Lunedì 14 Luglio 2025
Nick Alipour, Cesare Ceccato – Euractiv
Europa

Un Friedrich Merz moderato punta tutto sull’atmosfera al suo primo Consiglio europeo da cancelliere

Il cancelliere tedesco ha mantenuto un approccio cauto e poco incisivo, evitando prese di posizione forti su sanzioni e commercio, deludendo le attese di un protagonismo tedesco.

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz

Friedrich Merz, noto per elencare pubblicamente ai suoi omologhi europei tutte le cose che vorrebbe che facessero, ha scelto un tono decisamente più soft nel suo primo Consiglio europeo, dicendosi soddisfatto di quella che ha definito una “bella atmosfera”.

Sorprendente, poi, il suo commento nel briefing notturno post-vertice: Merz ha ammesso di essere intervenuto “solo con qualche riserva” e di aver preso la parola soltanto verso la fine delle discussioni – un riassunto calzante di un debutto che, nel complesso, è apparso piuttosto poco incisivo.

Nonostante i leader fossero divisi su sanzioni alla Russia e dazi commerciali, Merz ha evitato di prendere posizioni forti.

L’ex eurodeputato originario della Sauerland – regione collinare scarsamente popolata nella zona sud-orientale della regione della Renania Settentrionale-Vestfalia - considera l’Unione europea un tassello fondamentale del suo piano di governo, soprattutto come alleata nella riduzione della burocrazia, nel rafforzamento della sicurezza e nella conclusione di accordi commerciali.

Ma chi si aspettava che il leader della più grande economia dell’UE si presentasse come figura dominante, è rimasto deluso: nei colloqui informali a margine del vertice, la sua presenza è stata poco notata.

Una possibile spiegazione: era il terzo vertice internazionale di Merz in una settimana e mezzo, dopo G7 e NATO, il che potrebbe aver smorzato la novità. Ma c’è anche una responsabilità personale: Merz ha in gran parte evitato i corrispondenti europei, limitandosi a una dichiarazione priva di spunti all’inizio del vertice e a una conferenza stampa finale piuttosto breve.

In diversi momenti, è sembrato emergere uno scollamento tra le ambizioni dichiarate dal cancelliere e i risultati concreti, modesti e ordinari, del summit.

Merz aveva promesso fin dai tempi dell’opposizione un nuovo protagonismo tedesco in Europa, criticando più volte il riserbo del suo predecessore Olaf Scholz – di cui si era persino diffusa una battuta secondo cui avrebbe passato un’intera sessione del Consiglio “senza dire una parola”.

Merz aveva assicurato che il 18° pacchetto di sanzioni contro la Russia sarebbe “partito” proprio in questo vertice. In realtà, a Bruxelles i negoziati si sono impantanati, con l’opposizione della Slovacchia che ha costretto i leader a rinviare il voto.

Il cancelliere ha anche criticato duramente i negoziati tra la Commissione europea e gli Stati Uniti su un accordo commerciale, definendoli “troppo complicati” e invocando un’intesa rapida e limitata. Il suo scenario ideale? Dazi zero su settori chiave come l’automotive. Per i funzionari UE, sentiti dal Financial Times durante il vertice, si tratterebbe invece di un’idea “illusoria”.

Il tono finale di Merz è apparso decisamente più umile. Le 16 ore di vertice “non mi sono sembrate lunghe”, ha detto, “perché abbiamo davvero avuto discussioni intense, buone e tecnicamente molto impegnative”. Ha lasciato il summit con “la netta sensazione che questa Unione europea abbia capito quel che è in gioco”.