Guerra in Ucraina, da Schroeder a Merkel: gli intrecci di Gazprom

Perquisite le sedi tedesche. Sotto accusa il ruolo dell’ex cancelliere Spd Dubbi anche sulle scelte d i Frau Angela e l’intesa coi russi per il Nord Stream 2

Washington, 1 aprile 2022 - C’è voluto un mese di missili sull’Ucraina, di stragi di civili, di combattimenti nelle strade per scuotere il governo della Germania Federale. Ieri in alcune sue città ci sono state "ispezioni a sorpresa nelle sedi di alcune società attive nel campo della fornitura, trasporto e stoccaggio di gas naturale". Quando si allargheranno alla solita Svizzera? Ovviamente il riferimento va a Gazprom, il gigante russo che rifornisce mezza Europa. Primo cliente, appunto, la Germania nella misura del 60 per cento del suo fabbisogno. Segue l’Italia con circa il 40 per cento. Più o meno la percentuale del resto dell’Europa. Francia esclusa, che saggiamente si affidò all’energia nucleare.

L’ex cancelliere Gerard Schroeder, 77 anni, insieme ad Angela Merkel, 67
L’ex cancelliere Gerard Schroeder, 77 anni, insieme ad Angela Merkel, 67

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Altrettanto ovvio è il riferimento a Gerhard Schroeder, l’ex cancelliere socialista. Di Gazprom è stato per circa vent’anni membro del Consiglio di amministrazione e ne è diventato direttore proprio all’inizio di febbraio quando già era prevedibile l’imminente invasione. Seconda carica: dal 2017 è presidente di Rosneft, altro gigante russo dell’energia.Mai nessuno straniero è stato tanto potente nella Russia postcomunista e nemmeno in quella comunista ai tempi dell’Unione Sovietica. Non un caso. La sua amicizia con Vladimir Putin è di vecchia data. Ed è per questo motivo – dicono gli americani – oltre che per la sua appartenenza allo stesso partito dell’attuale cancelliere Olaf Scholz, che si è arrivati alle perquisizioni. Le prime, dopo la denuncia dello stesso Schroeder davanti alla Procura Federale di Karlsruhe per "crimini contro l’umanità". I giudici potranno archiviare o aprire l’inchiesta: sino a che punto l’ex cancelliere va considerato corresponsabile?

Ma al di là delle perquisizioni, che non sarebbero mai avvenute senza le pressioni dell’amministrazione americane e della Ue – non a caso la notizia viene da Bruxelles – c’è l’aspetto politico. E questo è devastante. Lo è per l’ex cancelliere, in carica dal 1998 al 2005. Lo è per colei che ne prese il posto e che lo occupò per i successivi sedici anni, Angela Merkel. Il primo era un socialista, un allievo di Willy Brandt, l’ideatore della Ostpolitik, il teorico del Wandel durch Annaehrung , cambiamento attraverso l’avvicinamento. E Schroeder, una volta lasciata la cancelleria, sembra averlo eseguito alla lettera. Al leader russo è vicino, anzi vicinissimo al punto da esserne un confidente e un consigliere. E se così è come mai non è riuscito a dissuaderlo da un’aggressione disastrosa sia sul piano politico che economico, che militare? Ora Scholz ne propone l’espulsione dalla Spd. Gli ha anche chiesto di dimettersi da Gazprom e da Rosneft. Lo hanno già fatto altri stranieri cooptati negli organismi direttivi di altre società legate alla Russia. Per esempio gli ex primi ministri francese e italiano, Francois Fillon e Matteo Renzi. Forse alla fine cederà anche lui. Del resto ha già accumulato una fortuna e a 77 anni potrebbe ritirarsi nella sua natia Sassonia. A meno di grane giudiziarie. Quanto alla Merkel, che invece era una democratica cristiana e dei cui guasti i tedeschi lentamente sembrano prendere conoscenza, il suo slogan fu Wandel durch Handel , cambiamento attraverso il commercio. E nei suoi anni, grazie alla dipendenza energetica, gli scambi commerciali con la Russia si moltiplicarono. Scambi a senso unico , perché dalla Russia oltre al gas naturale non proviene altro. Chi ha mai visto un prodotto con l’etichetta Made in Russia?

Questo background spiega la ricca presenza di Schroeder alla testa di Gazprom e di Rosneft. Spiega anche perché fu lui ad approvare Nord Stream 2 poco prima di ritirarsi a vita privata. La pipeline avrebbe attraversato il Baltico e dunque bypassato l’Ucraina. Ma fu la Merkel a proseguirne la costruzione resistendo alla contrarietà americana. Un paio di anni fa l’allora presidente Donald Trump in visita a Berlino le disse: il Nord Stream 2 vi esporrà ai ricatti della Russia, isolerà l’Ucraina, meglio diversificare le vostre fonti energetiche. Ma era Trump. Non poteva essere preso sul serio. ([email protected])

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