Ucraina, 100 giorni di guerra. Cosa sta succedendo e come finirà: i 3 scenari

Il 24 febbraio Putin lanciava la sua "operazione speciale". Cosa è cambiato in tre mesi e cosa può succedere adesso

Roma, 3 giugno 2022 - I cento giorni. Il 24 febbraio Vladimir Putin ha lanciato la sua “operazione militare speciale” contro l’Ucraina. Una guerra di invasione a tutti gli effetti. Molti avevano previsto che il Paese e il suo leader, Volodymyr Zelensky, sarebbero caduti in poche ore e invece l’esercito di Kiev ha saputo reggere l’urto e anche contrattaccare. L’offensiva russa nel giro di un paio di settimane ha sconvolto gli equilibri geopolitici mondiali e a distanza di oltre tre mesi (cento giorni oggi) è ancora difficile intravedere la volontà di sedersi seriamente al tavolo per porre fine alle ostilità.

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La guerra lampo fallita

L’obiettivo iniziale della a Russia era conquistare Kiev in pochi giorni e sostituire il presidente Zelensky. Ma fin dalle prime ore si è capito che i generali della Federazione avevano fatto male i conti. L’offensiva procedeva troppo lentamente rispetto ai piani e i lunghi convogli di carri armati e altri veicoli offrivano il fianco alle imboscate ucraine. Già in aprile i generali russi avevano capito di non poter arrivare alla capitale e avevano ordinato il ritiro dietro i confini russi e bielorussi per concentrarsi a est. Dalla conquista del Paese, dalla denazificazione dell’Ucraina, l’obiettivo è diventato la conquista del Donbass. A sud il tentativo di unire la Crimea alle repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk si è fermato dopo pochi giorni a Mariupol. L’esercito ucraino, asserragliato nell’acciaieria Azovstal, ha resistito sostanzialmente fino al 16 maggio, quando la maggior parte dei soldati si è poi arresa. Uno sforzo che ha comunque tenuto impegnate le truppe russe più a lungo del previsto, indebolendo la spinta offensiva su altri fronti. E non è un caso che la strategia della Federazione sia cambiata radicalmente: dalle operazioni chirurgiche si è passati ai bombardamenti indiscriminati e l’accerchiamento delle grandi regioni (mano a mano che i fallimenti si affastellavano) ha ceduto il passo alle offensive sul singole città o nodi strategici. Ora tutti gli sforzi sono concentrati sul Donbass, dove nelle ultime settimane l’esercito russo è avanzato in modo lento (più del previsto), ma stabile.

 

Qui sopra potete trovare una cartina che mostra tutti le fasi di combattimento dei primi novanta giorni.

Le armi e le sanzioni

Già dal 2014, dopo l’annessione della Crimea, l’Ucraina aveva iniziato a prepararsi a un nuovo conflitto. Gli Stati Uniti, soprattutto, avevano fornito armi e addestramento. E già nei primi giorni dell’offensiva Usa ed Europa si sono impegnati a sostenere Kiev. Al 10 maggio, secondo il Kiel Institute, gli aiuti forniti all’Ucraina ammontavano a circa 64,6 miliardi di dollari di cui più della metà (33,6 miliardi) destinati a supportare gli sforzi militari. Per gli aiuti umanitari sono stati promessi 12,5 miliardi, mentre 18,4 saranno impiegati per sostenere l’economia ucraina. Gli Usa hanno fatto la parte del leone, donando circa 43 miliardi di dollari, di cui 24,1 per aiuti militari. Pochi giorni fa il presidente Joe Biden ha detto che non invierà missili a medio raggio, che permetterebbero all’Ucraina di colpire la Russia. Una mossa, quella della Casa Bianca, volta a evitare un allargamento del conflitto. Oltre all’invio di armi, sono molti i Paesi che hanno deciso di sanzionare la Russia. La Ue, ad esempio, ha imposto sei diversi pacchetti di misure restrittive. Con l’ultimo, è stato deciso l’embargo del petrolio della Federazione che viene spedito via mare.

Gli equilibri geopolitici

La Nato, che negli ultimi anni avevo perso centralità, ha subito riconquistato un ruolo di primo piano. Tra gli obiettivi dichiarati della Russia c’era evitare un allargamento dell’Alleanza, con l’ingresso dell’Ucraina nel Trattato. Se Kiev è ancora fuori, Svezia e Finlandia hanno invece chiesto di aderire, abbandonando uno storico status di neutralità. Se i due Paesi del nord saranno accettati (bisognerà convincere la Turchia), saranno protetti dall’articolo 5, che impegna gli Stati firmatari a difendere le nazioni aderenti al patto in caso di aggressione. La Cina non ha condannato l’invasione, ma non ha esitato a mostrare il suo scontento per il prolungarsi della guerra. Molti analisti hanno comunque affermato che Pechino sta osservando da vicino la situazione per capire come comportarsi con Taiwan, da sempre nelle mire del Dragone.

Cosa può succedere: 3 scenari

Il conflitto con il passare dei giorni si è trasformato in una guerra d’attrito che potrebbe durare anni. Secondo Mathew Burrows e Robert A. Manning dell’Atlantic Council, sono tre gli scenari possibili.

  1.  L’Ucraina verrà lentamente strangolata La Russia consolida il ponte terrestre verso la Crimea e, senza assicurarsi il controllo completo del resto della costa ucraina del Mar Nero, distrugge o blocca la città portuale di Odessa, lasciando Kiev senza sbocco sul mare. Putin continua a bombardare le infrastrutture strategiche dell’Ucraina e annette parti del Sud e dell'Est, destabilizzando ulteriormente il Paese. Il Cremlino dichiara la vittoria, mentre reprime con successo il dissenso interno.
  2. La Russia viene respinta L’esercito ucraino riesce a respingere la Russia nelle aree di controllo precedenti al 24 febbraio entro l'inizio del 2023. Il Cremlino mantiene però la Crimea e le parti occupate dai separatisti di Donetsk e Luhansk. Ulteriori avanzamenti da parte dell'Ucraina si rivelano difficili a causa delle radicate difese russe e separatiste. Nonostante l’invio di armi più sofisticate da parte dell’Occidente, le forze ucraine registrano minimi progressi.
  3. La Russia perde tutto Come risultato del significativo aumento delle spedizioni di armi occidentali in Ucraina, del crollo del morale russo sia a livello tattico che strategico e dell'incapacità di Mosca di sostituire i mezzi militari ai livelli necessari (grazie alle sanzioni occidentali), la Russia viene completamente espulsa dall'Ucraina fatta eccezione per la Crimea. Kiev a questo punto potrebbe anche attrezzarsi per riconquistare la penisola, atto che Putin considererebbe un’invasione del territorio russo.