Mercoledì 16 Luglio 2025
GIOVANNI ROSSI
Esteri

Italiani in fuga dalla guerra: 450 connazionali in Iran. Aeroporti chiusi, famiglie separate

Un medico di Parma ha la compagna e il figlio di 18 mesi bloccati a Teheran. La Farnesina organizza voli per chi vuole lasciare Tel Aviv da Amman o Sharm

Italiani in fuga dalla guerra: 450 connazionali in Iran. Aeroporti chiusi, famiglie separate

Roma, 20 giugno 2025 – Nella ragionevole presunzione che lo scenario peggiore si stia avvicinando, gli italiani intrappolati in Iran (circa 450) pianificano in molti casi la fuga, mentre gli italiani in Israele valutano la “partenza assistita”, così come la definisce la Farnesina replicando il modello della recente emergenza in Libano. Stessa ansia e scelte simili per molti dei 50mila italiani in Medio Oriente più toccati dal conflitto.

Via dall’Iran, da tutti i luoghi naturalmente insicuri perché vicini a possibili target (già oltre 600 i morti civili); via da Israele, perché i missili iraniani possono colpire ovunque. Salvatore Politi, ginecologo dell’ospedale Maggiore di Parma, chiede alla Farnesina di salvare il figlio di 18 mesi, sfollato in un paesino vicino a Teheran con la mamma iraniana. Troppo pericoloso restare a Teheran nord, dai nonni. “Non si trovano più latte, pannolini, benzina, non funziona internet... non so cosa devo fare”, dice la mamma, che l’ambasciata italiana proverà a portare in salvo con il figlio via Azerbaigian. “Uno sforzo enorme”, riconosce il papà.

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Una famiglia riuscita a rientrare in Paraguay da Israele

La fuga solo via terra 

Per allontanarsi dai raid dell’aviazione di Gerusalemme, chi fugge dall’Iran può procedere solo via terra. A patto di avere benzina (un paradosso per uno dei più grandi Paesi produttori di petrolio) e soprattutto un itinerario. L’Iran confina con Turkmenistan, Azerbaigian, Armenia, Mar Caspio, Afghanistan, Pakistan, Iraq, Turchia, Golfo Persico e Golfo di Oman. A conti fatti, le mete raccomandabili – dove trovare un volo per l’Europa – sono due o tre: Turchia, Azerbaigian (che ha per l’occasione riaperto i confini con l’Iran), più Armenia o Turkmenistan.

I problemi alle reti mobili e a internet complicano ulteriormente la situazione. Già mercoledì è arrivata in Azerbaigian una carovana partita lunedì da Teheran. “La nostra ambasciata a Teheran è al lavoro per agevolare la partenza dei connazionali – spiega il ministro degli Esteri Antonio Tajani –. Lo stesso sta facendo la nostra ambasciata a Tel Aviv”.

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Oltre 600 cittadini usciti dall’Iran via Azerbaigian

“Dall’inizio dell’escalation, oltre 600 cittadini di 17 Paesi sono usciti dall’Iran via Azerbaigian”, conferma una fonte di Baku. Più contenuti i rientri via Turkmenistan, corridoio naturale per lo spazio ex sovietico. Molti italiani si stanno muovendo in modo autonomo. E anche sui passaggi via Armenia e Turchia non ci sono cifre ufficiali.

“Con l’eccezione della Turchia, è sempre molto importante avvisare l’ambasciata italiana del Paese di destinazione. Per l’Azerbaigian si può fare il visto online”, spiega il capo dell’Unità di crisi Nicola Minali. Il caso dei familiari di Politi dovrebbe risolversi a breve. “Non c’è situazione peggiore di essere inermi”, riconosce il papà prima di imbarcarsi per lo scalo azero.

La Farnesina sta organizzando voli charter

Per agevolare il rientro da Israele (dove in questo momento, oltre ai 20.000 residenti italiani, molti dei quali con doppio passaporto, si trovano anche un migliaio di ricercatori, studenti e tecnici), l’Unità di crisi della Farnesina sta organizzando voli charter. Il primo sarà domenica da Sharm el Sheikh, in Egitto, con arrivo a Verona, al costo di 500 euro per adulto. Altri voli saranno probabilmente organizzati via Giordania dall’aeroporto di Amman (sicurezza dei cieli permettendo).

“Ci saremmo aspettati evacuazioni reali, gratuite, coordinate con mezzi dello Stato e non un ministero degli Esteri che si trasforma in agenzia di viaggi – protesta il leader dei Verdi Angelo Bonelli –. Sono stato contattato da tre operai italiani a Giaffa che hanno deciso di rifiutare questa proposta di 500 euro per un volo da Sharm a Verona, a cui si aggiungono i costi per raggiungere l’Egitto e poi tornare a casa una volta atterrati. Il Ministero doveva fare di più”.  

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