Germania, accordo Merkel-Seehofer. Tiene la Grosse Koalition

L'intesa sui "centri di transito" per migranti già registrati in altri Paesi. Il leader della Csu: resto ministro dell'Interno

Il ministro Seehofer e Angela Merkel (Ansa)

Il ministro Seehofer e Angela Merkel (Ansa)

Roma, 2 luglio 2018 - Tiene la coalizione di governo tedesca guidata da Angela Merkel, sull'orlo del baratro dopo le dimissioni offerte da Horst Seehofer. Le rassicurazioni arrivano dallo stesso leader della Csu, che dichiara di aver "raggiunto un chiaro accordo" con la cancelliera. Seehofer ha anche precisato di volere rimanere ministro dell'Interno. Conferma la Merkel: "Abbiamo trovato un buon compromesso". Al centro della disputa la questione migranti e dei respingimenti alle frontiere chiesti dal ministro. L'intesa si basa sull'istituzione di "centri di transito" per i profughi già registrati in altri paesi, per contrastare gli ingressi illegali in Germania. È una soluzione "per salvaguardare lo spirito europeo" e "mettere ordine" sui movimenti secondari, ha detto la cancelliera tedesca.

Dopo giorni ad alta tensione nell'esecutivo era giunto anche l'appello del presidente del Bundestag tedesco, Wolfgang Schauble, che ammoniva l'Unione di Cdu (guidata dalla Merkel) e Csu, i partiti gemelli democristiani, a cercare un compromesso. "L'Unione è sull'orlo dell'abisso". E sarebbe stato proprio l'ex ministro delle Finanze a fare da mediatore tra i due contendenti che si sono tornati a incontrare oggi in un vertice. 

Da parte di entrambi i partiti si erano aperti spiragli per cercare di salvare la Grosse Koalition. La Cdu aveva fatto sapere di vedere ancora spazio per un accordo. "Noi auspichiamo una procedura comune", recitava oggi una nota. Dall'altra parte si registravano i toni concilianti del primo ministro bavarese Markus Soder (Csu), che in tarda mattinata chiariva: "Siamo pronti al compromesso, come bisogna essere in politica". In serata poi la stretta di mano. 

LE RAGIONI DELLO SCONTRO - Seehofer aveva momentaneamente "congelato" le dimissioni, concedendosi tre giorni prima di prendere una decisione, anche se non era apparso meno combattivo. "Non mi faccio licenziare da una cancelliera che è cancelliera solo per merito mio", dichiarava in un'intervista alla Sueddeutsche Zeitung (SZ). "Mi trovo in una situazione inimmaginabile, la persona che io ho aiutato a salire in sella, mi butta fuori". Il ministro dell'interno aveva presentato le dimissioni (rifiutate come inaccettabili dal capogruppo del partito nel Bundestag, Alexander Dobrindt) dopo aver bocciato sia le conclusioni emerse dal vertice di Bruxelles sulla crisi migranti in Europa (gli hotspot per smistare migranti in Ue e le piattaforme di sbarco in Nord Africa), sia l'accordo siglato dalla Merkel con alcuni paesi dell'Unione europea sui "migranti secondari" respingendo di fatto la proposta di inviare i migranti registrati in altri Paesi nei cosiddetti 'centri-ancora', ossia centri con obbligo di dimora. Ma sullo sfondo dello scontro tra i due partiti ci sono anche le elezioni bavaresi del prossimo ottobre, in cui il partito "cugino" della Cdu rischia di perdere voti a vantaggio della destra estrema di AfD.​ Minacciando di chiudere le frontiere ai migranti che abbiano già fatto richiesta di asilo in altri Paesi, Seehofer cerca di recuperare voti a destra. 

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