Giovedì 25 Aprile 2024

Eva Kaili, la denuncia dei legali: "In isolamento e sottoposta a tortura"

L'ex vicepresidente del Parlamento europeo è stata trattata in condizioni da "Medioevo", secondo gli avvocati. Ma resta in carcere. Tarabella non si difenderà in commissione Juri

Bruxelles, 19 gennaio 2022 - Eva Kaili dovrà restare ancora in carcere per almeno un altro mese. La conferma della custodia cautelare è arrivata dalla procura federale del Belgio dopo la delibera della Camera di consiglio del tribunale di Bruxelles. Oggi, infatti, si era tenuta l'udienza sul riesame della custodia cautelare e i due avvocati dell'ex vicepresidente del Parlamento europeo, Mihalis Dimitrakopoulos e André Risopoulos, avevano chiesto: "la scarcerazione di Eva Kaili con misure alternative, come il braccialetto elettronico o altri tipi di misure simili". Kaili era stata arrestata oltre un mese fa nell'ambito dell'inchiesta sul cosiddetto Qatargate.

Al termine dell'udienza i due legali hanno fornito anche dettagli sulle condizioni di carcerazione a cui è stata sottoposta la politica greca. Hanno denunciato che è stata "in isolamento" per tre giorni in una cella di polizia a Bruxelles ed è stata sottoposta a una condizione di "tortura". "Da mercoledì 11 gennaio a venerdì 13 gennaio è stata in isolamento su ordine del giudice istruttore Michel Claise - ha detto l'avvocato Dimitrakopoulos -. Per sedici ore è stata in una cella di polizia, non in prigione, e al freddo. Le è stata negata una seconda coperta. Aveva il ciclo con perdite di sangue abbondanti e non si potuta lavare. Eva Kali è accusata, ma c'è sempre la presunzione di innocenza". Il legale ha anche aggiunto che "questa è tortura. Siamo in Europa, questi atti violano la Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Questo è il Medioevo".

L'altro avvocato, André Risopoulos, ha proseguito: "La signora Kaili è innocente: non ha avuto alcuna collaborazione con Pier Antonio Panzeri. Per ora è la sola politica a essere detenuta", tra l'altro "in condizioni difficili e questo è estremamente preoccupante".

L'accusa contro il rilascio

"Il procuratore è fortemente contrario al rilascio" di Eva Kaili, "credono che ci siano tutti i rischi, di fuga, di distruzione delle prove, di incontri con terzi", aveva già dichiarato Andrè Risopoulos, prima della decisione della procura. "Noi siamo convinti che non vi è nessun rischio di questi e oggi la Camera di consiglio deciderà", ha aggiunto.

Eva Kaili, ex vicepresidente del Parlamento Europeo
Eva Kaili, ex vicepresidente del Parlamento Europeo

La figlia e il compagno di Eva Kaili

Nel denunciare lo stato di detenzione dell'ex presidente, il legale Risopoulos hanno aggiunto anche che "Eva Kaili" da quando è stata arrestata oltre un mese fa "ha potuto vedere sua figlia solo due volte e, se resta in carcere, non la potrà vederla prima di febbraio", perché "in Belgio l'unica regola che permette ufficialmente di vedere il proprio figlio in prigione vale per i condannati, non per le detenzioni preventive".

Riguardo eventuali contatti con il compagno Francesco Giorgi, invece, l'avvocato ha detto che Kaili "non ha parlato" con lui da quando, lo scorso dicembre, entrambi sono stati arrestati. Il legale ha anche spiegato che "il 9 dicembre, nel giorno dell'arresto", Kaili "ha reagito in un momento di panico dovuto all'arresto del suo compagno" Francesco Giorgi. Dopotutto, Giorgi "è suo marito e lei lo ama. È il padre di sua figlia", sarebbero le parole della Kaili riportare da Risopoulos. "Ma questa per noi è una trappola perché entriamo in un argomento che è il centro del fascicolo".

"Panzeri si sta comprando un futuro"

"Il signor Panzeri si vuole comprare un futuro e, come avvocato, lo capisco perfettamente. Lui ora sa quando finirà il suo periodo di detenzione. Sa chi sono le persone che ha scelto di proteggere, probabilmente a cominciare dalla sua famiglia. Vorrei solo che si rendesse conto dell'effetto che può avere su Kaili e il fatto che lei in sei settimane di prigione ha avuto la possibilità di vedere solo due volte sua figlia di ventitrè mesi", ha dichiarato sempre l'avvocato Andrè Risopoulos, rispondendo ai giornalisti al termine dell'udienza.

Tarabella non si difenderà

L'eurodeputato socialista belga, Marc Tarabella, non si presenterà davanti alla commissione Juri del Parlamento europeo che la prossima settimana valuterà la richiesta presentata dalla magistratura belga per revocargli l'immunità in seguito alle accuse mosse dall'ex eurodeputato, Antonio Panzeri, agli arresti per corruzione nell'ambito dell'inchiesta Qatargate. "Non parlerò né alla stampa né a nessuno prima di aver parlato con le autorità giudiziarie che solo loro sono in grado di garantire un'indagine di qualità e un procedimento equo", ha spiegato l'eurodeputato - espulso ieri dal gruppo S&d - in una lettera indirizzata proprio alla commissione Juri.

In un interrogatorio del 10 dicembre Panzeri aveva confessato di aver dato a Tarabella dai 120 mila ai 140 mila euro in contanti per convincerlo ad assumere certe posizioni politiche.