Giovedì 18 Aprile 2024

Eutanasia, come funziona in Olanda e nel resto d'Europa

Il caso di Noa Pothoven, morta a 17 anni con il suicidio assistito, riapre il dibattito sul fine vita. Quali sono i Paesi in cui la 'dolce morte' è consentita e a quali condizioni

Noa Pothoven (Facebook/Ansa)

Noa Pothoven (Facebook/Ansa)

Amsterdam, 4 giugno 2019 - La storia della 17enne Noa, che in Olanda ha chiesto e ottenuto l'eutanasia, riaccende il dibattito sul fine vita. Dibattito che finora in Europa ha portato a soluzioni diverse, con alcuni Paesi che autorizzano - a determinate condizioni - la cosiddetta 'morte dolce' e altri, come l'Italia, che lo vietano. 

Aggiornamento - Noa ha smesso di bere e mangiare: così si è lasciata morire

- E' proprio l'Olanda lo Stato pioniere, il primo - nel 2002 - a legalizzare l'eutanasia diretta consentendo ai malati "di porre fine alla propria esistenza con dignità, dopo aver ricevuto ogni tipo disponibile di cure palliative".  Due anni dopo viene approvato il "protocollo di Groningen" che disciplina l'eutanasia infantile e stabilisce quali sono i criteri necessari perché il medico non sia perseguibile penalmente. Nei Paesi Bassi anche i ragazzi maggiori di 12 anni possono ricevere l'eutanasia, a patto che un medico abbia certificato l'irreversibilità della condizione di sofferenza "insopportabile" del paziente. La decisione del medico è sottoposta alla verifica di una commissione. Tra le patologie contemplate ci sono anche quelle psichiche: così è accaduto che Noa Pothoven, dopo anni di lotta contro depressione e anoressia sviluppate dopo le violenze sessuali subite, sia stata aiutata a morire.

- Segue l'esempio dell'Olanda il Belgio, che nel 2003 introduce il suicidio assistito e nel 2016 lo estende ai minori. Più soft la legislazione del Lussemburgo che dal 2009 contempla l'eutanasia ma solo per gli adulti e solo per pazienti affetti da patologie considerate "senza via d'uscita". 

- La vicina Svizzera prevede sia l'eutanasia attiva indiretta (assunzione di sostanze i cui effetti secondari possono ridurre la durata della vita), sia quella passiva (interruzioni dei dispositivi di cura e di mantenimento in vita), sia il suicidio assistito. E' il Paese a cui più frequentemente si appellano gli italiani in condizioni disperate che scelgono di essere aiutati a morire: la storia di Fabiano Antoniani - conosciuto da tutti come dj Fabo - è una delle tante ma forse la più nota per il clamore mediatico che ha suscitato. Ad accompagnare Fabiano in una clinica Svizzera nel febbraio del 2017 è Marco Cappato: il giorno dopo la morte del deejay, tornato in Italia, l'esponente dei Radicali e dell’associazione Luca Coscioni, si autodenuncia: finirà sotto processo. 

- Nel Regno Unito lo stop alle cure a certe condizioni è autorizzata dal 2002. Più recentemente è stato introdotto anche il concetto dell'aiuto al suicidio "per compassione" e dal 2010 le sanzioni sono meno dure che in passato. 

- La Svezia ha legalizzato l'eutanasia passiva nel 2010, che è tollerata anche in Germania, Finlandia e Austria su richiesta del paziente.

- In Francia una legge - la legge Leonetti del 2005 - ha sancito il diritto a "lasciar morire".

- In Danimarca, Norvegia, Ungheria, Spagna e Repubblica Ceca il malato può rifiutare le cure o l'accanimento terapeutico.

- In Portogallo sono vietate sia l'eutanasia passiva sia quella attiva, ma è consentito a un comitato etico di interrompere le cure in casi disperati.

- Le posizioni più intransigenti sono quelle di Irlanda e in Italia dove l'eutanasia è in ogni caso illegale. Il nostro Paese ha ancora una legge sul fine vita.