Mercoledì 24 Aprile 2024

Francia: "Ritiro dell'ambasciatore solo un segnale". Botta e risposta Salvini-Castaner

Il portavoce del governo transalpino: il dialogo con l'Italia non si è mai interrotto. Il Viminale: "Parigi ha cambiato idea sui migranti della Sea Watch e non vuole più". Ministro dell'Interno francese: "Salvini non mi convoca"

Il presidente francese Emmanuel Macron (Ansa)

Il presidente francese Emmanuel Macron (Ansa)

Roma, 8 febbraio 2019 - Il richiamo dell'ambasciatore di Francia in Italia "non è permanente, ma era importante dare un segnale". A spiegarlo è il portavoce del governo francese, Benjamin Griveaux, ai microfoni di Europe 1. Roma è "un alleato storico" di Parigi e "uno dei paesi fondatori dell'Unione europea", ha aggiunto Griveaux, sottolineando come il "dialogo" tra i due paesi non si sia "mai interrotto". 

Griveaux ha preso atto della "disponibilità" al dialogo mostrata da Matteo Salvini e Luigi Di Maio, ma ha voluto rimarcare che "c'è un capo del governo in Italia, ed è il signor Conte", che il presidente francese Emmanuel Macron ha "incontrato diverse volte". Griveaux ha anche voluto chiarire che la miccia dell'escalation tra i due paesi è stata scatenata dall'arrivo del vicepremier dei Cinque Stelle in Francia per incontrare i 'gilet gialli'. "Cortesia istituzionale vuole che si avverta il governo" locale, quando si va in un paese vicino, ha detto.

E sulla stessa linea si pone anche ministra francese per gli affari europei, Nathalie Loiseau. "Non si tratta di drammatizzare, si tratta di dire che la ricreazione è finita", ha detto l'esponente del governo transalpino. "Un rappresentante di un governo straniero che viene in Francia a sostenere quello che non è nemmeno un leader politico, ma uno che ha chiamato alla guerra civile, al rovesciamento del presidente e a un governo militare, non era mai successo", ha dichiarato Loiseau. Meno conciliante invece il botta e risposta tra ministri dell'Interno, con Castaner che arriva a dire, riferito a Salvini: "Non mi faccio convocare".

CASTANER: NON MI FACCIO CONVOCARE DA SALVINI - Il ministro dell'Interno francese, Cristophe Castaner, non ha gradito i toni del collega Matteo Salvini che per risolvere la crisi diplomatica con Parigi ha parlato di "convocazione" del collega transalpino. "Non mi faccio convocare", ha risposto infastidito il titolare di Matignon, parlando all'emittente Bfmtv. Il ministro ha poi ripreso toni più pacati e ha spiegato: "Ieri ero con Matteo Salvini in un'istanza europea, abbiamo avuto uno scambio anche sulla questione migratoria. Il dialogo fra noi è costante. Bisogna che sia rispettoso. Invito tutti ad entrare in questo quadro". Poi apre al confronto: "Anche io sono pronto ad accoglierlo", ma le missioni diplomatiche vanno fatte "in maniera ufficiale". 

Ieri il ministro dell'Interno italiano aveva inviato una lettera con la quale invitava a Roma il collega francese, scrivendo: "Caro Collega, i nostri Paesi da sempre condividono solidi rapporti bilaterali, con particolare riferimento ai campi della sicurezza, del terrorismo e dell'immigrazione. Rapporti che, nel confermare una concreta volontà di collaborazione, possono e devono essere ulteriormente sviluppati nell'interesse strategico reciproco. In questo quadro, sarei particolarmente lieto di invitarLa a Roma, per un confronto ed un proficuo scambio sui dossier aperti. Le anticipo, tra i vari temi, che confermo un vivo interesse per la collaborazione da Voi offerta a proposito dei rimpatri dei migranti economici. In attesa di incontrarLa personalmente in una data che i nostri Uffici potranno concordare, voglia gradire i sensi della mia stima, unitamente ai saluti più cordiali".

Ma oggi Salvini, in Abruzzo per eventi in vista delle elezioni regionali di domenica prossima, ha usato toni più spavaldi: "La prossima settimana incontrerò a Roma il ministro degli Interni francese. Lo convocherò perché voglio risolvere la situazione, con i no non si va da nessuna parte. Al ministro francese chiederò che vengano rimandati in Italia i 15 terroristi che si trovano in Francia". Parole giunte all'orecchio di Castaner, che hanno provocato la sua precisazione. Subito Salvini ha smorzato la tensione: "Ovviamente io non voglio né posso convocare nessuno: sarò lieto di ospitare in Italia, il prima possibile, il mio collega francese per discutere e risolvere i problemi".

DI MAIO: SONO NERVOSI - "Sono tornato in Italia, Macron ha deciso di convocare l'ambasciatore. Quando Hollande veniva alla festa dell'Unità del Pd noi dicevamo che non era possibile. Il governo francese resta il nostro interlocutore ma dal punto di vista politico non condivido nulla, perchè è quello che ha fatto il Jobs Act francese e sta per fare la Fornero francese". Il vicepremier e capo politico M5s Luigi Di Maio lo ha detto nel corso della serata di chiusura della campagna elettorale in Abruzzo. Di Maio ha sottolineato che da parte del ministro dell'Interno francese, Castaner, c'è stata "una scortesia istituzionale" quando ha risposto alla lettera di Salvini dicendo 'non mi faccio convocare da nessuno'. "Evidentemente sono nervosi", ha aggiunto Di Maio. Poi ha aggiunto: "Sono andato a conoscere i gilet gialli. Lesa maestà... Io non sono andato a dire ai gilet gialli 'buttate giù Macron'. Quello lo faranno i francesi". 

VIMINALE: PARIGI NON VUOLE I MIGRANTI SEA WATCH - Intanto fonti del Viminale fanno sapere che sui migranti della Sea Watch la Francia ha cambiato idea e non li vuole più. Parigi ha comunicato al ministero dell'Interno che "prenderà solo persone che hanno bisogno di protezione e non migranti economici e ha aggiunto che appoggerà l'Italia per chiedere rimpatri più efficaci in alcuni paesi africani a partire dal Senegal". Il Viminale "prende atto: anche i francesi non vogliono clandestini. Ora ci si aspetta che Parigi dimostri con i fatti la sua buona volontà, collaborando per rimpatriare al più presto decine di senegalesi irregolari che si trovano in territorio italiano". "Faremo a meno della Francia, non dei francesi che sono un popolo stupendo. Evidentemente chi sta governando ha le idee un po' confuse - commenta dal canto suo il titolare del Viminale, Matteo Salvini -. La Francia ha respinto negli ultimi due anni 60mila migranti. Ognuno risponde alla propria coscienza e io sono contento di quello che abbiamo fatto". 

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M5S - Il Movimento 5 stelle, dal canto suo, rivendica con forza la liceità dell'incontro con i gilet gialli. "Il mio incontro, come capo politico del M5s, con esponenti dei 'gilet gialli' e con alcuni candidati della lista Ric è pienamente legittimo - dice infatti Luigi Di Maio in un'intervista al 'Messaggero' -. E rivendico il diritto di dialogare con altre forze politiche che rappresentano il popolo francese". "Il nostro rapporto di amicizia con il popolo francese non e' in discussione. Il presidente Macron si è più volte scagliato contro il governo italiano per motivi politici in vista delle europee", sostiene sempre il vicepremier. "Abbiamo parlato con la parte sana dei gilet gialli", gli ha eco il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, a Genova per l'avvio della demolizione del ponte Morandi. I gilet gialli "una forza politica in corso di costituzione - prosegue il pentastellato -. È un gruppo di persone che si è opposto a un modo di fare politica che pensava principalmente alle élite. Mi pare che Macron debba comprendere ciò".

Pur spiegando che "non c'è nessun tipo di scontro con la Francia" e che si tratta di un "popolo amico", Toninelli però rincara la dose. il ministro infatti sottolinea che "la Francia commise un grave errore nel 2011 e ne stiamo pagando le conseguenze noi italiani principalmente", dice probabilmente riferendosi all'invasione della Libia. "È un peccato che non chiedano scusa".

GILET GIALLI: DI MAIO PENSI ALL'ITALIA - Ma dalla francia arriva un altro stop ai 5 Stelle. "Dopo questa telenovela ho solo voglia di dire una cosa: ma occupatevi di casa vostra - dice Jacline Mouraud, tra le leader dei gilet gialli, intervistata dall'Ansa -. Non si fa politica con le ingerenze in altri Paesi, non abbiamo bisogno di forze straniere in casa nostra". L'incontro con Christophe Chalencon e alcuni esponenti della lista Ric - prosegue la fondatrice del Movimento Les Emergents - "è un grave errore sia da parte italiana sia da parte francese", ricordando che Chalencon è un tipo "molto controverso" il quale invocò la destituzione del presidente Emmanuel Macron con l'arrivo di una giunta militare per far fronte a una guerra civile ritenuta "inevitabile". Posizioni da cui la grande maggioranza di casacche gialle ha preso le distanze.