
Geert Wilders, leader of the Dutch Party for Freedom (PVV). EPA/ROBIN VAN LONKHUIJSE
Wilders ha deciso di ritirare la sua formazione politica dalla coalizione di governo, guidata dall’indipendente Dick Schoof, in seguito all’ennesimo scontro relativo alla legge sull’immigrazione. I colloqui post crisi dovranno ora stabilire come procedere, ma secondo i media olandesi la caduta del governo è scontata.
La coalizione, una fragile alleanza a quattro tra il VVD liberal-conservatore (precedentemente guidato da Mark Rutte), il PVV, il Nuovo Contratto Sociale (NSC) e il Movimento dei Cittadini-Agricoltori (BBB), era nata a luglio dopo lunghe trattative e solo grazie alla nomina di un indipendente, Dick Schoof, a capo del governo. In meno di un anno numerose sono state le tensioni interne e le crisi sfiorate, in ultimo l'eccessiva ritrosia dei partner nell'attuazione di quella che avrebbe dovuto essere la "politica sull'immigrazione più restrittiva di sempre", ha portato alla rottura.
Con il ritiro del compagine di Wilders, che era anche il partito di maggioranza relativa, il governo Schoof non dispone più della maggioranza in parlamento, il che probabilmente innescherà nuove elezioni e farà ricadere la politica olandese nell’incertezza.
“Nessuna firma per i nostri piani d’asilo. Nessuna modifica all’Accordo di massima. Il PVV lascia la coalizione”, ha scritto Wilders su X martedì mattina.
Geen handtekening voor onze asielplannen. Geen aanpassing Hoofdlijnenakkoord. PVV verlaat de coalitie.
— Geert Wilders (@geertwilderspvv) June 3, 2025
La scorsa settimana Wilders aveva lanciato un ultimatum netto ai partner della coalizione: sottoscrivere un ampio piano anti-immigrazione in 10 punti, in caso contrario la coalizione sarebbe crollata.
Il piano del Partito per la Libertà (Partij voor de Vrijheid), uscito vincitore dalle elezioni del novembre 2023 con il 23,49%, prevedeva una chiusura rigorosa dei confini con pattuglie militari, il respingimento di tutti i richiedenti asilo ai punti di ingresso, la sospensione del ricongiungimento familiare per i rifugiati riconosciuti e la deportazione dei siriani con visti temporanei, sostenendo che gran parte della Siria è ora sicura.
Il PVV ha inoltre sostenuto l’introduzione di una politica di espulsione automatica per i migranti condannati per reati violenti o sessuali.
La reazione furiosa dei partner della coalizione
La decisione di Wilders ha scatenato una dura reazione da parte dei partner di coalizione. “Sono stufa di questa situazione”, ha affermato la leader del BBB Caroline Van der Plas, secondo quanto riferito dai media olandesi.
Secondo la leader del NSC, Nicolien Van Vroonhoven, Wilders ha fatto “un breve annuncio” durante la riunione di martedì mattina. “Vedremo cosa significa per noi”. Ritiene che l’azione di Wilders sia “irresponsabile”. “Vuole la nostra firma a tutti i costi. Gli diciamo: datela al vostro ministro e trovate una soluzione”.
La leader del VVD, Dilan Yesilgöz, ha accusato Wilder si anteporre ancora una volta i propri interessi a quelli del Paese, lasciando il governo “in un periodo di incertezza senza precedenti”.
Come osservato dalla Yesilgöz, di fronte alla guerra in Ucraina, alla crisi economica incombente “i Paesi Bassi hanno bisogno di un leader maturo e responsabile che ci protegga, ma Wilders sta abbandonando i Paesi Bassi”.
Opnieuw plaatst Wilders zijn eigen belang boven het belang van ons land. Door weg te lopen. In een tijd van ongekende onzekerheid. Een oorlog om de hoek, een potentiële economische crisis die op ons afkomt en mensen die wakker liggen van de rekeningen. Nederland heeft een…
— Dilan Yesilgöz - Zegerius (@DilanYesilgoz) June 3, 2025
La leader del VVD ammette la sua forte preoccupazione per il futuro della collaborazione tra i partiti della destra: “Che insulto a tutti gli elettori che vogliono vedere i problemi risolti. Il motivo di questa collaborazione di destra. E la domanda è se avremo mai più la maggioranza di destra che avrebbe potuto offrire queste soluzioni”.
Non è la prima volta che il PVV fa cadere un governo olandese: già nell'aprile 2012, Wilders ritirò il suo sostegno al primo governo guidato da Mark Rutte.