Giovedì 18 Aprile 2024

George Floyd disse 20 volte "Non respiro". Gli agenti: "Allora smetti di parlare"

Nuovi agghiaccianti particolari dalla trascrizione di un video ripreso dalla telecamera di un poliziotto. Murales davanti alla Trump tower

"Non posso respirare". Una manifestazione per Floyd a Milano (Ansa)

"Non posso respirare". Una manifestazione per Floyd a Milano (Ansa)

Washington, 9 luglio 2020 - Emergono nuovi particolari sull'orribile morte di George Floyd, che ha scatenato negli Usa (e nel mondo) la protesta del movimento 'Black lives matter". Per ben venti volte George Floyd disse agli agenti che lo trattenevano - con un ginocchio premuto sul collo - che non riusciva a respirare. "Mi uccideranno, non posso respirare", disse ripetutamente l'afroamericano, secondo le nuove trascrizioni dal video ripreso dalla telecamera indossata da uno dei poliziotti. 

Le trascrizioni sono state presentate al giudice dai legali di uno degli agenti implicati nel caso, che chiede di essere scagionato dall'accusa di essere complice dell'omicidio dell'afroamericano. 

Se non respiri, smetti di urlare

Incredibile e choccante la risposta di un agente all'afroamericano morente: "Se non puoi respirare allora smetti di urlare", ha intimato Derek Chauvin a George Floyd, rantolante con la faccia sull'asfalto. Nella trascrizione del video si legge che Floyd, già ammanettato e sotto il ginocchio dell'agente dice ansimando: "Non riesco a respirare, così mi ammazzi amico". E Chauvin risponde: "E allora smetti di parlare, smetti di gridare. Ci vuole un sacco di ossigeno per parlare".

Gli agenti coinvolti

I consigli degli agenti a Floyd suonano come una macabra presa in giro. Oltre a Derek Chauvin, quello che teneva il ginocchio sul collo, intervengono anche gli altri poliziotti: "Rilassati", dice l'agente Tou Thao, "Fai un respiro profondo" , aggiunge l'agente Lane, "Stai bene, stai parlando bene", pontifica l'agente Alexander Kueng. Tutti e quattro sono stati epulsi dalla polizia e sotto processo.  Chauvin è accusato di omicidio di secondo grado e di omicidio di terzo grado per la morte di Floyd, mentre su Lane, Thao e Kueng gravano le imputazioni di aiuto e istigazione all'omicidio di secondo grado. Lane, che è in libertà dopo il pagamento di una cauzione di 750 mila dollari, si è giustificato dicendo che era la sua prima settimana di servizio nella polizia e che fu Chauvin a prendere tutte la decisioni che portarono alla morte di Floyd. 

La dinamica di quei 9 minuti

Il video della telecamera di Lane mostra la scena in modo molto più drammatico. Floyd disse agli agenti che aveva avuto il coronavirus e che non riusciva a respirare. A un certo punto, Lane chiese a Chauvin se non fosse il caso di girare l'afroamericano su un fianco, la risposta fu "no". Lane era preoccupato per la salute di Floyd, che sembrava essere sotto gli effetti di qualche sostanza. "Ecco perché sta arrivando un'ambulanza", replicò Chauvin. Che tolse il ginocchio dal collo quasi 9 minuti dopo avercelo messo, e soltanto quando glielo chiese un paramedico. Ma era ormai troppo tardi.

Murales davanti alla Trump tower

Intanto stamattina la città di New York ha iniziato a disegnare la scritta 'Black Lives Matter' davanti alla Trump Tower, sulla Fifth Avenue a Manhattan, iniziativa che ha fatto infuriare il presidente. Fonti di News 4 New York hanno riferito che ai lavori si unirà anche il sindaco Bill De Blasio e la strada potrebbe rimanere chiusa un paio di giorni per permettere di ultimare il murales.  I primi di luglio, dopo l'annuncio dell'iniziativa, Trump su Twitter l'aveva definita un "simbolo di odio" e aveva invitato le autorità cittadine a "spendere questi soldi per combattere il crimine". "Non si tratta di un simbolo di odio, ma di un impegno per la verità", gli aveva risposto in un tweet De Blasio, sostenuto poco dopo anche dal governatore Andrew Cuomo.