la Tass parla di un morto e 9 feriti.
Ultime notizie in diretta

"Tutti i territori appartengono allo Stato unitario dell'Ucraina. Pertanto, ancora una volta, solo il popolo ucraino può parlare dei territori del nostro Stato. E sapete che per noi queste sono linee rosse: riconoscere qualsiasi territorio temporaneamente occupato come non ucraino, ma russo", ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky replicando all'inviato Usa Steve Witkoff che a Fox News aveva detto che un eventuale accordo di pace con la Russia avrebbe incluso la questione dei "cinque territori".
"Siamo abituati alla propaganda russa infondata volta a giustificare la guerra contro l'Ucraina. La Russia teme chiaramente coloro che parlano e agiscono con fermezza a sostegno della difesa dell'Ucraina. È il presidente Putin ad essere ricercato dal Tribunale penale internazionale per crimini di guerra. I fatti sono chiari: la Russia ha iniziato questa guerra, l'Ucraina è la vittima", ha affermato una portavoce del Servizio di Azione Esterna dell'Ue commentando gli attacchi di Mosca contro l'alto rappresentante Kaja Kallas.
Gli Stati Uniti hanno comunicato agli alleati del G7 che non appoggeranno una dichiarazione di condanna dell'attacco della Russia a Sumy. Lo riporta Bloomberg secondo cui il rifiuto sarebbe allo scopo di mantenere i negoziati con Mosca in carreggiata. Secodo fonti dell'agenzia americana l'amministrazione del presidente Donald Trump avrebbe comunicato agli alleati di non poter firmare la dichiarazione di condanna dell'attacco, poichè sta "lavorando per preservare lo spazio per negoziare la pace".
Il Canada, che detiene la presidenza del G7 quest'anno, ha comunicato agli alleati che senza l'approvazione degli Stati Uniti sarebbe impossibile procedere con la dichiarazione, secondo le stesse fonti. L'ambasciata statunitense a Londra ha rifiutato di commentare. La Casa Bianca, il Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti e il governo canadese non hanno risposto immediatamente alle richieste di commento di Bloomberg News.
Il ministero della Difesa russo ha ammesso di aver compiuto l'attacco a Sumy in un post su Telegram lunedì, pur affermando di aver colpito un raduno di personale di comando militare ucraino in città e ucciso più di 60 militari. Secondo le bozze visionate da Bloomberg News, la dichiarazione del G7 intendeva affermare che l'attacco a Sumy era la prova della determinazione della Russia a continuare la guerra. Trump ha adottato un tono diverso, descrivendo l'attacco come "terribile" nei commenti ai giornalisti domenica sera, ma affermando senza ulteriori dettagli di essere stato informato che la Russia aveva "commesso un errore".
Il capo dei servizi segreti esteri russi, Sergei Naryshkin, ha ribadito le condizioni poste da Mosca per porre fine alla guerra in Ucraina. In un'intervista rilanciata dall'agenzia statale russa Tass, Naryshkin ha dichiarato che Kiev dovrà rinunciare all'adesione alla Nato, accettare lo status di Paese neutrale e privo di armamenti nucleari, oltre a cedere i territori occupati e annessi da Mosca.
"Le condizioni dell'accordo di pace includono naturalmente lo status neutrale e denuclearizzato dell'Ucraina, la demilitarizzazione e la denazificazione dello Stato ucraino, e l'abolizione di tutte le leggi discriminatorie approvate dopo il colpo di Stato del 2014", ha affermato Naryshkin, riferendosi alla destituzione del presidente filo-russo Viktor Yanukovych a seguito delle proteste pro-occidentali di Euromaidan. Secondo il capo dell'intelligence, qualsiasi accordo dovrà anche prevedere il riconoscimento da parte dell'Ucraina "della sovranità e dei confini territoriali della Federazione Russa - ovvero i confini attuali".
Dopo l'annessione della Crimea nel 2014, la Russia ha infatti rivendicato anche le regioni ucraine di Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia, sebbene non ne controlli integralmente nessuna, ad eccezione della penisola sul Mar Nero. Naryshkin ha accolto con favore la ripresa del dialogo con gli Stati Uniti in merito a una possibile soluzione diplomatica del conflitto, sottolineando che Mosca e Minsk stanno osservando un'intensificazione delle attività della Nato lungo i propri confini, soprattutto in prossimità della Polonia.
"In Ucraina l'Europa farà di tutto per garantire che il regime non cambi nella sua essenza, troveranno un nuovo mezzo Führer che sarà meno dipendente da varie sostanze, ma l'essenza del regime rimarrà". Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov in un'intervista al quotidiano Kommersant a proposito della possibile tenuta di elezioni in Ucraina. Lavrov ha parlato dell'ipotesi del possibile invio in Ucraina di truppe europee avanzata da Francia e Gran Bretagna. "Ma cosa proteggeranno? Ancora lo stesso regime? Nessuno - ha affermato il ministro russo - parla nemmeno delle elezioni! Ora però gli americani hanno detto: le elezioni si devono tenere. Ma l'Europa farà di tutto per garantire che la sostanza del regime non cambi".
Volodymyr Zelensky ha licenziato Volodymyr Artyukh, capo dell'amministrazione statale regionale di Sumy, colpita domenica da un pesante raid russo che ha ucciso 35 persone e ne ha ferite altre centinaia. Lo riportano i media ucraini. Il sindaco della città di Konotop Artem Semenikhin, ha affermato che il raid russo è stato conseguenza "non solo della sete di sangue russa, ma anche della negligenza di funzionari ucraini". Secondo lui, i russi hanno colto l'occasione per colpire un obiettivo militare perché in uno degli edifici presi di mira Artyukh ha tenuto una cerimonia di consegna di medaglie ai soldati della 117ma Brigata.
"Prestiamo attenzione alle dichiarazioni di Kallas che sono molto, molto dure. Non le riteniamo corrette e non spetta a noi valutare queste minacce. Queste minacce dovrebbero essere valutate dagli Stati sovrani che lei minaccia. E a quanto pare, ci sono Stati in Europa che non accettano tale retorica". Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmytry Peskov, rispondendo a una domanda dei giornalisti in merito alle richieste del capo della diplomazia dell'UE, Kaja Kallas, ai candidati all'adesione all'UE di non partecipare alle celebrazioni per l'80 anniversario della Vittoria che si celebra in Russia.
L'Alta rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Ue, Kaja Kallas, ha ribadito la necessità di consegnare "al più presto" delle munizioni all'Ucraina. "Ci sono molte vittime civili, ecco perché (gli ucraini) hanno bisogno di munizioni, e anche di difesa aerea", ha detto Kallas. Secondo l'Alta rappresentante, l'iniziativa da lei proposta di reperire 2 milioni di munizioni per un valore di circa 5 miliardi di euro a favore di Kiev "è arrivata a due terzi" dell'obiettivo.
L'inviato speciale Usa, Steve Witkoff, che la scorsa settimana ha incontrato a Mosca Vladimir Putin, in un'intervista a Fox News, affermando che il presidente russo è aperto a "una pace permanente", ha spiegato che la chiave dell'accordo complessivo "riguarda i cosiddetti cinque territori (occupati in Ucraina, ndr), ma c'è molto di più: ci sono protocolli di sicurezza, non c'è la Nato, l'articolo 5 della Nato, insomma, ci sono solo un sacco di dettagli allegati". Non solo. "È una situazione complicata - ha ammesso Witkoff - radicata in alcuni aspetti davvero problematici che stanno accadendo tra i due Paesi".
"Non è facile concordare gli elementi chiave di un accordo". Lo afferma il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov in un'intervista al quotidiano Kommersant. "Se ne sta discutendo", ha spiegato, come riporta Sky News. Lavrov riconosce a Washington il merito di "aver cercato di approfondire il problema", a differenza dell'Europa.
La Commissione europea dovrebbe presentare il prossimo 6 maggio la tabella di marcia per eliminare gradualmente l'uso di combustibili fossili russi, riducendo la dipendenza dalle importazioni di gas e Gnl (gas naturale liquefatto) da Mosca. È quanto emerge dall'ultimo ordine del giorno della riunione del collegio dei commissari datato 14 aprile, suscettibile di modifiche da parte dell'esecutivo. La roadmap era stata inizialmente messa in calendario nel primo trimestre dell'anno, poi messa in pausa per valutare l'impatto delle tensioni commerciali innescate dagli Stati Uniti, diventato il primo fornitore di gas naturale liquefatto per l'Europa dopo l'inizio della guerra in Ucraina. La tabella di marcia, non vincolante, dovrebbe essere seguita da una proposta legislativa vera e propria.
"Putin vuole una pace duratura in Ucraina". Lo ha detto l'inviato del presidente Usa, Steve Witkoff, in un'intervista a Fox News. "Potremmo essere vicini a qualcosa di molto, molto importante per il mondo intero", ha aggiunto. Venerdì scorso Steve Witkoff ha incontrato Putin a San Pietroburgo. L'incontro si è rivelato "convincente", secondo quanto riferito dall'inviato americano.
"Penso ci sia la possibilità di rimodellare le relazioni tra Russia e Stati Uniti attraverso opportunità commerciali molto interessanti, che credo diano anche stabilità alla regione". Lo ha detto in un'intervista a Fox News l'inviato di Donald Trump, Steve Witkoff, che venerdì scorso ha incontrato Putin a San Pietroburgo. "Partnership creano stabilità", ha aggiunto.
La Tass riferisce di un attacco ucraino con droni durante la notte sulla città russa di Kursk, al confine tra i due Paesi, con un morto e 9 feriti. Citando una nota del quartier generale operativo regionale diffusa sul suo canale Telegram, la Tass precisa che "diverse abitazioni sono andate a fuoco a seguito degli attacchi mirati dei droni contro infrastrutture civili".
Il presidente della Duma russa, Vyacheslav Volodin, ha chiesto la rimozione dall'incarico dell'Alto rappresentante dell'Ue per gli Affari esteri, Kaja Kallas, e il suo deferimento a un tribunale internazionale delle Nazioni Unite. L'accusa, espressa in un post su Telegram, è quella di "russofobia" e di "oltraggio alla memoria storica" per aver, secondo Mosca, invitato i Paesi dell'Ue e i candidati all'adesione a non partecipare alle celebrazioni in Russia per l'80° anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale.
Volodin ha definito l'appello di Kallas "un ultimatum" e "un gesto irrispettoso verso coloro che hanno sacrificato la propria vita per salvare il mondo dal fascismo". E ancora: "Un mondo salvato dal popolo multinazionale sovietico, con 27 milioni di vite spezzate, e dai Paesi della coalizione antifascista come Stati Uniti e Regno Unito, che hanno perso oltre 800 mila persone, non deve mai dimenticare", ha dichiarato il presidente della Duma.
Ricordando che in Russia vige una legge contro la riabilitazione del nazismo, Volodin ha aggiunto che il sistema giuridico del Paese prevede norme per perseguire chi, come Kallas, si renderebbe colpevole di "profanazione della memoria dei caduti". "Il nostro dovere è difenderli", ha concluso.