Sabato 20 Aprile 2024

Fratelli coltelli, resa dei conti in tv. Harry dichiara guerra a William

Nella docu-serie sui Sussex il principe racconta la riunione dello strappo con la Casa reale ". Mi umiliò davanti alla Regina. È stato terrificante vederlo urlare contro di me mentre mio padre diceva falsità"

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Da bambini se lo erano promessi: a noi non succederà. Gli scandali, la stampa cannibale, le mogli ostaggio del bad karma. Tutta la storia dei loro genitori, con la fine che sappiamo. E invece eccoli anche loro dentro l’incubo, che se non fosse vero sembrerebbe una produzione Netflix. Harry e William, fratelli coltelli al centro di una guerra che in teoria potrebbe annientare la famiglia reale, ma su cui ancora la famiglia tace. La seconda parte della docu-serie voluta dai duchi di Sussex per raccontare la loro verità è più esplosiva della prima o di qualsiasi bomba lanciata dai tabloid negli ultimi anni. E chi pensava a William come al buono assennato che non alza mai la voce potrebbe ricredersi immaginandolo alterato in quel giorno del gennaio 2020 a Sandringham, quando la Corona doveva decidere cosa fare della coppia ribelle: "È stato terrificante vederlo urlarmi contro – dice Harry nel quinto episodio – Mentre mio padre diceva falsità. E mia nonna se ne stava seduta tranquilla senza intervenire".

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Le premesse non erano buone: Meghan non era stata invitata. Lui portava 5 opzioni: "Dal tutto dentro al tutto fuori". Scelse la terza: tagliare la corda e disfarsi dei doveri reali pur continuando a sostenere il lavoro della regina nel Commonwealth: "Non venne nemmeno presa in considerazione. Lo spacciarono per un accordo, ma ci cacciavano dalla famiglia. Erano tutti felici di mentire per proteggere mio fratello, loro che per tre anni non hanno voluto proteggere noi". Suggestioni: William invidioso per la popolarità di Harry e Meghan, William che dà di matto, rompe la promessa e fa "il gioco sporco" con gli uffici stampa. E pensare che era cominciato così bene quel matrimonio al castello di Windsor il 19 maggio 2018. L’americana, in rotta con il padre, aveva chiesto a Carlo di portarla all’altare e lo definiva "un uomo affascinante". La regina? "Una nonna gentile" che le passava la coperta per scaldarsi le gambe nel Chesire. Poi tutto cambia in fretta. In viaggio ufficiale in Australia e Nuova Zelanda Meghan annuncia di essere incinta, le attenzioni sono tutte per loro. Secondo Harry, William e Kate non ci stanno a farsi rubare la scena e scatenano i tabloid inglesi contro la "principessa difficoltosa". Sui social compare la foto di una coppia vicina a uno scimpanzè con la scritta: "Il bimbo reale lascia l’ospedale". L’immagine della duchessa del Sussex viene macchiata giorno dopo giorno "con un preciso disegno". Lei inizia a deprimersi, si sente "data in pasto ai lupi" e pensa al suicidio: "Non volevo più stare là. Ho tentato di chiedere aiuto ma non era permesso, fuori non si doveva sapere".

Harry ne parla con il padre, che non tende la mano (never complain, never explain). "Ero devastato. Arrabbiato e pieno di vergogna per avere trattato la situazione come l’Harry istituzionale e non l’Harry marito. Dalla nostra famiglia abbiamo ricevuto l’opposto del sostegno". Dall’esterno, minacce di morte e razzismo via social, più la pubblicazione sleale sul Mail on Sunday di una lunga lettera che la duchessa aveva scritto al padre Thomas per pregarlo di smetterla di rovinarle la vita. Io li denuncio, dice Harry a Carlo. E lo fa davvero anche se il futuro re suggerisce di lasciare correre, poi dal Canada Harry telefona alla nonna per avere un po’ di conforto: "Ok – risponde la regina – perché non vieni qui da me e ne parliamo davanti a una tazza di tè?". Harry prende subito l’aereo per Londra ma appena arrivato riceve una telefonata dallo staff della sovrana: "È troppo impegnata, non può incontrarti". Lui la richiama, Elisabetta conferma: "Scusami, mi hanno detto che sono troppo impegnata in questi giorni".

Tutto quello stress e le notti in bianco non fanno bene alla salute: Meghan abortisce (prima della nascita della secondogenita Lilibet) e la colpa viene data ai media. Sul New York Times a novembre esce un suo articolo: "Perdere un bambino è un dolore quasi insopportabile sperimentato da tante donne ma di cui poche parlano. Il discorso rimane tabù, velato di vergogna. E questo alimenta un ciclo perpetuo di sofferenza solitaria". Impossibile dimenticare, cucire, stemperare. Peggio per loro, conclude Harry: "Hanno perso un’occasione storica per modernizzarsi. È stata la morte di un sogno".