Roma, 23 maggio 2025 – Le bombe di Israele non risparmiano neanche gli aiuti umanitari, quei pochi autorizzati ad entrare nella Striscia. Il governo di Gaza oggi denuncia l’uccisione di 6 persone, tra cui agenti di Hamas ma anche volontari, che scortavano i camion con le provviste, a seguito di attacchi dell’Idf. Negli ultimi giorni sono 29 le persone morte di fame, anziani e bambini. Mentre anche la Commissione Ue, per bocca della vicepresidente Teresa Ribera, denuncia le “modalità vergognose” degli israeliani, si allunga la lista delle star del cinema che hanno firmato la petizione contro il “genocidio” a Gaza. L’ultima in ordine cronologico ad aver abbracciato l’iniziativa è Catherine Deneuve. Ha aderito anche il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, che si trova al Festival di Cannes per promuovere il documentario sulla sua vita.

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L'Idf ha colpito la scorsa notte nella città di Gaza l'ufficio di cambio Al-Qahira, utilizzato negli ultimi anni per trasferire e conservare decine di milioni di dollari destinati al finanziamento delle attività militari di Hamas e della Jihad islamica palestinese. Nell'agosto 2024, un operatore del centro, Tahsin al-Nadeem, era stato eliminato dopo che era emerso il suo coinvolgimento diretto nel trasferimento di fondi alle organizzazioni terroristiche. Nonostante la sua eliminazione, l'ufficio ha continuato a operare a sostegno dei gruppi armati attivi nella Striscia.
L'inviato speciale degli Stati Uniti, Steve Witkoff, ha incontrato funzionari israeliani a Roma prima dei colloqui indiretti programmati con l'Iran sul suo programma nucleare. Lo ha riportato Axios. Witkoff ha incontrato il ministro israeliano per gli Affari Strategici Ron Dermer e il direttore del Mossad David Barnea, secondo quanto riportato da Axios. L'agenzia di stampa iraniana Tasnim ha riferito in mattinata che il quinto round di colloqui indiretti tra Stati Uniti e Iran, mediati dall'Oman, è iniziato a Roma. Witkoff ha guidato la squadra statunitense, mentre il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha guidato la delegazione iraniana, ha riferito l'agenzia. Il nuovo round di colloqui si sta svolgendo in un contesto di crescenti divergenze tra Stati Uniti e Iran su un possibile accordo sul programma nucleare iraniano. Domenica, Witkoff ha sottolineato che un possibile accordo non permetterà all'Iran di arricchire l'uranio. Tuttavia, i funzionari di Teheran hanno risposto che è irrealistico aspettarsi che il loro Paese rifiuti qualsiasi arricchimento dell'uranio.
Malgrado i contrasti, Washington ha affermato di credere nel successo dei negoziati. Gli Stati Uniti mirano a impedire all'Iran di costruire le proprie armi nucleari, mentre l'Iran vuole che gli Stati Uniti revochino le sanzioni. Il primo e il terzo round di colloqui indiretti tra Stati Uniti e Iran si sono svolti a Mascate il 12 e il 26 aprile, mentre il secondo si è tenuto a Roma il 19 aprile. Il quarto round si è tenuto a Mascate l'11 maggio. I colloqui sono iniziati dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha inviato una lettera alla guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei, a inizio marzo, offrendo un nuovo accordo sul programma nucleare della Repubblica Islamica e minacciandolo di usare la forza militare in caso di fallimento degli sforzi diplomatici. L'Iran ha rifiutato i colloqui diretti, ma ha accettato un dialogo indiretto.
Sono stati ''colloqui complicati'' quelli che si sono svolti oggi a Roma tra la delegazione iraniana e quella statunitense sul programma nucleare di Teheran. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi. Parlando con i giornalisti al termine di un incontro con il capo della diplomazia di Muscat Badr Albusaidi, Araghchi ha spiegato che ''l'Oman ha presentato alcune idee per colmare il gap esistente tra noi e gli Stati Uniti e che potenzialmente potrebbero portare a una soluzione delle questioni in sospeso''. "I negoziati sono troppo complicati per essere risolti in due o tre incontri", ha affermato Araghchi al termine del quinto round di colloqui con gli Stati Uniti.
Sui social di Gaza gli utenti hanno pubblicato video in cui si vedono centinaia di palestinesi accalcati davanti a un panificio nel campo profughi di Nuseirat mentre viene distribuito il pane per la prima volta da settimane. Questa settimana Israele ha autorizzato l'arrivo di diverse centinaia di camion di aiuti con cibo per bambini, farina per i panifici, medicine. Il programma alimentare mondiale, che gestisce alcuni di questi panifici, ha confermato all'inizio della settimana che alcuni dei suoi siti nella Striscia di Gaza centrale e meridionale sono stati riaperti.
Le Idf, le Forze di Difesa israeliane, hanno annunciato di aver colpito 15 obiettivi di Hezbollah in Libano la scorsa notte, alcuni dei quali nel sud del Paese e nella valle orientale della Beqaa. Prima di uno degli attacchi, quello nel villaggio di Toul, l'esercito ha emesso un avviso di evacuazione. Le Idf hanno inoltre diffuso un filmato degli attacchi.
I 90 tir che hanno portato aiuti umanitari nella Striscia di Gaza non copriranno i bisogni dei suoi abitanti. Lo ha detto Adnan Abu Hasna, portavoce dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi (Unrwa). "Questi camion sono solo una goccia nell'oceano (…) Il processo di distribuzione precedentemente gestito dall'Unrwa richiedeva l'ingresso di decine di migliaia di tonnellate di cibo, farina e altri carichi, pari a 500 o 600 camion", ha affermato il portavoce. Abu Hasna ha affermato che una parte dei tir è stata donata a organizzazioni non governative private, mentre il resto è stato destinato ai programmi delle Nazioni Unite. Ha sottolineato che gli aiuti sono stati consegnati direttamente ai panifici. "Ci vorrà del tempo prima che gli aiuti trasportati da questi camion raggiungano la popolazione di Gaza", ha aggiunto il portavoce dell'Unrwa.
Lo scorso fine settimana, le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno lanciato attacchi terrestri su larga scala nella Striscia di Gaza. Si tratta della nuova operazione militare 'Carri di Gedeone', ideata per sconfiggere definitivamente il movimento integralista islamico palestinese Hamas. Il 21 maggio, l'ufficio del Coordinatore delle attività governative nei Territori Palestinesi (Cogat), che fa capo al ministero della Difesa israeliano, ha autorizzato l'ingresso a Gaza di 100 camion di aiuti umanitari. Nella notte tra il 17 e il 18 marzo, l'esercito israeliano ha ripreso gli attacchi sulla Striscia di Gaza. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha attribuito la decisione al rifiuto di Hamas di accettare il piano degli Stati Uniti di estendere il cessate il fuoco e liberare gli ostaggi.
Il quinto round dei colloqui sul nucleare iraniano fra Iran e Stati Uniti è cominciato a Roma. Lo riferiscono i media iraniani. "È iniziato a Roma, con la mediazione dell'Oman, il quinto round di colloqui indiretti tra Iran e Stati Uniti, guidati dal ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi e dall'inviato speciale degli Stati Uniti per il Medio Oriente Steve Witkoff", ha riferito l'agenzia di stampa Tasnim.
"Negli Stati Uniti è un momento terribile. La democrazia in questo momento in America è minacciata, è veramente in pericolo. I cittadini americani non sanno che cosa significhi vivere sotto un regime autoritario. La democrazia è come la buona salute , finché non ci ammaliamo non ci rendiamo conto del valore che ha e finché la democrazia non si perde non ci si rende conto di quanto sia importante" dice la scrittrice Isabel Allende, in Italia con il nuovo romanzo 'Il mio nome è Emila del Valle' (Feltrinelli) che il 24 maggio presenterà alla Libreria Nuova Europa, i Granai, a Roma.
"Negli anni della mia vita ho visto di tutto. Movimenti di sinistra che si sono trasformati in governi autoritari come a Cuba o in Venezuela. Ho visto movimenti di destra che hanno avuto lo stesso effetto. È difficile trovare il centro e soprattutto difenderlo dagli estremi. Tuttavia rimango ottimista perché credo fermamente nel valore dell'umanità. Nell'arco dell'umanità c'è sempre stato un progresso, non siamo più nel Medioevo del resto, quindi continuo a crederci". Dure le parole su quello che sta succedendo a Gaza: "È orribile, non si vuole usare il termine genocidio, ma quello che sta accadendo somiglia moltissimo a un genocidio".
L'ufficio dei media governativi di Gaza, sotto il controllo del movimento islamista palestinese Hamas, ha condannato l'attacco che ha ucciso si addetti alla distribuzione degli aiuti umanitari, esortando la comunità internazionale a intervenire per fermare "le violazioni delle forze armate israeliane contro i lavoratori umanitari e i soccorritori".
Un drone delle Forze di difesa israeliane (Idf) ha sganciato una bomba sulla città di Ayta al Shaa'b, nel sud del Libano, senza causare vittime. Lo riferisce l'agenzia di stampa libanese Nna.
In seguito a raid israeliani in tutta la Striscia di Gaza, stamani sono morte complessivamente 28 persone. Lo ha riportato al Jazeera, citando fonti mediche. Secondo la Difesa Civile di Gaza, quattro persone sono rimaste uccise e oltre 50 risultano ancora sepolte sotto le macerie di un edificio di quattro piani nella città di Jabalia, colpito durante la notte. I raid hanno preso di mira anche obiettivi nelle città di Khan Yunis, Deir al Balah e Gaza, sempre secondo Al Jazeera.
L'amministrazione dell'ospedale Al-Awda, nel nord di Gaza, ha lanciato oggi un appello urgente alle organizzazioni internazionali, chiedendo un intervento immediato per spegnere l'incendio che divampa da giovedì nel magazzino dei medicinali dell'ospedale, in seguito a un attacco aereo israeliano. Lo riferisce l'agenzia di stampa palestinese Wafa. L'ospedale ha chiesto alla Croce Rossa, all'Oms e ad altri organismi competenti delle Nazioni Unite di intervenire rapidamente e di coordinarsi con le squadre di protezione civile di Gaza per accedere al sito, situato nella zona di Tel al-Zaatar del campo profughi di Jabalia. "L'incendio sta ancora bruciando all'interno del deposito di materiale medico dell'ospedale", ha affermato l'amministrazione dell'ospedale in una nota, avvertendo che l'incendio in corso "minaccia di aggravare la già catastrofica crisi sanitaria e mette in pericolo la vita sia dei pazienti che del personale medico".

Il coordinatore israeliano delle attività governative nei territori (Cogat) ha annunciato che ieri 107 camion carichi di aiuti umanitari sono entrati nella Striscia di Gaza. Lunedì Israele ha ripreso la consegna degli aiuti a Gaza, dopo aver chiuso i valichi il 2 marzo. Secondo il Cogat, i tir ieri trasportavano farina, cibo, farmaci e attrezzature mediche. Gli aiuti sono stati sottoposti a un'ispezione da parte delle autorità israeliane prima di entrare a Gaza attraverso il valico di Kerem Shalom. I funzionari delle Nazioni Unite affermano che i gruppi umanitari hanno dovuto affrontare notevoli difficoltà nella distribuzione degli aiuti a causa dell'insicurezza, del rischio di saccheggi e dei problemi di coordinamento con le autorità israeliane.
La Protezione civile di Gaza ha riferito di aver estratto nove corpi senza vita dalle macerie di un'abitazione di una famiglia a Jabalia, campo profughi nel nord della Striscia di Gaza, sotto la quale più di 50 persone rimangono intrappolate. "Le operazioni di ricerca sono terminate a causa della mancanza di mezzi pesanti necessari per raggiungere le persone ancora intrappolate sotto le macerie", ha riferito il portavoce della Protezione Civile, Mahmoud Basal, fornendo un bilancio di 9 vittime, sei persone salvate e una cinquantina di dispersi. L'abitazione della famiglia Darmona, una casa di quattro piani, è crollata a causa dei bombardamenti delle Idf. Da quando le operazioni di ricerca si sono concluse, nel cuore della notte, vicini e parenti stanno cercando le persone intrappolate sotto le macerie. Il campo profughi di Jabalia, dove si trovava la casa dei Dardona, è sottoposto a ordini di evacuazione da parte dell'esercito israeliano, che sta proseguendo le sue operazioni di terra nel nord di Gaza. Gli attacchi israeliani contro l'enclave palestinese sono continuati per tutta la notte, portando il bilancio delle vittime a 85 palestinesi dalle prime ore di ieri mattina, secondo fonti mediche citate dall'emittente qatariota Al Jazeera e da altri media locali.

Il ministro della Salute palestinese ha riferito che nella Striscia di Gaza almeno 29 bambini e anziani sono morti per "decessi legati alla fame" negli ultimi giorni. Majed Abu Ramadan ha avvertito che altre migliaia di persone sono a rischio per la consegna tardiva e a rilento degli aiuti umanitari, mentre sono in corso bombardamenti dell'esercito israeliano. Secondo il ministro, le precedenti dichiarazioni del responsabile degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite alla Bbc, secondo cui 14.000 bambini potrebbero morire senza gli aiuti alimentari disperatamente necessari, erano "molto realistiche", ma potrebbero essere una sottostima. Mentre le consegne limitate entrano nella Striscia, l'esercito israeliano continua a lanciare attacchi in tutta l'enclave: secondo gli ultimi bilanci diffusi da fonti mediche locali, almeno 85 palestinesi sono stati uccisi dall'alba di ieri.
Una lettera aperta del mondo della cultura denuncia il "genocidio" a Gaza e l'incapacità dell'industria cinematografica di far sentire la propria voce ha ottenuto ben 900 firme da star del calibro Catherine Deneuve, l'ultima di una lunga lista ad aver aderito. A dare la conferma sono gli organizzatori della petizione, chiamata 'Artisti per Fatem', nata dopo l'uccisione della fotoreporter palestinese Fatima ('Fatem') Hassouna, protagonista di un documentario presentato in anteprima alla settimana di Cannes. Hassouna, 25 anni, è stata uccisa in un attacco aereo israeliano insieme a dieci parenti nella sua casa di famiglia nel nord di Gaza il mese scorso, il giorno dopo l'annuncio del documentario come parte della selezione Acid di Cannes. L'ultimo aggiornamento sulle firme, in data odierna, indica quella della star francese, l'iconica Catherine Deneuve, del regista britannico Danny Boyle e dell'attore svedese Gustaf Skarsgard. Anche il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, che si trova a Cannes per promuovere un documentario sulla sua vita, ha firmato la lettera, dopo aver posato per i fotografi con una maglietta con i nomi dei bambini di Gaza uccisi. La petizione ha iniziato a circolare durante la fase preparatoria del Festival di Cannes e aveva raccolto circa 380 nomi, tra cui la star di 'Schindler's List' Ralph Fiennes, all'inizio dell'evento il 13 maggio. "Come artisti e operatori culturali, non possiamo rimanere in silenzio mentre il genocidio è in corso a Gaza e questa notizia indicibile sta colpendo duramente le nostre comunità", si legge nella lettera aperta. Tra gli altri firmatari figurano Juliette Binoche, che presiede la giuria di Cannes, Rooney Mara, Jonathan Glazer, il regista indipendente statunitense Jim Jarmusch, la star di "Lupin" Omar Sy, Richard Gere, Susan Sarandon, Pedro Almodovar e Mark Ruffalo.

Sei membri delle squadre incaricate della protezione degli aiuti umanitari a Gaza sono stati uccisi in una serie di attacchi israeliani a Deir al-Balah, al centro dell'enclave palestinese. "Condanniamo con la massima fermezza l'orrendo crimine commesso dall'esercito di occupazione israeliano contro il personale di sicurezza e di soccorso e i comitati popolari volontari nell'area di Deir al-Balah, che ha portato al martirio di sei membri delle squadre di sicurezza e di protezione degli aiuti", ha denunciato il governo di Gaza in un comunicato. Fonti locali hanno riferito che la squadra, composta sia da agenti di polizia di Hamas che da volontari, stava proteggendo i camion da un tentativo di assalto da parte di un gruppo di individui non identificati quando le Idf hanno lanciato una serie di attacchi contro di loro. Secondo la stampa palestinese, l'incidente è avvenuto mentre i camion percorrevano l'autostrada Salah al-Din, una delle due strade principali che attraversano Gaza da nord a sud, la più vicina alla linea di demarcazione con Israele e all'area occupata dalle truppe. Circa 200 camion sono entrati a Gaza negli ultimi giorni, dopo tre mesi di blocco totale da parte di Israele. Ieri, 90 di questi venivano distribuiti nell'enclave, per lo più carichi di forniture mediche o farina per i panifici della Striscia. Gli aiuti umanitari autorizzati da Israele a Gaza negli ultimi giorni "non si avvicinano nemmeno lontanamente a coprire la portata e il volume (dei bisogni) dei 2,1 milioni di abitanti di Gaza", ha affermato Stephane Dujarric, portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite.
"È vergognoso. È una mancanza di rispetto per il diritto internazionale, per la dignità umana". Lo spiega a Repubblica la vicepresidente della Commissione Ue, la spagnola Teresa Ribera, che non usa mezzi termini per descrivere la situazione a Gaza. "Naturalmente tutti noi riteniamo che sia molto importante la libertà degli ostaggi, ma lo è anche rispettare il popolo palestinese - rimarca - : più di 53.000 persone sono state uccise dal 2023. Le modalità utilizzate dai governi israeliani a Gaza, pure sugli aiuti umanitari, sono vergognose". Secondo Ribera se non è genocidio quello che accade nella Striscia "è qualcosa di molto simile". Molti anche in Israele non condividono la politica Netanyahu secondo la vicepresidente, "molte persone che vivono in Israele e appartenenti a comunità ebraiche in tutto il mondo vogliono pace e cooperazione. Quindi quei comportamenti non sono condivisi pienamente da un intero Paese - prosegue -. Molti israeliani chiedono un profondo cambiamento nel modo in cui il governo affronta il problema". A Washington c'è stato un brutale attacco terroristico. "Quel che abbiamo visto ieri è da condannare. Nessuno può usare la forza o farsi giustizia da solo. Esprimo solidarietà alle famiglie di queste due persone uccise a Washington", commenta. "Ma è anche vero che quando piantiamo il seme della violenza e dell'ingiustizia, è molto più difficile garantire che tutti abbiano un approccio civile e pacifico - conclude -. La strategia di Nethanyahu è molto pericolosa non solo nei confronti dei palestinesi, ma di tutta la regione, compreso il popolo israeliano".