Belgio, ok al rientro di 6 orfani figli di foreign fighter dell'Isis

Lo ha detto il ministro alla Cooperazione allo sviluppo Alexander De Croo: "Non lasceremo che muoiano". I piccoli sono in un campo gestito dai curdi. Non mancano le polemiche in merito

Bambini in un campo in Siria gestito dai curdi (Ansa)

Bambini in un campo in Siria gestito dai curdi (Ansa)

Bruxelles, 13 giugno 2019 - Sei orfani, figli foreign fighter dell'Isis, saranno rimpatriati in Belgio, lo hanno deciso le autorità di Bruxelles. I piccoli, tutti nati in Belgio, attualmente si trovano nei campi gestiti da curdi. 

L'annuncio arriva dal vicepremier e ministro alla Cooperazione allo sviluppo Alexander De Croo, che lo ha detto a VRT-Radio. "Non lasceremo che questi bambini muoiano", poi De Croo ha spiegato che i genitori dei minori sono tutti morti e che due dei sei orfani hanno meno di dieci anni.

De Croo ha subito messo in chiaro, anche per evitare polemiche: "Non ci sono scuse per le scelte fatte dai genitori di questi sei orfani, che sono ingiustificabili. Ma quelle sono le scelte dei genitori. Una parte di questi bambini sono stati rapiti e si trovano in circostanze talvolta orribili".

Sui sei orfani è stata condotta, ha spiegato il ministro, "un'analisi approfondita da parte dei Servizi di informazione della Difesa e dell'Organo di coordinamento per l'analisi della minaccia (Ocam)". Ogni bambino dopo il rientro sarà messo in condizione di seguire un percorso di reinserimento adeguato. 

Ma l'ex segretario di Stato per l'Asilo Theo Francken (N-VA) ha condannato la decisione, mettendo in dubbio che i bambini siano davvero orfani e, ricordando che dopo il Belgio dovrà accettare anche il rientro delle loro madri jihadiste.