
Ci sono spaccature anche all'interno della Striscia di Gaza. Nelle ultime ore centinaia di sfollati hanno manifestato per chiedere ad Hamas un passo indietro e lasciare che siano le autorità palestinesi a gestire la situazione e le tratttive di pace con Israele
Roma, 26 marzo 2025 – L’ultima voce che si è levata “contro” Hamas è quella del portavoce di Fatah, altra formazione politica e paramilitare palestinese. Una presa di posizione che invita i vertici di Hamas ad “ascoltare il popolo” dopo le manifestazioni di piazza scoppiate a Gaza proprio contro Hamas avvertita, a questo punto. come ostacolo alla fine di una guerra con una resistenza che, giusta o sbagliata che sia, ha fiaccato la popolazione.
Il portavoce di Fatah nella Striscia di Gaza, Munther al-Hayek, nelle ultime ore ha infatti invitato Hamas ad "ascoltare la voce del nostro popolo" e a lasciare il governo dell'enclave palestinese, affidandolo all'Autorità nazionale palestinese e all'Organizzazione per la liberazione della Palestina. Lo ha riportato l'agenzia di stampa palestinese Wafa, precisando che il portavoce ha fatto queste dichiarazioni dopo le proteste scoppiate ieri nella Striscia, nel corso delle quali sono stati scanditi slogan contro Hamas.

Al-Hayek ha affermato che "la presenza di Hamas è diventata una minaccia per la causa palestinese" e che l'organizzazione dovrebbe "ascoltare tutte le voci emerse nella Striscia di Gaza, per salvare il nostro popolo". Nel corso dei negoziati tenuti negli ultimi mesi, Hamas ha dichiarato di essere pronto a lasciare il controllo della Striscia di Gaza una volta cessate le ostilità con Israele, e ha accolto con favore la proposta di ricostruzione presentata dall'Egitto, che prevede un comitato di tecnici per la gestione del territorio palestinese nel corso della prima fase del piano.
L’impressione è comunque che molti degli sfollati di Gaza non ce la fanno più, mai prima d'ora hanno patito una guerra così lunga, le privazioni, il freddo, la fame e il buio. La rabbia si è consolidata una settimana dopo la ripresa dei combattimenti nelle proteste scoppiate in giornata, prima nel campo di Beit Lahia, nel nord, poi a Jabalia, infine nel sud, a Khan Younis.
Decine di video postati sui social da account palestinesi hanno mostrato i dimostranti che urlano e chiedono “la fine della guerra”, “Hamas fuori”, “Hamas terroristi”. Su Telegram e X ha preso a diffondersi fin dalla mattina l'appello alla protesta in un messaggio: "Tutta la popolazione di Gaza si rivolga ai propri anziani, ai notabili affinché tutti scendano in piazza domani per chiedere la fine della guerra e del governo della milizia di Hamas”.
“Non so chi abbia organizzato la protesta", ha detto all'Afp Mohammed, un manifestante che ha rifiutato di fornire il suo cognome per paura di rappresaglie, “ho partecipato per mandare un messaggio a nome del popolo: basta con la guerra”. Mohammed ha anche riferito di aver visto membri delle forze di sicurezza di Hamas in abiti civili interrompere la protesta. Come del resto mostrano i filmati postati nel pomeriggio da Beit Lahia, dove i manifestanti sono stati dispersi e inseguiti dai miliziani. Majdi, un altro ragazzo che ha preso parte alle proteste ha commentato che “la gente è stanca. Se Hamas lascia il potere a Gaza è la soluzione, perché Hamas non lascia il potere per proteggere il suo popolo?”, ha chiesto.
Nel campo profughi di Jabalia, i dimostranti hanno bruciato pneumatici e gridato slogan: "vogliamo mangiare”. “Risorgi, popolo, rompi la barriera della paura e dell'oppressione. Rivoltati”, ha scritto Mohammed su X, accusando duramente al Jazeera di essersi rifiutata di riprendere la rivolta. “La popolazione di Gaza smaschera i mercenari”, ha poi aggiunto.
Nel frattempo i media della Striscia, legati a Hamas, stanno ignorando le manifestazioni, di cui non offrono alcuna copertura. L'inedita ondata di scontento degli sfollati invece non è passata inosservata a Ramallah. "Le manifestazioni nella Striscia di Gaza sono un grido dei residenti contro le politiche di Hamas”, ha dichiarato il consigliere del presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen, Mahmoud Al-Habash, alla tv saudita al Hadath. Il leader palestinese ha precisato che la soluzione è ripristinare il controllo dell'Anp sulla Striscia. “Dobbiamo concentrarci sulla rimozione di Hamas dal potere. Suggerisco all'organizzazione di ascoltare il popolo palestinese a Gaza”, ha sottolineato Habash, guardando al futuro dell'enclave.
Ma Hamas non pare intenzionata a farlo. Il movimento palestinese ha infatti chiesto oggi ai suoi uomini di organizzare una mobilitazione generale per venerdì, sabato e domenica in difesa di Gaza. I leader del gruppo islamico palestinese, secondo quanto riporta il giornale egiziano "Shorouk", hanno deciso di intervenire per rispondere a quanto avvenuto ieri a Beit Lahia dove si è svolta la prima manifestazione contro il movimento per chiedere ai suoi uomini di lasciare il nord della Striscia di Gaza. Il movimento ha affermato oggi in un comunicato stampa, riportato dal Palestinian Information Center, che il suo appello alla mobilitazione generale giunge "alla luce dell'escalation della barbara aggressione dell'occupazione sionista e della perpetrazione di massacri contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza, nonché dei suoi continui crimini in Cisgiordania, a Gerusalemme e nella benedetta moschea di Al-Aqsa, con il pieno sostegno americano e il completo silenzio internazionale".
Il movimento ha chiesto "un'intensificazione delle marce e degli eventi di solidarietà in tutte le città e capitali, trasformando questi giorni benedetti del Ramadan in giorni di mobilitazione globale, utilizzando tutti i mezzi per fare pressione affinché finiscano le uccisioni, l'assedio e la fame, sostenendo Gaza e curandone le ferite, sostenendo Gerusalemme e Al-Aqsa e rafforzando la loro fermezza, e denunciando i crimini dell'occupazione e il sostegno americano a loro".