Femen, suicida Oksana Shachko. Prese di mira Putin e Berlusconi

Fece scalpore l'irruzione dell'attivista nel seggio elettorale davanti al leader di Forza Italia. Più volte in passato contestò lo Zar mostrandosi a seno nudo

Oksana Shachko, a destra. Al centro Inna Shevchenko, leader delle Femen (Ansa)

Oksana Shachko, a destra. Al centro Inna Shevchenko, leader delle Femen (Ansa)

Parigi, 24 luglio 2018 - Si è tolta la vita Oksana Shachko, 31 anni, l’attivista che aveva fondato il gruppo Femen insieme a Oleksandra Shevchenko e Anna Hutsol. La donna è stata trovata senza vita nel suo appartamento a Parigi. Inna Shevchenko, leader dell’organizzazione femminista costituita dieci anni fa a Kiev, in Ucraina, ha diffuso l’annuncio del tragico exploit suicida di Oksana sui social media con queste parole: “Oksana ci ha lasciato, ma lei è qui ed è ovunque, è nella storia del femminismo”.

Il gruppo delle Femen è diventato famoso nel mondo per le incursioni a seno nudo, blitz immortalati dai fotografi per portare all’attenzione dell’opinione pubblica vibranti denunce contro sessismo e discriminazioni. Le attiviste protestano in topless, spesso prendendo di mira i leader mondiali, i loro slogan sono scritti sulla pelle. Cinque anni fa Oksana aveva lasciato le Femen per intraprendere la carriera da artista, si era stabilita in Francia, ma era delusa dall’ambiente, tanto che negli ultimi anni aveva tentato di togliersi la vita altre due volte.

Nel marzo scorso una Femen prese di mira Silvio Berlusconi, fece scalpore l'irruzione all'interno del seggio elettorale milanese dove il leader di Forza Italia stava esprimendo il suo voto. Sempre in tema di elezioni, Oksana era con Inna, e la francese Elvire Dupont, nel commando delle Femen che cinque anni prima, il 24 febbraio 2013, a seno scoperto, contestarono Berlusconi impedendo la stretta di mano con un inviato della tv israeliana all'entrata del seggio allestito nella scuola Dante Alighieri in via Scrosati a Milano, in occasione delle elezioni politiche.

I primi bersagli delle proteste delle Femen sono stati autoritarismo e razzismo, e individuavano il presidente russo Vladimir Putin e il partito di estrema destra francese come i principali nemici. Negli ultimi anni, il movimento ha affrontato divisioni interne e anche procedimenti penali nei confronti di alcuni loro membri. Nel 2011, Shachko, secondo quanto riferito dalle sue compagne, fu fermata con altre dai servizi di sicurezza dopo aver inscenato una protesta contro il leader bielorusso Alexander Lukashenko. Secondo le Femen, Oksana era stata rapita anche un'altra volta da aggressori ignoti, durante una visita di Putin in Ucraina. Nel 2012, la ragazza era stata arrestata a Mosca per teppismo nel seggio elettorale, dove poco prima lo Zar si era recato a votare per le presidenziali. Oksana con altre due attiviste si era spogliata fino alla vita e aveva iniziato a urlare slogan politici. Tutte le ragazze furono poi arrestate e riportate in Ucraina. Sulle Femen sono stati scritti libri e girati documentari, come Je suis Femen del 2014, in cui si parla anche di Shachko.

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