Martedì 23 Aprile 2024

Greta Thunberg e quegli attacchi per distruggerla. Ecco chi odia i buoni

Da Madre Teresa alla rapita Silvia Romano: un filo rosso collega le accuse agli eroi del Bene

Greta Thunberg (Ansa)

Greta Thunberg (Ansa)

Roma, 20 marzo 2019 - Il male di solito fa più rumore del Bene. Pare che il Bene abbia invece scelto di manifestarsi in una maniera inconsueta, in forma addirittura spettacolare. Come ha dimostrato la giovane scandinava Greta Thunberg, riuscita a scuotere le coscienze di milioni di coetanei nel mondo sulla questione del clima e sulla necessità di salvare il pianeta dalla cecità dei politici. Capace di scaldare la naturale propensione all’idealismo di quell’età che sembrava sopita e languente e infiammarla invece al calore del sogno di guarire tutti insieme in meglio un mondo malato. Questo è il Bene. Evasione dalla prigione dell’Io, come Sant’Agostino intendeva l’egoismo: pondus meum, amor mei, il mio carcere è l’amore per me stesso. E un brivido ci innalza tutti quando finalmente ci abbaglia la luce dopo tanta penombra. Quasi il chiarore di un’alba per il nostro Occidente rassegnato al tramonto.

Un ridestarsi della giovinezza che eravamo abituati a pensare sempre in fuga da ogni impegno a migliorare la realtà, attratta da narcisistici primati di successo, se non protesa a fuggire nei paradisi artificiali di sballo e droga. E così sembra che l’Effetto della Grandezza ci persuada, e non più ci lusinghi la Grandezza dell’Effetto. Ripensando tuttavia a come sono stati accolti certi similari avvenimenti, notiamo che non sono arrivati solo convinti consensi, ma anche reazioni di stizzita insofferenza conditi di insinuazioni maligne, a prima vista incomprensibili. Poi però, nell’eterno gioco a scacchi fra Male e Bene, si capisce che sono solo le nuove mosse della parte perdente, il Male. Come spiegarsi altrimenti il fastidio di certi commentatori politici e opinionisti, accanitisi presto a distruggere la povera Greta con la sua anoressia, fino all’incredibile battuta di Maria Giovanna Maglie che "metterebbe volentieri la ragazzina sotto la sua auto"?

Ma il campo della lotta fra forze del Bene e del Male è vasto e copre con i suoi combattenti una quantità di eventi e di tipologie umane assai diverse. Perché a pensarci bene come vennero accolti i rapimenti delle giovani volontarie in Africa Silvia Romano e, ancora più indietro nel tempo, Rossella Urru? Si diceva della prima che "i guai se li era proprio andati a cercare". Della seconda che "era troppo inesperta e avrebbe dovuto starsene a casa". E di padre Dall’Oglio, da anni in Siria prigioniero di Isis, quali mai astruse dietrologie sono state evocate, infangando il suo ruolo di pacificatore. Per non parlare, tornando più indietro, del caso più clamoroso, quello delle rivelazioni su Madre Teresa di Calcutta e quella sua santità così scomoda per tanti che hanno voluto vedere dietro il suo operare cristiano l’odore del business finanziario.

Un filo rosso collega i rimproveri al Bene. Che cosa sono in fondo tutte queste reazioni illividite se non alibi della nostra immedicabile accidia, esempi che ci mettono di fronte alla cattiva coscienza, nel temuto paragone con noi stessi? La verità è che molti di noi non vogliono essere risvegliati. Preferiscono dormire tutti insieme il sonno della ragione. Non porsi il problema della responsabilità che ognuno ha di quel che nel mondo va male e che perdura anche grazie alla loro acquiescenza. L’operare degli altri in modo scopertamente altruistico, se da una parte appare un inquietante invito a fare altrettanto, da un’altra è un’accusa implicita e non a tutti sopportabile del proprio pavido quietismo. Difficile risvegliare a un vero amore del Bene chi si contenti di non fare il Male, chi come il Don Abbondio di manzoniana memoria preferisca non scontentare mai i potenti e il potere. Meglio allora distruggere quegli scomodi eroi del Bene, inventarsi che sono fasulli e mascherano di essere fatti della stessa sostanza degli altri.