Roma, 30 agosto 2022 - L'uccisione di quattro rare tartarughe giganti delle Galapagos, cacciate e mangiate in un parco nazionale di Isabela, l'isola più grande dell'arcipelago, ha spinto l'ufficio del procuratore dell'Ecuador ad aprire un'indagine investigativa.
La caccia di questi animali in via di estinzione è vietata dal 1933, ma la loro carne è ancora molto richiesta al mercato nero, così negli ultimi due anni ne sono state uccise una ventina. I cacciatori di frodo non sembrano dissuasi dal rischio di dover finire in carcere per 3 anni, come prevede la legge dello Stato sudamericano, e il nuovo caso ha riproposto il problema.
La procura ha incaricato l'Unità per i Crimini Ambientali e Naturali (Uidmen) di indagare, raccogliere le testimonianze dei funzionari del parco nazionale, che hanno dato l'allarme, e di condurre le autopsie sui resti delle tartarughe.
Le quattro tartarughe giganti uccise sarebbero state cacciate nelle zone umide dell'isola situata a 1.000 km dalla costa dell'Ecuador, nell'Oceano Pacifico. Nella stessa isola nel 2019 i guardiano avevano trovato i carapaci di 15 tartarughe giganti. Attualmente al mondo si stima ci siano ancora 15mila tartarughe giganti, e il pericolo di estinzione è reale visto che solo nel 19esimo secolo erano 200 mila esemplari.