Sabato 19 Luglio 2025
LORENZO MANTIGLIONI
Esteri

"Fordow come Hiroshima"

Trump difende i raid e critica i media "Siti nucleari iraniani distrutti" .

Donald Trump (78 anni), ha autorizzato l’attacco ai siti nucleari iraniani con l’operazione ’Martello di mezzanotte’

Donald Trump (78 anni), ha autorizzato l’attacco ai siti nucleari iraniani con l’operazione ’Martello di mezzanotte’

"Il raid a Fordow ha messo fine alla guerra, essenzialmente è stata la stessa cosa di Hiroshima e Nagasaki. Dentro è tutto collassato, i tunnel sono crollati, nessuno può entrare". Con queste parole il presidente statunitense Donald Trump cerca di fare chiarezza sul giallo che è nato intorno agli attacchi realizzati nei giorni scorsi dagli Stati Uniti ai siti nucleari iraniani. Nelle ultime ore, infatti, mentre resiste il cessate il fuoco tra le parti, sia la Cnn che il New York Times, citando anche un rapporto segreto della Defense intelligence agency, hanno sostenuto che i raid a Fordow, Natanz ed Esfahan non abbiano causato il crollo delle strutture sotterranee, ma solo sigillato due ingressi. Si tratterebbe quindi di un’operazione che avrebbe ritardato il programma nucleare persiano di soli pochi mesi, dato che molte scorte di uranio arricchito sarebbero state precedentemente spostate in altri siti segreti. Sempre lo stesso Donald Trump ha anche accusato le due testate giornalistiche di "sminuire uno degli attacchi militari di maggior successo della storia".

Prendono invece tempo e predicano cautela Mosca e Tel Aviv. "Dobbiamo aspettare, nessuno può avere al momento dati realistici", sostiene il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov. Gli fa eco Effie Defrin, il portavoce militare israeliano: "È ancora presto, ma credo che abbiamo inferto un colpo significativo al programma nucleare iraniano". Quanto significativo? Secondo Trump, l’Iran "l’ultima cosa che vuole fare adesso è arricchire l’uranio. Non costruiranno la bomba per molto tempo", aggiungendo che "i siti nucleari iraniani sono stati completamente distrutti".

Invece, secondo la Cnn e il New York Times, riprendendo la valutazione preliminare dell’intelligence americana, si potrebbe parlare al massimo di un ritardo, ma non certo di un blocco. Nel mentre, a Teheran, il Parlamento ha votato a favore della sospensione della cooperazione con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica. "La Aiea, che si è rifiutata di condannare anche solo marginalmente l’attacco agli impianti nucleari – ha dichiarato il presidente dell’Assemblea, Mohammad Bagher Ghalibaf –, ha messo a rischio la propria credibilità internazionale".

Destano molti interrogativi, invece, le parole rilasciate ad Al Jazeera del portavoce del ministero degli Esteri persiano, Esmail Baghaei: "I nostri impianti nucleari sono stati gravemente danneggiati". Intanto, come annunciato dal segretario americano alla Difesa, Pete Hegseth, sono scattate le prime indagini dell’Fbi sul come abbia fatto la valutazione preliminare dell’intelligence sugli attacchi americani ai siti nucleari iraniani a divenire di dominio pubblico. Chiosa, infine, Donald Trump al termine del vertice Nato: "Iran e Israele sono stanchi. Credo che la guerra sia finita, Teheran non ha più il nucleare". Restano però in piedi alcuni quesiti: il programma nucleare iraniano è stato davvero distrutto oppure le scorte di uranio sono state spostate in altri siti? E, eventualmente, dove si trovano adesso e come hanno fatto gli iraniani ad anticipare le mosse degli Stati Uniti?