Ucraina, l'uso dell'atomica può scatenare un golpe contro Putin

Due scenari tuttora improbabili, ma non impossibili per un cambio di guida a Mosca. Uno riguarda l'uso di armi nucleari tattiche

Roma, 1 marzo 2022 - Il desiderio inconfessabile di molte cancellerie occidentali, se non tutte, è quello di un cambio di regime a Mosca. Ovviamente, uno sviluppo del genere, se portasse al potere una leadership più dialogante, risolverebbe molti problemi e consentirebbe di superare la fase bellica riallacciando i legami tra la Russia e il resto del mondo, ora recisi. Ma è credibile una aspettativa del genere? Putin è ben saldo nel palazzo del potere, ha emarginato tutti i suoi avversari, controlla la larghissima maggioranza della Duma (320 su 450 deputati sono di Russia Unita, il partito di Putin, altri 27 deputati danno appoggio esterno al governo), le Forze armate gli sono fedeli, l'appartato economico legato allo stato è di sua nomina, gli oligarchi o stanno con lui o han dovuto riparare all'estero. Apparentemente, non ci sono speranze per chi in occidente vuole togliere Putin dal potere.

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Gli scenari per un golpe

Ma secondo qualificati analisti occidentali ci sono due scenari da considerare. Il primo scenario è l'eventualità secondo la quale Putin possa decidere di utilizzare una arma nucleare tattica, anche di piccolissima taglia, 1 KT, ad esempio su una base militare Ucraina. In questo caso esiste la possibilità che per evitare una ritorsione nucleare occidentale con consistente rischio di escalation, il ministro della Difesa o il Capo di Stato Maggiore russo possa decidere di non eseguire l'ordine, ponendosi di fronte a una opzione secca: o essere accusato di alto tradimento o tentare un colpo di stato militare come quello (fallito) contro Gorbaciov. Da notare che l'ordine di lancio di ordigni nucleari in Russia ha un triplice approvazione: Presidente, ministro della Difesa e Capo Stato Maggiore della Difesa. Sarebbe su questi ultimi due, l'onere della scelta di un clamoroso no al lancio. L'ipotesi che Putin possa decidere l'uso dell'arma nucleare è molto bassa, e ancora più bassa quella che qualcuno abbia l'ardire di rifiutarsi di eseguirla. Ma non è a zero.

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Il secondo scenario è di medio periodo. Putin accetta in qualche modo di porre fine alla guerra firmando una tregua, mantenendo però il controllo del Donbass e della striscia di terreno tra il Donbass e la Crimea, più il territorio conquistato a nord di Kiev. L'occidente continuerebbe con le durissime sanzioni che stanno colpendo a fondo la finanza e l'economia russa. Questo accrescerebbe nel tempo il malcontento della popolazione - inflazione, perdita di posti di lavoro - che inscenerebbe vaste manifestazioni di piazza dando vita a un movimento di opposizione che potrebbe essere finanziato dall'Occidente (come per la Maidan e la rivoluzione arancione in Ucraina) ma anche da molti oligarchi, duramente colpiti dalle sanzioni. Questo potrebbe portare ad un golpe parlamentare d'intesa con le Forze armate. Ancora, le probabilità al momento sono basse, anche se le variabili  in gioco sono parecchie e complessivamente questa eventualità ha un grado di credibilità  maggiore.

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La strada del passo indietro in Ucraina

Per Putin probabilmente la strada migliore è un passo indietro in Ucraina per continuare a guidare incontrastato la Russia. Se accetterà il ritiro delle truppe in cambio di Crimea e Donbass (nei confini delle province, non nel territorio attualmente controllato dai separatisti) e della promessa di non ingresso dell'Ucraina nella Nato (tre punti che costituiscono la sua linea rossa, oltre la quale per lui c'è solo sconfitta) ne uscirà, dal suo punto di vista, con un guadagno strategico e avendo dimostrato che la Russia è ancora temibile, e potrà continuare a governare il suo Paese. Ma il Putin visto in queste settimane non è affatto detto che usi saggezza e furbizia. Anzi.

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