Martedì 16 Aprile 2024

Scioperano i treni francesi. Le feste? Una roulette. Ma il rimborso è del 200%

Mettersi a correre dietro a un treno che non partirà per essere rimborsati del 200%. Oppure indignarsi perché non si sciopera durante le feste

Un passeggero alla stazione dei treni di Lione (Ansa)

Un passeggero alla stazione dei treni di Lione (Ansa)

Parigi, 22 dicembre 2022 - Mettersi a correre dietro a un treno che non partirà per essere rimborsati del 200%. Oppure banalmente indignarsi perché non è così che si fa, non si sciopera durante le feste. Diceva bene il saggio: non è tanto la vita in sé a creare problemi, ma come reagiamo alle provocazioni. I francesi che hanno intenzione di mettersi in viaggio in questi giorni consacrati agli spostamenti possono scegliere fra le due opzioni, farsi un piccolo regalo di Natale speculando sul biglietto inutilizzato o restare a mugugnare sull’immoralità dei sindacati. Gli ottimisti sfrutteranno il lato buono della situazione intascando il doppio di quello che hanno già pagato. E tuttavia si annuncia una fine d’anno complicata al di là delle Alpi.

I controllori della compagnia ferroviaria pubblica Sncf hanno deciso di bloccare i treni ad alta velocità da domani al 26 dicembre e poi ancora dal 30 al 2 gennaio. Un pacco con i controfiocchi non presentato apertamente ma rifilato con un temibile preavviso: a chi tocca tocca. Secondo le previsioni, su 800 mila viaggiatori che hanno già acquistato il biglietto per questo week end resteranno a piedi in 200 mila. Domani solo due Tgv su tre circoleranno sulle linee Atlantico e Mediterraneo, tre su quattro nell’Est del paese, appena il 50% sulla tratta Nord. Quali non si sa, altrimenti che sciopero sarebbe. I clienti riceveranno informazioni via sms o e-mail ma il consiglio della società è di anticipare la partenza, scambiare i biglietti gratuitamente oppure monetizzare, con la soddisfazione di chi vince al Mercante in Fiera. E qui il ceo di Sncf Voyageurs si è superato: chi resta al palo causa cancellazione potrà ottenere un rimborso del 200%: "Voglio scusarmi – ha detto Christophe Fanichet – uno sciopero durante le vacanze di Natale è davvero inaccettabile, sono arrabbiato". Anche perché la dura presa di posizione, tamponata con il bonus scontento, costerebbe alle ferrovie decine di milioni di euro. Il movimento di protesta dei controllori, lanciato inizialmente da un collettivo denominato "Collectif national ASCT" (Cna), si è formato al di fuori di ogni ambito sindacale e riunisce in un gruppo Facebook più di 3.500 capitreno che esigono un migliore riconoscimento della specificità di questa professione.

Ma proprio adesso? E quando se no? "Posso capire le loro richieste – ammette affranto Fanichet – ma non è proprio il momento. Eravamo aperti al dialogo, abbiamo fatto di tutto per evitarlo". Nel primo fine settimana di dicembre aveva già scioperato quasi la metà dei 9 mila capotreni costringendo l’azienda a cancellare il 60% dei treni Tgv e Intercitè, ma questa volta è diverso. Un luogo comune sostiene che i francesi amano scioperare perché sono i più pigri al mondo (non è vero, lavorano molto meno di loro tedeschi e norvegesi). L’altro clichè è che si lamentano sempre e che a forza di lamenti hanno innescato la prima vera rivoluzione della storia occidentale. Stavolta hanno messo in mezzo Babbo Natale.