La strana teoria di Forbes sulla Cina pronta a togliere pezzi alla Russia

In un articolo della testata statunitense, si ipotizza che Pechino potrebbe aspettare ad attaccare Taiwan, preferendo riprendersi territori nell'estremo oriente russo

Roma, 26 ottobre 2022 - La Cina potrebbe posticipare l'annessione di Taiwan e piuttosto espandersi nell'estremo Oriente della Russia, con cui confina e dove "centinaia di migliaia di cittadini russi ma di etnia cinese potrebbero essere potenzialmente indotti a riconsiderare le loro opzioni". Non si tratterebbe di un attacco militare dell'est della Russia, piuttosto di un allargamento economico e culturale in quei vasti territori a cui pochi si interessano, la Russia stessa per prima, men che meno l'Occidente. È una teoria che ha dell'incredibile, ma se letta con profondità e con la dovuta attenzione apre a possibilità non così banali. È in un articolo di Craig Hooper, analista della sicurezza nazionale statunitense, pubblicato su Forbes (e che ha già fatto discutere sui social), che viene spiegata questa versione al momento piuttosto lontana dall'informazione ricorrente in questo periodo storico. 

Un primo punto è che mentre la Russia è impegnata militarmente e con tutte le sue forze sul fronte occidentale con la guerra in Ucraina, non ha al momento le risorse per poter controllare ogni parte del suo vasto territorio. Dunque "vale la pena considerare che la Cina potrebbe rimuginare sulle contingenze espansionistiche a nord, lungo la vasta e scarsamente controllata frontiera russa di 2.615 miglia", scrive Hooper nell'articolo.

Il Congresso nazionale per Partito comunista cinese (Epa)
Il Congresso nazionale per Partito comunista cinese (Epa)

La storia dei conflitti nella regione dell'estremo Oriente russo si basa sullo squilibrio demografico tra la numerosa popolazione cinese e quella russa che, in una zona così lontana rispetto al cuore del potere di Mosca, appare in confronto in declino. Per questo, "ci sono tutti i presupposti per un aumento a sorpresa delle tensioni al confine tra Cina e Russia". "Cina e Russia hanno litigato e combattuto per secoli per il loro confine condiviso - continua Hooper -, mentre una risoluzione "ufficiale", così com'è, è arrivata solo nel 2008. Per un conflitto di confine secolare che precede l'esistenza ufficiale di entrambe le nazioni, la Cina potrebbe facilmente rivendicare un pretesto per ribaltare gli accordi attuali, chiedendo che la Russia restituisca Vladivostok e circa 23.000 miglia quadrate di ex territorio cinese che la Russia detiene dal 1860".

Il secondo punto è Taiwan. Nonostante le ricorrenti formule comunicative sulla tensione crescente tra Pechino e Usa sulla riconquista dell'isola ribelle, la Cina sa (si analizza nell'articolo) che qualora attaccasse anche subito Formosa, non potrebbe che ottenere una guerra con gli Stati Uniti e la resistenza globale, proprio com'è successo con l'Ucraina. La chiave per risolvere la situazione sarebbe, invece, quella di attendere.  Invece, "se la Cina aumenta le tensioni ai confini, facendo un gioco di successo per le concessioni territoriali russe al nord, ottiene l'accesso a nuove risorse, nuovi stock proteici e può, a sua volta, alimentare il senso di 'destino manifesto' del paese leso per molto, molto piccolo. Xi potrebbe persino guadagnare un po' di rispetto internazionale riluttante per aver contribuito a rimuovere un leader russo canaglia dal consiglio".

La tesi finale, dunque, sarebbe quella di "distrarre" l'opinione pubblica dell'Occidente e soprattutto degli Stati Uniti (e delle sue "ossessioni tattiche") con Taiwan, ma nel mentre mirare a espandersi oltre i confini russi orientali, guadagnare terreno, aumentando il proprio controllo e quindi il potere.

Può interessarti anche: 

Approfondisci:

La Cina apre al dialogo con gli Usa: "Trovare il modo giusto per andare d'accordo"

La Cina apre al dialogo con gli Usa: "Trovare il modo giusto per andare d'accordo"