Sabato 20 Aprile 2024

Scala l'Everest senza gambe. L'impresa dell'alpinista Xia Boyu

Con l'aiuto di due protesi è riuscito ad arrivare sul tetto del mondo. Aveva perso i piedi per congelamento quarant'anni fa

L'Everest (Afp)

L'Everest (Afp)

Roma, 14 maggio 2018 – In cima all'Everest con due protesi alle gambe. Ci è riuscito l'alpinista cinese Xia Boyu che, dopo una serie di tentativi andati a vuoto, è finalmente riuscito a coronare un suo grande sogno. L'uomo è arrivato sul 'tetto' del mondo, conquistando la cima a 8.848 metri di altitudine al quinto tentativo. L'alpinista aveva perso entrambi i piedi per congelamento quarant'anni fa ma non aveva mai perso la speranza di fare l'impresa. Anche prima di quest'ultima spedizione aveva dichiarato all'AFP: “Arrampicarmi sull'Everest è il mio sogno, devo realizzarlo, è anche una sfida personale, una sfida per il destino". E, alla fine ci è riuscito: "Ha raggiunto la vetta stamattina, insieme ad altri sette membri della sua squadra", ha annunciato lo sherpa Dawa Futi di Imagine Trek and Expedition, che ha organizzato la scalata del cinese. Prima dell'alpinista cinese, l'unico uomo con entrambe le gambe amputate ad avere tentato l'ascesa sull'Everest è il neozelandese Mark Inglisnel 2006.

Il sogno di Xia di arrivare sul tetto del mondo aveva rischiato di saltare: l'anno scorso, infatti, il governo nepalese aveva vietato le scalate sulle sue montagne per chi ha entrambi gli arti amputati e per i non vedenti. Ma la decisione è stata ribaltata a marzo scorso dalla più alta Corte del Nepal, che ha definito il provvedimento discriminatorio verso le persone con disabilità. Il primo tentativo di scalare l'Everest risale al 1975, quando l'alpinista ci provò con una squadra sostenuta dal governo cinese: impresa fallita a causa di una tempesta; in mancanza d'ossigeno ed esposto a temperature polari, l'alpinista subì gravi congelamenti e perse entrambi i piedi.

Nel 1996 entrambe le gambe gli furono amputate poco al di sotto delle ginocchia dopo che gli fu diagnosticato un linfoma, una forma di cancro del sangue. Tenace, il 60enne tornò ai piedi del monte nel 2014, ma una valanga costata la vita a 16 sherpa portò alla cancellazione della stagione di scalate. Nessuna rassegnazione: ci riprovò l'anno dopo, nel 2015, quando però un violento sisma colpì il Nepal portando nuovamente all'annullamento della stagione. Sull'Everest 22 persone persero la vita e una valanga si abbatté sul campo base. Ultimo tentativo prima di oggi, infine, nel 2016, quando però il maltempo lo costrinse a tornare indietro a soli 200 metri dalla vetta.

Per questa stagione di scalate, che va da metà aprile alla fine di maggio, il Nepal ha emesso 346 permessi. Il meteo in questo periodo offre una piccola finestra di condizioni meno estreme rispetto al resto dell'anno e domenica i primi sono arrivati in cima. La maggior parte degli alpinisti sono scortati da una guida nepalese, il che significa che sono circa 700 le persone che proveranno a raggiungere la sommità nelle prossime settimane. Altri 180 scalatori, invece, si preparano a salire dal lato nord, in Tibet, secondo quanto riferisce la China Tibet Mountaineering Association. L'anno scorso 634 persone sono riuscite ad arrivare in cima e sette sono morte nel tentativo.