Roma, 4 febbraio 2025 - Riprendono le trattative per la seconda fase del cessate il fuoco a Gaza: Israele ha annunciato l'invio di una delegazione a Doha alla fine della settimana. L’accordo sottoscritto con Hamas prevede, infatti, una tregua “estesa” e definitiva. I negoziati indiretti con Hamas riguarderanno la fine dei combattimenti in cambio del rilascio degli ostaggi.
Lo ha annunciato Netanyahu dopo l’incontro a Washington con Trump, i delegati israeliani arriveranno in Qatar “per discutere i dettagli tecnici legati all'attuazione continuata dell'accordo” e, subito dopo, il premier “convocherà il Gabinetto di Sicurezza per discutere le posizioni di Israele”. Attacco in Cisgiordania, scontro a fuoco in caserma: morti due soldati e sei feriti. Ucciso l’aggressore. L’Egitto apre il valico di Rafah con Gaza per il quarto giorno: 104 i feriti passati fino a ieri
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"Sostengo l'idea di liberare tutti gli ostaggi e di raggiungere tutti i nostri obiettivi della guerra, il che include la distruzione delle capacità militari e di governo di Hamas e l'assicurazione che Gaza non rappresenti mai più una minaccia per Israele". Lo ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, nello Studio Ovale della Casa Bianca, dove ha incontrato il presidente Usa Donald Trump.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, nello Studio Ovale della Casa Bianca, insieme al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, nella conversazione informale con i giornalisti, prima dell'incontro privato dei leader e la vera e propria conferenza, dove sono attese dichiarazioni congiunte si è dichiarato "fiducioso" che sia possibile proseguire l'accordo con Hamas sulla liberazione degli ostaggi, nonostante la composizione del governo israeliano. "Certo, perché non si dovrebbe fare un accordo? Un accordo si può fare, vedremo cosa succede", ha detto Trump, apparentemente minimizzando - sottolinea The Times of Israel - il problema posto dagli alleati della coalizione di estrema destra che minacciano di rovesciare il governo se i combattimenti non riprenderanno dopo la prima fase in corso. "Stiamo trattando con persone molto complicate", ha affermato Trump, "ma un accordo può essere sicuramente raggiunto".
Il presidente degli Stati Uniti ha affermato che avrebbe sostenuto un'iniziativa volta a reinsediare in modo permanente i palestinesi di Gaza in luoghi in cui possano vivere senza timore di violenze. Trump ha descritto Gaza come un "sito di demolizione". "Tutto è un disastro. È tutta morte", ha detto, sostenendo la necessità di "trovare una bella zona in cui reinsediare le persone in modo permanente". Il presidente Usa, infatti, ha sottolineato che i palestinesi non dovrebbero tornare a Gaza: "Perché dovrebbero voler tornare? Quel posto è stato un inferno", ha detto. E, alla domanda diretta su quante persone, secondo lui, dovrebbero essere reinsediate da Gaza, Trump ha risposto: "Tutte".
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump rifiuta di impegnarsi a sostenere uno Stato palestinese, come aveva fatto nel suo precedente mandato. "Beh, molti piani cambiano con il tempo. Sono successe molte morti da quando me ne sono andato e ora sono tornato", dice insieme al Primo Ministro Benjamin Netanyahu nello Studio Ovale. "Ora ci troviamo di fronte a una situazione diversa", afferma, "per certi versi migliore, per certi versi peggiore".
"Hamas non vincerà, non resterà a Gaza". Così il leader israeliano Benjamin Netanyahu nel corso di una conferenza stampa nello Studio Ovale a Washington con Donald Trump. Il cessate il fuoco "cercheremo di farlo, è uno dei motivi per cui sono qui. Quando io e il presidente Trump lavoriamo insieme, quando Israele e Stati Uniti lavorano insieme, le possibilità sono molto alte. Quando, come negli ultimi anni, c'è stata più distanza, è più difficile", ha aggiunto Netanyahu, dicendosi "contento" per il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump.
"Io ho tre obiettivi, non uno, non due, tre obiettivi e ho trovato risposta a tutti e tre. Penso che il presidente ci può aiutare in modo enorme", ha spiegato Netanyahu senza tuttavia precisare quale siano questi obiettivi.
Benyamin Netanyahu è "un grande leader di Israele e ha fatto un ottimo lavoro". Lo ha detto Donald Trump nello Studio Ovale con il premier israeliano. "Vogliamo tutti la pace, anche lui", ha aggiunto
Donald Trump accoglie Benyamin Netanyahu alla Casa Bianca con un miliardo di nuove armi ed un ordine esecutivo per imporre la massima pressione sull'Iran. Due regali all'amico Bibi, primo leader straniero ad entrare nello Studio Ovale nel secondo mandato del presidente, che è arrivato a Washington per discutere della seconda fase della fragile tregua a Gaza mentre in Israele il partito di estrema destra minaccia il premier di uscire dal governo se andrà avanti con i negoziati. Trump d'altra parte si aspetta da Netanyahu una rassicurazione sulla fine rapida del conflitto, la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e l'avvio della normalizzazione dei rapporti con l'Arabia Saudita.
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu è arrivato alla Casa Bianca per l'incontro con Donald Trump.
Donald Trump ha insistito che la Giordania e l'Egitto dovrebbero accogliere i palestinesi finché Gaza non viene ricostruita. "Penso che vorrebbero andarsene da Gaza se avessero un'opzione. Ora come ora, non hanno un'opzione. Cosa faranno? Devono tornare a Gaza", ha detto.
Donald Trump pensa che sia "impraticabile" rendere Gaza di nuovo abitabile per almeno i prossimi 10-15 anni. Lo ha detto l'inviato del presidente Usa per il Medio Oriente, Steve Witkoff: assurdo pensare che Gaza ritorni abitabile in cinque anniu, secondo quanto riporta il sito del Washington Post.
Un miliardo di nuove armi e un ordine esecutivo per imporre la massima pressione sull'Iran. Così Donald Trump ha accolto Benyamin Netanyahu alla Casa Bianca, primo leader straniero ad entrare nello Studio Ovale nel secondo mandato del presidente Bibi è arrivato a Washington per discutere della seconda fase della fragile tregua a Gaza mentre in Israele il partito di estrema destra minaccia il premier di uscire dal governo se andrà avanti con i negoziati. Dall'altro lato Trump si aspetta da Netanyahu una rassicurazione sulla fine rapida del conflitto, la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e l'avvio della normalizzazione dei rapporti con l'Arabia Saudita.
La visita del premier israeliano Benjamin Netanyahu a Washington, primo leader straniero a essere invitato, dimostra che il presidente "continuerà a sostenere fermamente Israele ed è incondizionatamente impegnato a garantire il ritorno a casa di tutti gli ostaggi". Lo ha affermato la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, citata da Haaretz.
Sono 380 i palestinesi arrestati in Cisgiordania dalle forze israeliane da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, il 19 gennaio scorso. Lo ha riferito oggi l'organizzazione Palestinian Prisoners' Society (PPS), citata dall'agenzia di stampa Wafa. L'organizzazione ha precisato che la maggior parte degli arresti è stata eseguita durante le operazioni militari in corso nei governatorati di Jenin e Tubas e che la cifra comprende sia quanti sono ancora in detenzione sia quanti che sono stati nel frattempo rilasciati.
l ministero degli Esteri libanese ha presentato una denuncia contro Israele al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per violazione della risoluzione 1701 e del cessate il fuoco, secondo quanto si legge in una nota. "Il ministero degli Affari Esteri e degli Emigranti, attraverso la missione permanente del Libano presso le Nazioni Unite a New York, ha presentato un reclamo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in merito alla violazione da parte di Israele della risoluzione 1701 e all'annuncio della cessazione delle ostilità. Completo disprezzo per i suoi obblighi di rafforzare le misure di sicurezza nel percorso verso l'attuazione della risoluzione 1701", si aggiunge nella dichiarazione.
Il ministero degli Esteri ha sottolineato che il documento condanna le continue violazioni del cessate il fuoco da parte di Israele sin dalla sua entrata in vigore il 27 novembre 2024, nonché i continui attacchi via terra e via aria che hanno portato alla distruzione di case e quartieri, nonché altre violazioni del cessate il fuoco. "Questi includono rapimenti di cittadini libanesi, tra cui soldati dell'esercito libanese, e attacchi a civili che tornavano ai loro villaggi di confine, con l'uccisione di circa 24 civili e il ferimento di oltre 124. La denuncia fa anche riferimento ad attacchi israeliani alle pattuglie dell'esercito libanesi e giornalisti", ha aggiunto il ministero. Il ministero ha inoltre invitato il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, e in particolare gli Stati che hanno sottoscritto l'accordo di cessate il fuoco, ad assumere una "posizione ferma e chiara" di fronte a queste violazioni e ad adottare misure per costringere la parte israeliana a rispettare i propri obblighi.
Attraverso il valico di Rafah, oggi sono stati avviati dall'Egitto verso Gaza 229 camion di aiuti umanitari tra cui 24 autocisterne con carburante. Lo ha segnalato una fonte dell'Ufficio stampa del governo egiziano precisando che il totale degli ultimi quattro giorni, compreso oggi, è 771. Sabato non era passato nulla a causa della "chiusura dall'altro lato in Israele" mentre "domenic
L'Egitto ha aperto il valico terrestre di Rafah per accogliere feriti palestinesi dalla Striscia di Gaza per il quarto giorno consecutivo, con 50 ambulanze schierate per trasportare i pazienti in coordinamento con le varie autorità. Lo ha riferito, contattato per telefono, il portavoce del Governatorato del Sinai Meridionale, Mohammed Salim, ricordando che “l'accordo” per la tregua a Gaza “prevede il passaggio di circa 50 casi al giorno”.
“Alcuni casi vengono respinti per mancanza di conformità o per l'elevato numero di accompagnatori”, ha detto ancora il portavoce, precisando che nei precedenti fino a ieri “104 pazienti hanno attraversato” il valico che collega la Striscia all'Egitto, “oltre a circa 180 persone che li accompagnano”.
“Sabato sono arrivati 50 feriti con 53 accompagnatori, per lo più donne e bambini”, ha ricordato una fonte dell'Ufficio stampa del governo egiziano, aggiungendo: “Domenica 34 feriti accompagnati da 63 persone e lunedì 23 (ieri) i feriti accompagnati da 24 persone”. Per un totale dunque di 247 persone: 107 feriti e 140 accompagnatori.
Il campo profughi di Jenin, nella Cisgiordania occupata, "si sta dirigendo verso la catastrofe", ha avvertito l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), dopo una vasta operazione sferrata dall'esercito israeliano. "Il campo si sta dirigendo verso una catastrofe", ha dichiarato Juliette Touma, portavoce dell'Unrwa, in un briefing video a Ginevra, aggiungendo che gran parte del campo è stata "completamente distrutta da una serie di esplosioni causate dalle forze israeliane".
Quindici palestinesi, rilasciati dalle carceri israeliane nell'ambito dell'accordo di cessate il fuoco, sono arrivati in Turchia. Lo ha riferito Haaretz, citando l'ufficio di Hamas di informazioni sui prigionieri. Alcuni degli ex detenuti sono associati ad Hamas e altri a ulteriori gruppi militanti palestinesi.
Gerusalemme le famiglie degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas hanno fatto una sorta di lunga catena umana con i loro ritratti, protestando vicino all'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per chiedere di completare l'accordo in corso con Hamas e riportarli presto tutti a casa. Intanto, Netanyahu è a Washington per discutere la fase successiva dell'intesa e incontrare il presidente Usa Donald Trump.
Benjamin Netanyahu ha incontrato a Washington il miliardario e consigliere di Donald Trump, Elon Musk, nonostante le recenti polemiche per il suo apparente saluto nazista, dalle quali comunque il premier israeliano lo aveva difeso. Sui social circola una fotografia in cui si vede Trump unirsi alla coppia, anche se lui e Netanyahu si incontreranno ufficialmente solo oggi.
Un uomo armato palestinese che ha aperto il fuoco sulle truppe dell'Idf vicino al villaggio di Tayasir, nella Cisgiordania settentrionale, questa mattina è riuscito a entrare in un complesso militare adiacente a un checkpoint. Lo riportano i media israeliani. La struttura comprende postazioni di vedetta e diversi altri edifici. All'interno del sito si è verificato uno scontro a fuoco, prima che l'uomo armato venisse ucciso. Almeno sei persone sono rimaste ferite nell'attacco, tra cui due in condizioni critiche.
É di due soldati israeliani uccisi e sette feriti il bilancio di una sparatoria avvenuta nei pressi del checkpoint di Tayseer, nella Cisgiordania settentrionale. Lo riferisce la Tv al Arabiya la quale ha aggiunto che il sospettato della sparatoria è stato ucciso dai soldati israeliani. Ciò è avvenuto mentre l'esercito israeliano continuava a inviare rinforzi militari alla città di Jenin. Secondo l'agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa, l'attacco è avvenuto dopo che i coloni israeliani hanno attaccato il villaggio di Susya in Cisgiordania.
Le autorità locali della zona di Masafer Yatta, a sud di Hebron, hanno annunciato ieri sera che i coloni hanno lanciato pietre contro diverse case, distrutto cisterne d'acqua e danneggiato automobili. Nel frattempo, il regista palestinese Basil Adra, che lo scorso anno ha vinto un premio al Festival del cinema di Berlino per il suo film ‘No Other Land’, ha pubblicato diversi video sul suo account X che documentano l'attacco e i danni che ha causato. “Mentre scrivo queste parole, sono circondato da coloni armati e mascherati che guidano un attacco terroristico a Masafer Yatta”, ha scritto.
Da parte sua, l'ambasciatore tedesco in Israele, Steffen Seibert, ha condiviso le clip pubblicate da Adra e ha commentato dicendo: “Come può questo diventare quasi un evento quotidiano? Devono essere prese misure severe contro la violenza dei coloni estremisti. È una questione di diritti umani (per i palestinesi che vivono lì) e una questione di sicurezza, perché nessuno può avere interesse a dare fuoco alla Cisgiordania”, ha aggiunto.
Con l’arrivo dei negoziatori israeliani, riprenderanno a Doha i colloqui indiretti con Hamas sulla seconda fase dell'accordo per il cessate il fuoco in cambio del rilascio degli ostaggi. In una nota diffusa dall'ufficio del premier dopo l'incontro a Washington tra Benjamin Netanyahu e i consigliere di Donald Trump si legge che “Israele si sta preparando perché la delegazione di lavoro parta per Doha alla fine di questa settimana per discutere i dettagli tecnici legati all'attuazione continuata dell''accordo”.
Israele invierà una delegazione in Qatar "alla fine della settimana" per discutere un cessate il fuoco "esteso", come previsto dalla seconda fase dell'accordo con Hamas. Lo ha comunicato l'ufficio del primo ministro israeliano. La mossa fa seguito ai colloqui a Washington tra il primo ministro israeliano e alti funzionari statunitensi. Successivamente Benjamin Netanyahu "convocherà il Gabinetto di Sicurezza per discutere le posizioni di Israele", si legge nel comunicato.