"Civili massacrati? A Putin non importa. Mercenari faranno una mattanza"

L’analista del Cesi: "Il presidente russo vuole piegare la resistenza ucraina in ogni modo. Scene già viste in Cecenia, Georgia e Siria"

"I sedicimila mercenari in arrivo da Siria e Medio Oriente che Putin schiererà in Ucraina si occuperanno del lavoro sporco. Per i civili sarà una macelleria". Secondo Marco Di Liddo, analista senior del Centro studi internazionali, l’escalation di violenze è destinata ad aumentare.

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Perché la Russia sta prendendo di mira i civili?

"Perché non ha altre alternative. Putin pensava di risolvere la questione in una settimana, ma il calcolo si è rivelato sbagliato: l’esercito ucraino si è dimostrato pronto a tutto, anche grazie all’aiuto dell’Occidente. La popolazione non ha accolto i russi come liberatori. A questo si sono uniti diversi errori tattici sul campo. Il Cremlino ha così deciso di smettere di imitare le operazioni americane ed è tornato alla vecchia dottrina sovietica della saturazione di fuoco".

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Cioè?

"L’esercito individua un quadrante e lo bombarda massicciamente. È una strategia che, con sfumature diverse, la Russia ha applicato in Cecenia, Georgia e Siria. Inizialmente Putin voleva danneggiare il meno possibile l’Ucraina, perché sapeva che poi avrebbe dovuto pagare la ricostruzione".

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E cosa è successo?

"Quando i generali si sono resi conto che la guerra non sarebbe stata una passeggiata, hanno deciso che la priorità era vincere. In qualunque modo. Se i russi prevarranno, temo che la ricostruzione interesserà solamente i settori strategici, come i cantieri navali e le miniere".

La Russia sta usando anche bombe a grappolo, armi bandite da molti Stati. Perché?

"Per fiaccare totalmente la volontà del nemico e spingerlo ad abbandonare la lotta. L’obiettivo delle violenze sui civili è questo: distruggere psicologicamente la resistenza per evitare anche qualsiasi tipo di rappresaglia futura. È un intervento punitivo, oltre che militare".

I sedicimila volontari in arrivo da Siria e Medio Oriente che ruolo avranno?

"Sono mercenari che non hanno alcun legame con l’Ucraina. A Putin non mancano militari addestrati: queste truppe gli servono per la mattanza. In più introduce nel conflitto la matrice religiosa, visto che questi combattenti sono tutti islamici".

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Il governo inglese e la Cia temono che Mosca stia preparando un attacco chimico. È uno scenario plausibile?

"La Russia è in guerra e per l’apparato politico e militare l’esistenza del Paese è a rischio. La leadership è disposta a qualsiasi cosa per garantire la sopravvivenza dello Stato, compresi attacchi nucleari o chimici".

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Ma Putin non teme che usando questo tipo di armi la sua immagine possa restare macchiata per sempre?

"A lui non interessa. Creerà una cortina di disinformazione, addossando la responsabilità di quanto successo agli ucraini. E molti gli crederanno. La realtà è questa e lo dico con la morte nel cuore".