Giovedì 12 Dicembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Governo tedesco nel caos: crolla la coalizione che sostiene Scholz. L’addio dei liberali

In Germania sono troppe le divergenze sul come rilanciare l’economia dopo un anno di recessione. I sondaggi parlano chiaro: se si andasse al voto oggi, gli equilibri in parlamento cambierebbero radicalmente, e il cancelliere dovrebbe lasciare la carica

Berlino, 6 novembre 2024 – Evento più unico che raro nella politica tedesca: il Partito liberale democratico (Fdp) ha lasciato la coalizione di governo che sostiene Olaf Scholz. Questo, a seguito del licenziamento del loro presidente Christian Lindner dalla guida del ministero delle Finanze, a seguito della sua richiesta di elezioni anticipate a gennaio 2025. Una proposta che ha adirato il cancelliere, che vuole guidare la Germania fino alla scadenza naturale della legislatura, il settembre successivo. 

Ed è proprio la figura di Lindner quella della discordia, la goccia che ha fatto traboccare il vaso di un governo allo stremo. Nei giorni scorsi era infatti emerso un documento riservato firmato dal ministro, che prevedeva una chiara inversione di rotta dalle politiche economiche centriste di Scholz, a favore di misure ‘più coraggiose’. Questo è il riassunto della crisi di governo: i partiti della coalizione ‘semaforo’ – socialisti, verdi e liberali – non concordano sulla direzione economica che la Germania deve seguire.

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Il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il ministro delle Finanze Christian Lindner

Se l’obiettivo di tutti è quello di scongiurare un secondo anno consecutivo di recessione, non si trova un accordo sul come perseguirlo. I socialdemocratici di Scholz cercano di preservare le loro priorità sociali; i verdi del ministro dell’Economia Robert Habeck spingono per la lotta al cambiamento climatico nonostante i costi della transizione, mentre i liberali sono ostinatamente concentrati sul rispetto dei drastici limiti costituzionali della Germania sul deficit di bilancio e sul debito. Lindner chiede anche la fine della ‘tassa di solidarietà’ introdotta nel 1991, per finanziare i costi della riunificazione con l’Est, e l'abbandono da parte del suo Paese di quegli obiettivi climatici più ambiziosi di quelli fissati dall'Unione europea.

Alla richiesta di elezioni anticipate, il cancelliere si è chiuso a riccio invitando gli alleati a pensare in modo “pragmatico” e non “ideologico” per “affrontare la sfida”. Ha dunque chiesto tempo, annunciado di volersi sottoporre alla fiducia in parlamento a metà gennaio. Il primo a rischiare la poltrona con il voto è proprio lui: nell’ultimo sondaggio Insa, la Spd è data al 15,5%, molto distanziata dalla Cdu che tornerebbe primo partito (32% con la Csu) e superata persino dall’esterma destra di Afd (18%). Non se la passano meglio né i Verdi – che perderebbero quasi il 5% dei consensi – né i liberali, che dall’11,4% del 2021 passerebbero al 4,5% dei consensi. 

Le parole di Scholz

“Troppo spesso il ministro federale Lindner ha bloccato le leggi in modo irrilevante, troppo spesso si è impegnato in meschine tattiche di partito, troppo spesso ha tradito la mia fiducia”. Olaf Scholz non ha lesinato parole dure per quello che ormai è il suo ex alleato di governo. “Non c'è alcuna base di fiducia per un'ulteriore cooperazione – ha aggiunto – Un serio lavoro di governo non è possibile in questo modo”.

Anche i Verdi per le elezioni anticipate

Ma a poche ore dall’annuncio del licenziamento di Lindner, anche il vicecancelliere e ministro dell’Economia, Robert Habeck, ha dichiarato che una possibile data per le prossime elezioni potrebbe essere in primavera. Insomma, anche il leader dei Verdi esclude che Scholz resti cancelliere fino alla scadenza naturale del mandato. “Ora apriremo rapidamente la strada e in modo ordinato a nuove elezioni e in primavera la Germania voterà”, ha dichiarato il leader degli ecologisti davanti alla cancelleria a Berlino.