Italia-Francia, Parigi richiama ambasciatore. Replicano Salvini-Di Maio. Colle preoccupato

Salvini: "No a polemiche, disponibili a incontrare Macron". Tajani: "Di Maio fa patti con chi tira molotov". E lui: "Popolo francese nostro amico ma rivendico incontro con i gilet gialli". Conte: "Rapporto non è in discussione"

Emmanuel Macron (Ansa)

Emmanuel Macron (Ansa)

Parigi, 7 febbraio 2019 - Dopo mesi di critiche del governo Lega-M5s alla Francia, alla fine Parigi ha detto basta e ha richiamato l'ambasciatore francese a Roma. "Le ultime ingerenze sono una provocazione ulteriore e inaccettabile, violano il rispetto dovuto all'elezione democratica fatta da un popolo amichevole e alleato e il rispetto che i governi democratici e liberamente eletti si devono reciprocamente", ha spiegato il ministero degli Esteri francese. Duro il governo francese, che aggiunge: "Per diversi mesi la Francia è stata oggetto di ripetute accuse, attacchi infondati e pretese assurde". Il Quai d'Orsay ha definito gli attacchi "senza precedenti" dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Le replica dei ministi italiani arrivano immediate. A tardo pomeriggio il premier Conte tenta di gettare acqua sul fuoco. Intanto da ambienti qualificati del Quirinale trapela grande preoccupazione per la situazione. Va ristabilito immediatamente un clima di fiducia con i Paesi amici e alleati - si sottolinea -. E questo passa attraverso la considerazione dei reciproci interessi nazionali e il pieno rispetto delle dinamiche istituzionali di ciascun Paese. I consolidati e preziosi rapporti di amicizia e collaborazione con la Francia - concludono - vanno difesi e preservati.

"MANCANZA DI RISPETTO" - E ancora: "La campagna per le elezioni europee non può giustificare la mancanza di rispetto per ogni popolo o la sua democrazia. Tutti questi atti creano una situazione seria che mette in discussione le intenzioni del governo italiano nei confronti della sua relazione con la Francia". La Francia invita l'Italia ad agire per ripristinare "il rapporto di amicizia e rispetto reciproco, in linea con la nostra storia e del nostro destino comune". 

SALVINI: DISPONIBILI A INCONTRO - La risposta di Salvini non si fa attendere. "Non vogliamo litigare con nessuno - dice -, non siamo interessati alle polemiche: siamo persone concrete e difendiamo gli interessi degli italiani. Disponibilissimi a incontrare il presidente Macron e il governo francese, sederci a un tavolo e affrontare, per quanto riguarda le mie competenze, tre questioni fondamentali", afferma il vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini. "Stop con i respingimenti alle frontiere, risultano essere oltre 60 mila dal 2017 a oggi compresi bambini e donne abbandonate nei boschi; stop con terroristi italiani, una quindicina, condannati ma che fanno la bella vita con residenza in Francia e basta, infine, danneggiare i nostri lavoratori pendolari che sono letteralmente vessati ogni giorno alle frontiere francesi da controlli che durano ore. Noi siamo pronti e disponibili con spirito costruttivo a voltare pagina per il bene del nostro popolo", aggiunge il ministro dell'Interno.

M5S: PARIGI PROVOCA - I 5 Stelle replicano in modo ancora più netto. "Nessuna crisi diplomatica, almeno da parte nostra. La loro semmai è una provocazione", dice il sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano. "Erano abituati ad avere sudditi in Italia - rincara la dose il sottosegretario 5 Stelle - certo che ora notano la differenza". E al ministero degli Esteri francesi che ieri ha definito "inaccettabile" l'incontro del vice premier Luigi Di Maio con i 'gilet gialli' a Parigi, Di Stefano risponde: "Noi abbiamo il pieno diritto di fare incontri politici in vista di eventuali operazioni al Parlamento europeo pre o post elezioni - sottolinea - e quindi non riteniamo che nel nostro incontro ci sia nulla di offensivo nei confronti dei francesi che devono stare tranquilli della nostra alleanza e vicinanza. Ma certamente - ammonisce - non possono ritenere offensivo un incontro politico come non facciamo noi quando Macron parla apertamente di alleanze con Renzi ai tempi o con chiunque sia, mi sembra evidente". Poi in conferenza stampa a Pescara torna ad attaccare: "Abbiamo già porto tutte le guance che potevamo porre".

TAJANI CONTRO DI MAIO - Ma il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani accusa: "E' davvero grave che l'Italia, Paese fondatore dell'Ue e membro del G7, abbia una politica estera che ci isola come mai avvenuto in passato". E critica i 5 Stelle: "Poteva benissimo risparmiarsi il vicepremier Di Maio questa missione lampo in Francia per andare a fare patti con coloro che tirano le molotov contro la polizia, che distruggono i negozi e tutto questo soltanto per cercare di fare un gruppo parlamentare dopo le europee... è veramente triste, direi squallido". E conclude: "A pagare il prezzo sono gli italiani, la Francia ha le sue responsabilità, ma si rischia di passare dalla ragione al torto per i capricci di un ministro inesperto".

DI MAIO - Ed ecco pronta la replica del ministro del Lavoro. "Il popolo francese è nostro amico e nostro alleato. Il Presidente Macron si è più volte scagliato contro il governo italiano per motivi politici in vista delle europee. Questo non ha mai intaccato il sentimento di amicizia che lega i nostri Paesi e mai lo farà", dice su Facebook Di Maio, aggiungendo che su temi come quello dell'immigrazione "il dialogo e la collaborazione con il governo francese è sempre massimo e siamo disponibili a incontri al più alto livello con il governo francese per trovare soluzioni".

"INCONTRO LEGITTIMO" - Ma Di Maio sostiene anche che il suo incontro come capo politico del Movimento 5 Stelle con esponenti dei Gilet gialli e con alcuni candidati della lista Ric "è pienamente legittimo". "Rivendico il diritto - sottolinea Di Maio - di dialogare con altre forze politiche che rappresentano il popolo francese. Così come En Marche, il partito di governo francese, è alleato in Europa con il Pd, partito d'opposizione in Italia, così il Movimento 5 Stelle incontra una forza politica di opposizione al Governo francese (Ric)". "Sono europeista - prosegue Di Maio - ed essere in un'Europa senza confini, significa libertà anche per i rapporti politici non solo per lo spostamento delle merci e delle persone".

CONTE GETTA ACQUA SUL FUOCO - "Non credo affatto che il rapporto con la Francia sia compromesso, è un rapporto così antico", dice il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel corso di un punto stampa al termine della sua visita a Beirut. "Non ho sentito Macron ma vorrei dire che comunque il rapporto tra Italia e Francia ha radici antiche di ordine culturale ed economico e non può essere messo in discussione da contingenze. Confido che si possa chiarire subito la situazione. Ho letto una dichiarazione del vicepresidente Di Maio: mi sembra che sia stato chiarito che da un lato ci sono iniziative che riguardano i movimenti politici, in questo caso i gilet gialli, e lui in quel caso ha agito come capo politico del Movimento 5 Stelle". Per quanto riguarda il resto - continua il premier -, "si tratta di un confronto su temi come l'immigrazione, i modelli di cooperazione allo sviluppo, anche con l'Africa, che hanno ricadute evidenti sul tema stesso dell'immigrazione". Temi sui quali "è legittimo aprire un dibattito che deve essere non solo nazionale e neppure bilaterale ma europeo. Questo dibattito deve essere portato avanti in termini costruttivi".

APPELLO DEGLI INDUSTRIALI - Preoccupazione anche degli insustriali. Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, e l'omologo francese Geoffroy Roux de Bézieux hanno inviato una missiva a Macron e a Conte auspicando un "dialogo costruttivo" alla luce della crisi tra Roma e Parigi. "In queste ore di tensione politico-diplomatica crescente, Confindustria e Medef ritengono necessario lanciare un appello al dialogo costruttivo e al confronto. La sfida non è tra Paesi europei ma tra l'Europa e il mondo esterno".