Ucraina, Margelletti: "Fermare Putin è facile. Basta chiudere il nuovo gasdotto"

Il presidente del Cesi: la determinazione europea è la chiave per contrastare le ambizioni russe

Riservisti ucraini in addestramento vicino a Kiev

Riservisti ucraini in addestramento vicino a Kiev

Roma, 28 gennaio 2022 - "Un attacco russo all’Ucraina è una possibilità reale. Non possiamo permetterci che una nazione sovrana venga presa, fetta per fetta, dai russi. Anche perché se passa il principio, significa dare campo libero a Mosca anche altrove. Ma l’unico modo per evitarlo è dire che se un solo soldato russo entra in Ucraina si blocca l’entrata in funzione del gasdotto Nord Stream 2. Questo, da solo, farebbe scendere i russi a più miti consigli. Ma finché non c’è una posizione netta dell’Occidente sul Nord Stream 2, i russi continueranno ad alzare la posta e magari passeranno a vie di fatto". Così Andrea Margelletti, presidente del Cesi, il Centro studi internazionali.

Perché la Russia vuole invadere l'Ucraina (forse)

Quanto probabile è un intervento russo?

"Dipende dall’Europa. Se risponderà con chiarezza, prospettando l’aut aut su Nord Stream 2; se più Paesi occidentali prenderanno posizione inviando aiuti militari difensivi all’Ucraina, come hanno già fatto ad esempio inglesi e lituani, magari non ci sarà. Dovremmo avere una posizione netta, mentre specialmente noi italiani siamo estremamente prudenti. Estremamente".

E quindi Putin...

"Se ne approfitta. Putin è molto intelligente e porta le situazioni al limite. Non è che voglia i suoi carri armati a Kiev, non sa cosa farsene, una guerra su larga scala in Ucraina gli costerebbe troppo. E poi, se avesse molte perdite, fermo restando l’esito finale nell’intervento, questo avrebbe una ricaduta molto negativa sulla popolarità del presidente russo".

E quindi semmai valuta una opzione militare più limitata?

"Putin punta a ripetere l’operazione Crimea, prendersi un’altra parte dell’Ucraina, magari il Donbass, riconoscendolo come Stato indipendente. Ma anche meno, gli basta predere 10 chilometri quadrati di territorio, e poi, tra un anno, prenderne altrettanti e tenere sotto perenne scacco l’Ucraina, che sarebbe di fatto ridotta a stato cuscinetto. Se il modello Crimea funziona, pensa Putin, lo riapplico. E infatti".

Cosa vuole realmente Putin?

"Quello che sta già facedo adesso: minare la solidarietà europea e atlantica. E ci sta riuscendo perfettamente. Già questo è un successo della guerra ibrida. Dopodichè, se vedesse che la risposta alle sue minacce è scarsa, potrebbe anche decidedere di andare oltre, con un intervento militare più o meno limitato e magari giustificato dalla presunta difesa della popolazione russofona in Ucraina".

La sua linea rossa non potrebbe essere ottenere lo stop a un ulteriore allargamento della Nato verso Est? Dal punto di vista del Cremnlino è un obiettivo che si può capire, dopo aver perso a favore della Nato i Paesi dell’ex patto di Varsavia e gli stati baltici ex Urss...

"Nessuno parla di allargare la Nato all’Ucraina, tanto più quando ci sono in quel Paese migliaia di “volontari“ russi che combattono nel Donbass. Significherebbe entrare in guerra. Non esiste, e i russi lo sanno. La Nato tra l’altro non ha mai promesso di far entrare l’Ucraina. Ma se una nazione, con un governo legittimamente eletto, vuole entrare nella Nato, non è che possiamo impedirglielo per principio. Comunque, è solo una scusa".

Mosca si sente minacciata e vorrebbe un’Ucraina neutrale a sua tutela...

"Di certo la Nato non ha mai pensato a invadere la Russia. Quanto all’Ucraina neutrale, lo devono decidere gli ucraini, non Mosca o Washington".

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