Martedì 23 Aprile 2024

Fukushima, tutti al mare 7 anni dopo il disastro della centrale nucleare

Riaperte tre spiagge nei pressi dei reattori dopo il devastante tsunami dell'11 marzo 2011: "L'acqua del mare non è radiottiva"

Fukushima, foto twitter di Hiroyuki Ito, segretario generale Associazione turismo di Soma

Fukushima, foto twitter di Hiroyuki Ito, segretario generale Associazione turismo di Soma

Roma, 23 luglio 2018 -  Il Giappone prova a cancellare il passato riaprendo tre spiagge nelle regioni devastate dallo tsunami del 2011, quello che provocò danni ingenti, migliaia di vittime e il disastro nucleare di Fukushima.  Dopo anni di sforzi per la ricostruzione, secondo i funzionari locali l'apertura della spiaggia di Haragamaobama aiuterà a cambiare la percezione dell'area, che è diventata inestricabilmente legata al disastro di sette anni fa. Haragamaobama, nella prefettura di Fukushima, si trova a circa 40 chilometri a nord della disastrata centrale nucleare Daiichi. La spiaggia nella città di Soma è invece la più vicina all'impianto tra quelle riaperte.

"Sono felice, perché la vita a Soma è sempre stata associata al mare prima del disastro", ha detto Hiroyuki Ito, segretario generale dell'Associazione del turismo di Soma. Da anni le ispezioni non hanno rilevato materiali radioattivi nell'acqua di mare al largo, e la riapertura della spiaggia è stata ritardata solo mentre erano in costruzione infrastrutture per i bagnanti, ha detto. Aggiungendo: "Vogliamo che le persone in paesi stranieri sappiano che Soma è un posto da visitare", sottolinea Ito facendo notare come l'associazione abbia caricato l'immagine dell'apertura della spiaggia sabato sul suo account Twitter @somakankokyokai. 

Non è tutto. Giapponesi e turisti potranno fare il bagno in un'altra area colpita dal devastante tsunami: nella prefettura di Miyagi, a nord di Fukushima, hanno infatti riaperto gli impianti nel fine settimana appena passato. Le spiagge della costa settentrionale del Pacifico del Giappone sono state gradualmente riaperte dopo la costruzione di enormi dighe per prevenire futuri danni da tsunami e il ripristino della sabbia che è stata spazzata via nel disastro del 2011. Era l'11 marzo quando un devastante terremoto di magnitudo 9.1 aveva colpito sotto l'Oceano Pacifico, mentre il conseguente tsunami aveva causato danni diffusi e migliaia di vittime. Portando anche alla fusione tre reattori della centrale nucleare di Fukushima, in quello che è stato definito il peggior disastro dopo quello di Chernobyl nel 1986. Nessuno è morto per radiazioni ma decine di migliaia di persone sono state costrette ad evacuare le loro case vicino alla centrale. Molti vivono ancora in altre parti del Giappone.