La strategia militare del Cremlino 

Roma, 21 febbraio 2023 - Un’offensiva su cinque direttrici d’attacco, quattro della quali in Donbass, già esistenti e attive e la quinta, nuovissima, da nord-est. e sarebbe questa la mossa ’a sorpresa’ "il cui fine – dice una fonte militare occidentale da Bruxelles – è quello di chiudere in una grande sacca il meglio dell’esercito ucraino oggi impegnato a difendere il Donbass". La pace cinese. Vertice a Mosca, oggi parla Putin  Ucraina oggi, Cina: "Guerra fuori controllo, ora dialogo". Meloni in viaggio verso Kiev L’attacco da nord-est avverrebbe non dalla Bielorussia ma dalla città russa di Belgorod (non lontana da Kharkiv) puntando verso Volvchansk e Veliky Buruk fino a Kupiansk. Da qui i russi (che una volta presa Kupiansk trasporterebbero truppe e mezzi usando la ferrovia Belgorod-Kupiansk), punterebbero verso sud, obiettivo Izium. Stima per arrivarci, un mese. I russi confidano che Kiev, per evitare di farsi intrappolare, ordinerebbe il ritiro verso sud delle truppe ucraine che si trovano oltre il fiume Oskil. Un ritiro che si augurano disordinato al punto da favorire l’avanzata sulla direttrice di attacco da Kreminna verso ovest (Torsk-Dudenok) e prendere così Izium da due lati. Più a sud est muoverebbero altre tre direttrici di attacco: una sarebbe da Bakmut, che verrebbe presa in una morsa da nord (Krasna Hora) e da sud (Kishilivka) non per conquistarla ma per aggirala e proseguire verso ovest verso un punto sud della decisiva città di Kramatorsk. Poco più a sud sarebbe diretta la quarta direttrice di attacco che passando a nord di Adviika punterebbe verso un’area tra Porovsk e Kramatorsk. Quinta e ultima direttrice di attacco da Marinka verso ovest per riunirsi con la quarta e la terza sotto Kramatorsk. Se questa avanzata avesse successo, lo sforzo russo sarebbe poi quello di tentare di chiudere in una sacca nel Donbass – entro l’estate – il meglio delle truppe ucraine, facendo muovere da Izium verso sud la prima e la seconda direttrice d’attacco e da sud verso nord le altre tre. Il piano è estremamente ambizioso e di improbabile successo perché le forze russe hanno mostrato scarse capacità di manovra e problemi di rifornimento oltre a scarsità di blindati oltre e, nonostante la mobilitazione parziale, carenza di uomini. Nell’operazione sarebbero impiegati circa 108-110 mila soldati russi. Molti ma non abbastanza. Per la direttrice da nord – la più importante perché prenderebbe alle spalle gli ucraini – verrebbero utilizzata la 2ª Divisione fucilieri a motore, la 4° e 47° divisioni corazzate della 1ª Armata corazzata delle Guardie – potente unità ricostituita con reclute fresche dopo aver aver combattuto e sostenuto forti perdite a Kharkiv e Svatovo. L’offensiva potrebbe prendere il via entro il 25 febbraio. Sarebbe preceduta da un attacco aereo e soprattutto missilistico massiccio su tutta l’Ucraina – 120-140 missili e decine di droni Shahed – per intimorire Kiev e causare danni pesanti alle infrastrutture, rendendo più complesso il movimento delle truppe ucraine della riserva. Il problema per i russi è che lo Stato Maggiore ucraino è ben avvertito della minaccia e sta predisponendo opportune contromisure, rafforzando secondo necessità le unità schierate nel Donbass e attorno a Kupiansk e schierando lì batterie di lanciamissili Himars che colpirebbero l’eventuale avanzata russa. La convinzione ucraina è di riuscire a fermare l’avanzata per poi procedere con la controffensiva: obiettivo Melitopol e Mariupol, per spezzare la continuità tra Donbass e Crimea. Un anno di guerra. "Vittoria ucraina mutilata, russi ai piedi di Xi" La resistenza ucraina - Un altro giorno, il podcast di Marcella Cocchi

Esteri

Roma, 21 febbraio 2023 -&nbsp;Un’offensiva su cinque direttrici d’attacco, quattro della quali in Donbass, già esistenti e attive e la quinta, nuovissima, da nord-est. e sarebbe questa la mossa ’a sorpresa’ "il cui fine – dice una fonte militare occidentale da Bruxelles – è quello di chiudere in una grande sacca il meglio dell’esercito ucraino oggi impegnato a difendere il Donbass". 
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L’attacco da nord-est avverrebbe non dalla Bielorussia ma dalla città russa di Belgorod (non lontana da Kharkiv) puntando verso Volvchansk e Veliky Buruk fino a Kupiansk. Da qui i russi (che una volta presa Kupiansk trasporterebbero truppe e mezzi usando la ferrovia Belgorod-Kupiansk), punterebbero verso sud, obiettivo Izium. Stima per arrivarci, un mese. I russi confidano che Kiev, per evitare di farsi intrappolare, ordinerebbe il ritiro verso sud delle truppe ucraine che si trovano oltre il fiume Oskil. Un ritiro che si augurano disordinato al punto da favorire l’avanzata sulla direttrice di attacco da Kreminna verso ovest (Torsk-Dudenok) e prendere così Izium da due lati. Più a sud est muoverebbero altre tre direttrici di attacco: una sarebbe da Bakmut, che verrebbe presa in una morsa da nord (Krasna Hora) e da sud (Kishilivka) non per conquistarla ma per aggirala e proseguire verso ovest verso un punto sud della decisiva città di Kramatorsk. 
Poco più a sud sarebbe diretta la quarta direttrice di attacco che passando a nord di Adviika punterebbe verso un’area tra Porovsk e Kramatorsk. Quinta e ultima direttrice di attacco da Marinka verso ovest per riunirsi con la quarta e la terza sotto Kramatorsk. 
Se questa avanzata avesse successo, lo sforzo russo sarebbe poi quello di tentare di chiudere in una sacca nel Donbass – entro l’estate – il meglio delle truppe ucraine, facendo muovere da Izium verso sud la prima e la seconda direttrice d’attacco e da sud verso nord le altre tre. Il piano è estremamente ambizioso e di improbabile successo perché le forze russe hanno mostrato scarse capacità di manovra e problemi di rifornimento oltre a scarsità di blindati oltre e, nonostante la mobilitazione parziale, carenza di uomini. Nell’operazione sarebbero impiegati circa 108-110 mila soldati russi. Molti ma non abbastanza. Per la direttrice da nord – la più importante perché prenderebbe alle spalle gli ucraini – verrebbero utilizzata la 2ª Divisione fucilieri a motore, la 4° e 47° divisioni corazzate della 1ª Armata corazzata delle Guardie – potente unità ricostituita con reclute fresche dopo aver aver combattuto e sostenuto forti perdite a Kharkiv e Svatovo. 
L’offensiva potrebbe prendere il via entro il 25 febbraio. Sarebbe preceduta da un attacco aereo e soprattutto missilistico massiccio su tutta l’Ucraina – 120-140 missili e decine di droni Shahed – per intimorire Kiev e causare danni pesanti alle infrastrutture, rendendo più complesso il movimento delle truppe ucraine della riserva. 
Il problema per i russi è che lo Stato Maggiore ucraino è ben avvertito della minaccia e sta predisponendo opportune contromisure, rafforzando secondo necessità le unità schierate nel Donbass e attorno a Kupiansk e schierando lì batterie di lanciamissili Himars che colpirebbero l’eventuale avanzata russa. La convinzione ucraina è di riuscire a fermare l’avanzata per poi procedere con la controffensiva: obiettivo Melitopol e Mariupol, per spezzare la continuità tra Donbass e Crimea. 
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