Lunedì 23 Giugno 2025
Simone Cantarini – Euractiv
Europa

Competitività e sicurezza le due parole chiave del Pacchetto di primavera dell’UE

La competitività e la sicurezza restano i pilastri dell’azione della Commissione europea di fronte al mutato contesto geopolitico globale.

VALDIS DOMBROVSKIS COMMISSARIO EUROPEO DESIGNATO PER L'ECONOMIA, LA PRODUTTIVITÀ, L'ATTUAZIONE E LA SEMPLIFICAZIONE

VALDIS DOMBROVSKIS COMMISSARIO EUROPEO DESIGNATO PER L'ECONOMIA, LA PRODUTTIVITÀ, L'ATTUAZIONE E LA SEMPLIFICAZIONE

Roma, 5 giugno 2025 – “Se dovessi riassumere il pacchetto odierno in due parole, direi ‘competitività’ e ‘sicurezza’”, ha affermato il commissario Valdis Dombrovskis nella conferenza stampa per la presentazione del Pacchetto di primavera del II° Semestre europeo 2025, riallacciandosi ai fondamenti del progetto europeo di “pace e prosperità”.

Il commissario ha osservato che, per quanto riguarda la competitività, la Commissione UE ne ha fatto una “priorità assoluta”.

Infatti, per Dombrovskis, “il resto del mondo non aspetterà” ed è ora “il momento di agire”. “La nostra Bussola della Competitività – ha aggiunto – traccia la rotta per i prossimi cinque anni per arrivare a un’Europa più competitiva”.

Come ricordato da Dombrovskis, “sebbene gli obiettivi principali del Semestre europeo rimangano la sostenibilità fiscale e la stabilità macroeconomica, essa rappresenta anche un meccanismo chiave per coordinare il nostro impegno comune per la competitività, la sicurezza, la resilienza e la prosperità sostenibile”.

In cosa consiste il Pacchetto di primavera

Il pacchetto di primavera del semestre europeo 2025 analizza le principali sfide economiche e sociali in tutta l’UE e offre orientamenti strategici agli Stati membri al fine di rafforzare la competitività, la prosperità e la resilienza.

A tal fine, il pacchetto include raccomandazioni specifiche per Paese e promuove riforme e investimenti in linea con queste priorità dell’UE.

Gli orientamenti della policy UE presentati da Bruxelles sono strettamente legati alla Bussola per la competitività, la tabella di marcia quinquennale della Commissione per rafforzare la resilienza e la posizione globale dell’UE.

Come ricordato da Bruxelles, il pacchetto presentato mercoledì segna anche la prima valutazione dei progressi compiuti dagli Stati membri nell’ambito del quadro di governance economica riveduto e dei loro piani strutturali di bilancio.

Nel contesto delle crescenti sfide in materia di sicurezza, per la prima volta i Paesi possono fare ricorso anche alla clausola di salvaguardia nazionale (NEC) prevista dal Patto di stabilità e crescita. Come ricorda Bruxelles, l’obiettivo del NEC è facilitare la transizione verso livelli più elevati di spesa per la difesa, salvaguardando nel contempo la sostenibilità di bilancio.

Nel pacchetto, Bruxelles incoraggia gli Stati membri a rafforzare la loro competitività colmando il divario in materia di innovazione, promuovendo la decarbonizzazione in linea con il Patto per l’industria pulita, riducendo le dipendenze eccessive, aumentando la sicurezza e la resilienza, anche sviluppando capacità di difesa e promuovendo competenze e posti di lavoro di qualità, garantendo nel contempo l’equità sociale.

Per sostenere la competitività in tutti i settori, Bruxelles cita la Bussola per la competitività ricordando che essa definisce cinque fattori abilitanti orizzontali che si riflettono anche nelle raccomandazioni specifiche per Paese, adattate a ciascuno Stato membro.

Le relazioni per Paese di quest’anno fanno inoltre il punto sull’attuazione dei piani per la ripresa e la resilienza (PNRR) e dei programmi della politica di coesione.

Secondo la Commissione, con la fine del dispositivo per la ripresa e la resilienza nel 2026, un’attuazione rapida e mirata è essenziale e la maggior parte degli Stati membri deve accelerare i progressi. Parallelamente, la Commissione ha pubblicato anche una comunicazione specifica sul dispositivo per la ripresa e la resilienza verso il 2026, per fornire orientamenti agli Stati membri su una chiusura agevole ed efficace dello strumento. La Commissione cerca inoltre di accelerare l’attuazione della politica di coesione, concentrandosi sulle priorità strategiche della revisione intermedia.

Romania e Austria “sorvegliati speciali”

Per quanto riguarda gli Stati membri soggetti alla procedura per disavanzo eccessivo (PDE), nel pacchetto presentato mercoledì, la Commissione ritiene che per Francia, Italia, Ungheria, Malta, Polonia e Slovacchia non sia necessario adottare ulteriori misure nell’ambito della PDE in questa fase.

Per il Belgio, a seguito della presentazione del suo piano a medio termine, la Commissione ha raccomandato un nuovo percorso correttivo, attualmente in attesa dell’adozione da parte del Consiglio.

Come osserva la Commissione, sebbene la prevista crescita della spesa netta del Belgio nel 2025 superi il massimale della presente raccomandazione, essa rimane nell’ambito della flessibilità prevista dalla clausola di salvaguardia nazionale.

Diversa invece la situazione della Romania dove la crescita della spesa netta risulta significativamente al di sopra del massimale fissato dal suo percorso correttivo, con evidenti rischi di correggere il disavanzo eccessivo entro il 2030. La Commissione raccomanda pertanto al Consiglio di adottare una decisione che stabilisca che la Romania non ha dato seguito effettivo.

La Commissione prevede che la Romania registrerà un deficit dell’8,4% il prossimo anno, due punti percentuali in più rispetto alle aspettative del governo del Paese. “La Romania registra da troppo tempo deficit eccessivi senza adottare le necessarie misure correttive”, ha affermato Dombrovskis in conferenza stampa.

Altro sorvegliato speciale è l’Austria, nei cui confronti verrà avviata una “procedura per deficit eccessivo”.

Come ricorda Euractiv.com, la decisione giunge solo poche settimane dopo che l’esecutivo dell’UE ha rivisto al rialzo il deficit fiscale previsto per il Paese dell’Europa centrale per il 2025, dal 3,7% al 4,4% del PIL annuo, spingendolo ulteriormente al di sopra della soglia del 3% stabilita dall’UE.

La revisione è stata in gran parte il risultato della performance economica dell’Austria, più debole del previsto negli ultimi mesi, che ha ridotto il reddito e le entrate fiscali delle società e ha indotto il governo ad abbandonare di fatto gli sforzi per conformarsi alle norme di bilancio dell’UE quest’anno.

“Ci sono chiari motivi per aprire una procedura per deficit eccessivo”, ha affermato il commissario all’Economia Valdis Dombrovskis, annunciando la mossa mercoledì.

Valutazione degli squilibri macroeconomici

La Commissione ha valutato l’esistenza di squilibri macroeconomici nei 10 Stati membri selezionati per gli esami approfonditi nell’ambito della relazione 2025 sul meccanismo di allerta. Mentre gli andamenti economici dell’ultimo anno hanno contribuito ad attenuare alcuni squilibri in diversi Stati membri, la crescente incertezza nel mutevole contesto commerciale sta aggravando i rischi.

L’Estonia non presenta squilibri, in quanto le vulnerabilità relative al deterioramento della competitività di prezzo e di costo e ai prezzi delle abitazioni sembrano attualmente contenute.

Cipro è stato nuovamente inserito tra i Paesi che non presentano “squilibri”, in quanto per Bruxelles le vulnerabilità legate al debito estero e privato stanno diminuendo, in parte a causa della forte crescita economica, mentre il debito pubblico si sta riducendo grazie ai continui avanzi di bilancio.

Anche la Germania è stata riclassificata come Paese che non presenta “squilibri”. Infatti, per la Commissione UE le vulnerabilità connesse all’ampio avanzo delle partite correnti sono diminuite nel corso degli anni e sono stati recentemente annunciati progressi significativi sul piano delle politiche.

Ungheria, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Slovacchia e Svezia continuano invece a presentare squilibri, in quanto le loro vulnerabilità rimangono complessivamente rilevanti.

La già citata Romania continua a presentare per l’esecutivo UE squilibri eccessivi a causa dell’ampliamento dei disavanzi di bilancio e delle partite correnti e del deterioramento della competitività di costo nel 2024.

Orientamenti per l’occupazione e sfide in materia di convergenza sociale

Nell’ambito del semestre europeo 2025, la Commissione propone anche orientamenti aggiornati per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione, volti a promuovere mercati del lavoro più equi e inclusivi.

Sulla base degli orientamenti per l’occupazione adottati nel dicembre 2024, che affrontano sfide quali le carenze di competenze e di manodopera e la necessità di competenze di base e digitali nell’era dell’intelligenza artificiale, l’aggiornamento del 2025 mantiene le priorità fondamentali, adattandosi nel contempo alle nuove realtà e iniziative geopolitiche come l’Unione delle competenze e la Bussola per la competitività.

In linea con il quadro di convergenza sociale, ora integrato nel quadro di governance economica riveduto, la Commissione afferma di aver condotto un’analisi in due fasi delle sfide occupazionali, sociali e in materia di competenze in ciascuno Stato membro. I risultati della prima fase sono presentati nella relazione comune sull’occupazione 2025, mentre l’analisi più approfondita della seconda fase è stata pubblicata nell’aprile 2025 per dieci Stati membri: Bulgaria, Croazia, Estonia, Grecia, Ungheria, Italia, Lituania, Lussemburgo, Romania e Spagna.

Nel complesso, l’analisi della seconda fase ha individuato sfide per la convergenza sociale verso l’alto per tre Stati membri (Grecia, Italia e Romania), tenendo conto delle risposte politiche intraprese o pianificate dagli Stati membri per affrontare i rischi individuati. I risultati dell’analisi sono stati discussi anche con gli Stati membri in sede di comitato per l’occupazione e di comitato per la protezione sociale a maggio, prima dell’adozione del pacchetto di primavera del semestre europeo 2025.

Attivata la clausola di salvaguardia per la difesa per 15 Paesi

Il pacchetto di quest’anno sottolinea anche la flessibilità del quadro rivisto per rispondere a sfide impreviste, in particolare quelle riguardanti la difesa e la sicurezza. Nell’ambito del piano ReArm Europe/Readiness 2030, presentato nel marzo 2025, la Commissione ha proposto di attivare la clausola di salvaguardia nazionale, consentendo agli Stati membri di superare temporaneamente i tassi massimi di crescita della spesa netta per stimolare la spesa per la difesa.

“La Commissione ha oggi valutato positivamente le domande di attivazione della clausola di salvaguardia nazionale di 15 Paesi sui 16 che l’hanno richiesta”, ha dichiarato in conferenza stampa il commissario europeo all’Economia Valdis Dombrovskis.

L’attivazione della clausola di salvaguardia nazionale consente agli Stati membri di superare i tassi di crescita massima raccomandata della spesa netta fino all’1,5% del PIL, ogni anno per il periodo 2025-2028, per l’aumento delle spese per la difesa sulla base del 2021 come anno di riferimento.

Ad oggi, sono 16 gli Stati membri che hanno richiesto l’attivazione della clausola di salvaguardia nazionale: Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Estonia, Grecia, Croazia, Lettonia, Lituania, Ungheria, Polonia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia e Finlandia. Non figurano però tre pesi massimi europei come Francia, Italia e Spagna che hanno scelto, per il momento, di non fare ricorso a questa opportunità.

“Si tratta di un numero critico di Paesi, che dimostra il vantaggio di seguire un approccio coordinato. Allo stesso tempo, gli Stati membri possono ancora presentare le loro richieste di attivazione della clausola di salvaguardia nazionale”, ha spiegato la Commissione UE.

Tuttavia, per la domanda della Germania, una valutazione completa non può essere effettuata al momento, in assenza di un piano a medio termine. La Commissione prevede che la Germania presenti il suo piano entro la fine di luglio 2025.