Notizie Ucraina: Usa riaprono ambasciata a Kiev. Russia espelle 24 diplomatici italiani

A Kiev il processo a Vadim Shishimarin, accusato di crimini di guerra: il soldato russo si è dichiarato colpevole. Mosca pronta a uscire da Oms e Wto. Intelligence Gran Bretagna: Cremlino ha fatto uso significativo di milizie cecene per sopperire a perdite. Ministero della Difesa russo: "Da lunedì 959 soldati ucraini asserragliati nell'acciaieria che si sono arresi". Vice capo Sicurezza: "Difficoltà nell'avanzata a sud"

Il soldato russo Vadim Shishimarin (Ansa)

Il soldato russo Vadim Shishimarin (Ansa)

Roma, 18 maggio 2022 - La guerra in Ucraina ha vissuto oggi il suo 84esimo giorno. Che si è concluso con una notizia importante, dal punto di vista simbolico e non solo. In serata si è appreso che gli Stati Uniti hanno riaperto l'ambasciata americana a Kiev. Il segretario di Stato Antony Blinken ha definito la riapertura "un passo epocale". Oggi a Kiev è partito il primo processo per crimini di guerra, e subito Vadim Shishimarin, il soldato russo di 21 anni accusato di aver ucciso un civile disarmato si è dichiarato colpevole. 

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Tensione tra la Russia e l'Italia: Mosca ha convocato l'ambasciatore Giorgio Starace presso il ministero degli Esteri. A Starace è stata comunicata la decisione della Russia espellere 24 diplomatici italiani dal Paese, in risposta a una misura analoga applicata dall'Italia lo scorso 6 aprile, quando fu annunciata l'espulsione di 30 diplomatici russi. "Una decisione attesa", ha commentato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio secondo il quale i canali diplomatici con il Cremlino "non si indeboliranno". Convocati anche l'ambasciatore spagnolo nella capitale russa, Marcos Gomez, e quello francese, Pierre Levy.

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Sul fronte dei combattimenti, proseguono i bombardamenti russi nella regione di Donetsk: sono stati 28 nelle ultime 24 ore. In primo piano c'è sempre l'evacuazione dei militari ucraini dall'acciaieria Azovstal, a Mariupol. Secondo l'annuncio dell'agenzia delle Nazioni Unite per i diritti umani, sono almeno 3.752 le vittime civili provocate dalla guerra in Ucraina, mentre i feriti sono almeno 4.062.

Sommario

Crimini di guerra: parte il primo processo

Si è dichiarato colpevole di aver ucciso un civile disarmato Vadim Shishimarin, il soldato russo di 21 anni sotto processo di guerra in Ucraina per crimini di guerra. La vittima era Oleksandr Shelipov, un uomo di 62 anni ucciso il 28 febbraio. Shishimarin rischia l'ergastolo, nel primo processo per i crimini commessi dall'esercito russo, e secondo i pubblici ministeri del tribunale di Kiev sono imminenti altri processi, non appena saranno portati alla luce migliaia di crimini commessi dalle forze russe. Il soldato di Irkutsk in Siberia ha collaborato con gli investigatori ucraini, ammettendo i fatti dell'incidente avvenuto appena quattro giorni dopo l'inizio dell'invasione russa. I pubblici ministeri hanno detto che Shishimarin era al comando di un'unità in una divisione di carri armati quando il suo convoglio è stato attaccato. Lui e altri quattro soldati hanno rubato un'auto e, mentre stavano viaggiando vicino al villaggio di Shupakhivka nella regione di Sumy, hanno incontrato un uomo di 62 anni in bicicletta. "Uno dei soldati ha ordinato all'imputato di uccidere il civile in modo che non lo denunciasse", ha detto l'ufficio del pubblico ministero. Shishimarin ha quindi sparato con un fucile d'assalto Kalashnikov dal finestrino del veicolo e "l'uomo è morto sul colpo, a poche decine di metri da casa sua", hanno aggiunto in una nota.

Azovstal: quale destino per i soldati evacuati?

Quale destino aspetta i soldati ucraini evacuati dall'acciaieria Azovstal? Una domanda che rimbomba in un nuovo giorno di guerra in Ucraina. Il battaglione Azov ha obbedito agli ordini arrivati da Kiev e 264 militari (tra cui oltre 50 feriti) hanno lasciato l'impianto. Adesso si trovano nei territori separatisti sotto il controllo della Russia. Resta altrettanto incerta la sorte dei soldati ancora rimasti sotto i tunnel, che sarebbero oltre mille secondo i leader dei separatisti filorussi, compresi i loro comandanti. Zelensky continua a trattare nella "speranza di salvarli", ma da Mosca arrivano segnali minacciosi, soprattutto verso la milizia nazionalista. "I criminali nazisti non dovrebbero essere scambiati, ma processati", ha tuonato il presidente della Camera bassa Vyacheslav Volodin, e oggi l'aula valuterà una risoluzione che vada in questa direzione. Mentre la procura generale ha chiesto alla Corte suprema di riconoscere gli Azov come "organizzazione terroristica".

Russia valuta uscita da Oms e Wto

La Russia potrebbe decidere di uscire da una serie di organizzazioni internazionali tra cui l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) e l'Organizzazione mondiale del Commercio (Wto). Secondo quanto riferito dal vicepresidente della Duma, Piotr Tolstoy, il ministero degli Esteri ha inviato alla Camera bassa del Parlamento russo un elenco di accordi da cui valutare il ritiro. "Intendiamo esaminarlo insieme al Consiglio della Federazione".

Intelligence Gb su uso dei ceceni

Secondo quanto riportato nell'ultimo rapporto dell'intelligence britannica, nel tentativo di superare la resistenza ucraina, la Russia ha fatto un uso significativo di personale ausiliario, incluso il dispiegamento di forze cecene, probabilmente composte da diverse migliaia di combattenti concentrati principalmente nei settori di Mariupol e Lugansk. Sempre secondo gli 007 di Londra, il dispiegamento in combattimento di personale così disparato dimostra i significativi problemi di risorse della Russia in  Ucraina e probabilmente contribuisce al fatto che il comando delle operazioni appaia disunito. 

Mosca ammette difficoltà

Anche nel sud dell'Ucraina l'esercito russo sta incontrando un forte resistenza. Il vice capo del Consiglio per la sicurezza nazionale di Mosca, Rashid Nuurgaliyev, ha dichiarato però che "nonostante le attuali difficoltà", la Russia continuerà l'"operazione militare speciale" fino a compimento, cioè fino a che "la demilitarizzazione e denazificazione dell'Ucraina e la difesa delle repubbliche di Donetsk e Lugansk, saranno completamente raggiunti". E di lentezza del'avanzata ne ha parlato anche il leader ceceno Ramzan Kadyrov, secondo il quale la guerra in Ucraina sarebbe finita da tempo se l'esercito russo e soprattutto i suoi Kadyrovtsy non avessero dovuto salvare la popolazione e le città su ordine del presidente Vladimir Putin. Kadyrov ha anche ammeso qualche errore strategico all'inizio dell'invasione, ma anche lui è certo del successo finale di Mosca.