
Fra' Matteo Brena, commissario di Terra Santa della Toscana. A destra: miseria e devastazione nella Striscia di Gaza
Firenze, 15 aprile 2025 – Presenza silenziosa, ma molto attiva, i frati francescani al servizio della Terra Santa considerano da sempre casa loro i luoghi della Bibbia, patrimonio culturale di tutti. Ma per vivere in un territorio così complesso come Siria e Palestina bisogna anche avere testa, gambe e risorse.
Lo sa bene fra’ Matteo Brena, francescano, commissario di Terra Santa della Toscana, che promuove incontri di dialogo ecumenico e interreligioso, ma appena può guida gruppi di pellegrini a scoprire la Terra dove tutto è cominciato.
Fra’ Matteo, Terra Santa e Siria ferite: quale speranza da questa Pasqua?
"In Siria è l’inizio di un nuovo momento storico. La situazione è instabile con molti gruppi che non sono pienamente allineati e tengono sotto pressione le minoranze: nel caso di quella alawuita che sosteneva Assad, come abbiamo visto, non sono mancate esecuzioni sommarie. In altre zone come Aleppo e Damasco la tensione è ugualmente alta. I frati cercano il dialogo con tutti e una partecipazione attiva nella vita economica e sociale, nel rispetto delle diversità, del ruolo della donna e dei diritti. Anche l’embargo economico pesa. L’Occidente dovrebbe assumersi le proprie responsabilità”.
Nei luoghi della Scrittura, in concreto, che Settimana Santa si sta per vivere?
"Quest’anno le Pasque dei cattolici e degli ortodossi coincidono quindi, nonostante l’assenza pressoché totale di pellegrini, ci si aspetta una folta partecipazione di cristiani soprattutto locali, appartenenti alle diverse confessioni, alle liturgie nella basilica del Santo Sepolcro. Si teme, tuttavia, una presenza fin troppo pressante della polizia israeliana con l’accesso alla Città Vecchia di Gerusalemme blindato per i cristiani, che sono etnia araba, e questo può creare tensioni. È comunque l’occasione di recuperare una visione di speranza”.
I francescani, amano ripetere: ‘Non abbandoniamo nessuno, siamo qui fino all’ultimo cristiano’. Ce la fanno davvero?
"Per secoli i frati hanno custodito i luoghi santi nel silenzio e nella preghiera, prendendosi cura delle persone di ogni provenienza, facendosi prossimi nel dialogo, nell’ascolto e nell’accoglienza. Vogliono continuare a farlo oggi in un contesto molto complicato, ma, sì, con l’aiuto di Dio, è possibile andare avanti”.
Di cosa si occupano in particolare?
"Distribuiscono generi alimentari e forniscono supporto medico. Ogni mese, circa 300 persone ricevono le medicine essenziali per trattare malattie croniche. In alcuni casi, i francescani coprono interamente i costi delle operazioni chirurgiche, mentre in altri collaborano con associazioni ecclesiastiche, come la comunità greco-ortodossa, per sostenere le spese”.
Anche l’istruzione è una delle attività fondamentali dei frati, giusto?
"In questo momento storico, fra le parti in conflitto, c’è un ripiegamento sul proprio dolore che esclude una prospettiva di futuro sopraffatta dal desiderio di vendetta. I frati intendono fornire ai giovani strumenti diversi, capaci di affrontare le sfide della ricostruzione, del dialogo e della pace”.
Nel complesso saranno attività onerose, c’è un modo per aiutare?
"È possibile partecipare alla campagna annuale della Colletta del Venerdì Santo. Quest’anno la promuoviamo sotto lo slogan Dona speranza, semina la pace. Fino all’anno scorso la Colletta era solo nelle Chiese, adesso si può donare online cliccando qui”.